Recensione dello spettacolo teatrale Riccardo II, dal 12 al 17 dicembre 2017 – Teatro Nazionale - Roma
Il Potere è al centro di questo dramma di Shakespeare. Quello divino, contrapposto a quello temporale degli uomini. E sono appunto gli uomini il vero fulcro dell’opera, uomini disposti a tutto pur di non rinunciare o di ottenere questo agognato Potere.
Riccardo non vuole lasciare il suo regno perché lo sente assegnato da Dio in persona, Bolingbroke glielo vuole togliere per punirlo della propria arroganza.
Un dramma altamente politico e quanto mai attuale. È giusto destituire un Re legittimamente eletto, anche se corrotto e odiato ormai da tutti?
Centrali nella messa in scena sono gli attori, tutti straordinari, a partire dalla protagonista Maddalena Crippa.
È questa l’unica vera “rivoluzione” di Stein, usare una donna nel ruolo di Riccardo II (scelta in realtà già fatta negli anni ’90 dalla regista inglese Deborah Warner), per amplificarne così l’ambiguità.
Per il resto Peter Stein ci regala un Riccardo II che più classico non si poteva immaginare. In una scenografia ridotta all’osso, ma comunque molto valida e con idee estremamente convincenti, il regista tedesco allestisce un’opera estremamente fedele al testo di Shakespeare.Questo sotto tutti i punti di vista, dai costumi, alla straordinaria importanza data alle parole del Bardo.
Inserito nella manifestazione Premio Europa per il Teatro, unica nota negativa della serata, una sala non pienissima come un evento del genere avrebbe meritato. Causa la contemporanea prima da La danmation de Faust al Teatro dell’Opera. Viene da chiedersi come in una città, Roma, dove la cultura non è certo messa al primo posto, possano avvenire errori del genere.
Il “buon Riccardo” si che ne avrebbe tagliate di teste.
Marco Baldari
14 dicembre 2017