Recensione dello spettacolo Il piacere è tutto mio al Teatro Sala Umberto dal 29 maggio al 3 giugno 2018
Scritto nel 2012 con Max Orfei, Luciano Recano e Stefano Vigilante, Barbara Foria torna in scena a Roma con Il piacere è tutto mio, che vede la regia di Claudio Insegno. Come si evince dallo stesso titolo, lo spettacolo comico affronta alcuni dei temi più cari della Foria: i rapporti tra i generi, soprattutto nella sfera intima e sentimentale.
L'attrice, autrice e conduttrice televisiva e radiofonica Barbara Foria, anche in quest'occasione, porta in scena una vis comica tutta partenopea, fatta di quei sapori e colori che si rintracciano nella teatralità innata del popolo napoletano, come sa bene chi ha vissuto là. Ad accoglierci tra il pubblico uno dei suoi personaggi cult di Colorado: Chanel, la simpatica malvivente con la parrucca bionda e la giacca leopardata. Gli argomenti dello show sono elencati su una lavagna che fa parte della scenografia, fatta anche di uno schermo e di una scrivania e sono: l'amore, il sesso, il tradimento, il pettegolezzo.. Essi fungono da grandi contenitori per una serie di battute a ripetizione sulla relazione tra il maschile e il femminile, sviscerata in una prospettiva evoluzionistica dalla preistoria ad oggi. In questa impostazione cogliamo un rimando al consolidato cavallo di battaglia di Maurizio Colombi, Caveman, simile nella struttura e nei contenuti. Ma ad essere prese di mira dalla Foria sono soprattutto le capacità amatorie dell'uomo che appare sempre meno intraprendente e macho a cui fa da contraltare una donna che invece vive male la sua condizione di single. L'ironia scaturisce dalle situazioni paradossali che si creano dall'incontro tra queste diverse realtà. Il dualismo uomo/donna infatti è presentato tutto a scapito del primo, mirando agli incolmabili limiti maschili evidenti ancor di più nella vita di coppia, ma il tema proposto non giunge mai ad uno sbocco originale, creando nel pubblico quella sensazione del già visto e solo la bravura della Foria riesce a scongiurare la delusione.
Quindi nel complesso lo spettacolo non è privo di criticità ma risulta comunque gradevole grazie soprattutto alla poliedricità della Foria che sostenuta dalla sua naturale verve comica riesce, in un monologo di un'ora e mezza a muoversi con disonvoltura sulla scena coinvolgendo il pubblico presente, ironizzando sulle caratteristiche di qualche "malcapitato" spettatore. La carta vincente si rivela proprio la versatilità della nostra attrice che darà slancio e brio ad un repertorio di battute a tratti poco originale e forse troppo abusato da lei e da altri suoi colleghi. La rappresentazione vive dunque di fiammate, di momenti di grande umorismo sufficienti a dare sapore alla serata, rimandando però la sensazione che scelte più innovative e quindi più coraggiose da parte degli autori avrebbero permesso un decollo dello spettacolo che non è avvenuto e avrebbero permesso alla Foria di esprimere al meglio le sue doti comiche innate.
Mena Zarrelli
4 giugno 2018