Recensione dello spettacolo La cena dei cretini andato in scena al Cinema Teatro 4 Mori di Livorno il 21 novembre 2017
La stagione teatrale 2017-2018 del Cinema Teatro 4 Mori di Livorno si è aperto con un titolo di richiamo, La cena dei cretini, commedia di Francis Veber che ne trasse anche un film nel 1998 e diretta, in questo caso, da Nicola Pistoia e Paolo Triestino.
La spassosa vicenda ruota attorno ai personaggi di Pignon (personaggio ricorrente nei lavori di Veber) e Brochant. Una volta a settimana un gruppo di ricchi borghesi organizza una cena a tema nota come “la cena dei cretini”, dove ogni commensale porterà un invitato “cretino” e il migliore vincerà la serata. A causa di un imprevisto però l’invitato Brochant non potrà partecipare alla cena e quindi si ritroverà per tutta la serata il cretino Pignon in casa. Da qui parte questa commedia brillante, dove non mancano simpatiche gag e malintesi.
Gli attori sul palcoscenico sono sei e tutti azzeccati per il loro ruolo tanto da strappare risate e applausi a scena aperta. Nicola Pistoia è Pignon il cretino della situazione, quasi la “maschera” francese (come potrebbe essere Fantozzi per noi in Italia o Mr. Bean in Inghilterra), il personaggio potrebbe sembrare un cretino, ma in realtà è un buono ed ingenuo come risulterà nell’ultima scena. Paolo Triestino è l’altro protagonista della storia, Brochant. All’inizio della commedia appare antipatico, ma poi tutto cambierà. Attorno a loro due si muovono gli altri quattro attori che portano avanti la storia: Leblanc (Simone Colombari), Christine (Loredana Piedimonte), Marlène (Silvia Degrandi) e Cheval (Maurizio D’Agostino).
Giulia Romolini ha realizzato una scenografia simbolica dell’essere e dell’apparire, dove è determinante il rosso pompeiano, che ci immerge nel salotto di Brochant, con oggetti e soprammobili sia barocchi che contemporanei. Interessante l’uso fatto delle quinte di scena, da cui entrano gli attori, raffiguranti alcuni volti delle donne dei capolavori di Modigliani.
Ogni attore in questa commedia indossa un solo abito per tutta la durata dello spettacolo. La costumista Lucrezia Farinella afferma di avere fatto in modo di caratterizzare ogni personaggio attraverso l’abito che indossa; ad esempio Pignon, che lavora al Ministero, deve indossare un abito tradizionale con giacca e cravatta.
Questa è una commedia in cui il più delle volte si ride, ma si riflette anche, come affermano Pistoia e Triestino. Uno dei punti chiave è il bullismo, tema molto attuale, prendersi gioco del più debole e del più ingenuo. Se volete passare una serata divertente, che consigliamo vivamente, lo spettacolo sarà in scena al Teatro Franco Parenti di Milano dal 26 dicembre al 7 gennaio 2018.
Gabriele Isetto
22 novembre 2017