Mercoledì, 27 Novembre 2024
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Grande successo a Livorno per Iris di Pietro Mascagni

Recensione dello spettacolo Iris andato in scena al Teatro Goldoni di Livorno il 16 e 17 dicembre 2017

 

Grande successo, come dimostrato dagli 8 minuti di applausi, per Iris secondo titolo della stagione operistica del Teatro Goldoni, composta dal livornese Pietro Mascagni. Dopo ben 11 anni quest’opera è tornata in cartellone, grazie alla prestigiosa collaborazione tra il Kansai Nikkai Opera Theater Osaka,  il Teatro Goldoni di Livorno, il Teatro del Giglio di Lucca e il Teatro Verdi di Pisa, che ha dato vita ad  un allestimento di stampo tradizionale grazie alla regia di Hiroki Ihara.

La musica di Mascagni è stata perfettamente eseguita dall’Orchestra Filarmonica Pucciniana diretta da Daniele Agiman, che ha ricevuto fin dall’inizio numerosi applausi per una delle arie più famose dell’opera, l’inno del Sole, grazie anche alle stupende voci del coro guidate da Marco Bargagna. I protagonisti di questo melodramma sono quattro e sono stati tutti all’altezza dei loro ruoli: la strabiliante Paoletta Marrocu nel ruolo della protagonista a cui è stato chiesto (ma non eseguito per via della lunghezza dell’aria) il bis, il promettente Paolo Antognetti interprete di Osaka con un bel timbro vocale, Carmine M. d’Ambrosìase il cattivo Kyoto e Marco Signorini nel ruolo del padre di Iris, perfetto nel suo ruolo di basso.

La trama è abbastanza semplice e di facile comprensione rispetto alle trame di altre opere che spesso sono molto più complesse: Iris è una ingenua e giovane fanciulla figlia di un cieco e vive nel suo semplice mondo a contatto della natura. La ragazza un giorno, notata dal giovane Osaka che la desidera ardentemente, viene da lui rapita incantandola con un teatrino di pupi. Iris è condotta in una casa del piacere, ma ben presto Osaka si stanca della sua ingenuità e la lascia nelle mani del tenutario della “casa”, Kyoto il quale la espone al piacere degli uomini. Tra il pubblico accorso arriva anche il padre di lei che non sapendo del rapimento maledice la ragazza, che per la vergogna si getta in un baratro. Nella scarpata ripensa agli egoismi di coloro che non l’hanno saputa amare (Il padre, Osaka e Kyoto) e muore baciata dal Sole sorgente che trasforma il suo corpo nel fiore che porta il suo nome.

Essendo uno spettacolo in collaborazione con il Giappone, anche l’aspetto visivo risente fortemente dell’influenza orientale: le scenografie di Sumiko Masuda hanno riproposto i caratteristici edifici e le videoproiezioni evocano i paesaggi del Sol Levante e i fiori di iris. Come per le scene, anche i costumi di Tamao Asuka sono stati rispettosi della classicità con variopinti kimoni per le donne ed abiti tradizionale per gli uomini; unica eccezione Osaka in abiti occidentali.

L’opera andrà in scena al Teatro Verdi di Pisa il 13 e 14 gennaio e il 10 e 11 febbraio al Teatro del Giglio di Lucca. Sarebbe auspicabile, visto il successo, che quest’opera potesse varcare i confini regionali, ma purtroppo Mascagni è un compositore poco rappresentato (all’infuori di Cavalleria rusticana) mentre meriterebbe  molto di più.

 

Gabriele Isetto

18 dicembre 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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