Recensione dello spettacolo #Antropocene in scena all'Auditorium Parco della Musica - Roma - il 14-15 Novembre 2017 nell'ambito del RomaEuropa Festival 2017
Epoca geologica fortemente condizionata a scala sia locale che globale dagli effetti dell’azione umana
(definizione di Antropocène sul dizionario Treccani)
Un uomo come tanti, come noi, cerca di risolvere i suoi problemi di connessione del cellulare parlando con un operatore di un call center. Inizia così il nuovo spettacolo di Marco Paolini, che in un crescendo di situazioni paradossali, prova a immaginare come possa essere la vita degli uomini immediatamente dopo un eventuale blackout della rete internet.
Il tutto è concepito come una “piccola passione”, un odissea, che condurrà l’uomo dal suo pacifico tecno-destino a una strada completamente ignota.
Un’opera estremamente attuale e, come spesso capita a Paolini, attenta a far riflettere lo spettatore sulle proprie storture e manie.
Ma quello che più incanta dello spettacolo è la messa in scena. Ideata come una vera e propria opera
classica ha una voce narrante, Paolini e una voce concertante, il rapper Frankie hi-nrg mc, legate insieme dalle splendide musiche del maestro Mauro Montelbetti, suonate e dirette dal violoncellista Mario Brunello.
La musica suonata dal vivo da una “mini” orchestra è il vero valore aggiunto della spettacolo. Montalbetti sceglie di rivisitare uno dei più affascinanti capolavori di Sebastian Bach, la Passione secondo Giovanni. In un continuo contrappunto tra strumenti e voci e incursioni di testi rap, il piccolo dramma che sta vivendo il nostro protagonista, è un crescendo di paure e “rivelazioni” quasi divine.
Paolini recita e canta, Frankie rappa e recita, la musica sale alta, il tutto splendidamente diretto da un Mario Brunello in grande forma. Il risultato finale è più che soddisfacente, un ensemble così variegato era assai rischioso, ma lo spettacolo, studiato nei minimi particolari, è veramente bello.
Marco Baldari
15 novembre 2017