Mercoledì, 27 Novembre 2024
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Al Teatro Trastevere Ovidio è raccontato da tre Maestre d’Amore

Recensione dello spettacolo Maestre d’Amore andato in scena dal 19 al 22 ottobre 2017 al Teatro Trastevere

Tra le questioni esistenziali che si vivono, quella che maggiormente coinvolge l’emotività dell’ individuo è sicuramente la questione amorosa, capace di affliggere o estasiare ogni persona. Il sentimento dell’ amore che riguarda interamente l’animo umano, rispecchia ogni azione o comportamento di quest’ultimo, divenendone espressione e creazione di azioni che nella vita di tutti i giorni compie. L’espressione amorosa che diviene azione, soddisfa il concetto d’arte, inteso proprio come esperienza emotiva. Questa arte di amare, è professata in maniera armonica da Le maestre d’amore, che sul palcoscenico del Teatro Trastevere rendono divertente e riflessivo lo spunto filosofico e concettuale che gli propone “ L’ Ars amatoria” e il “Remedia  Amoris” di Ovidio.

Il lavoro teatrale che si vede assistere si scopre pian piano da un baule scenico che oltre a rappresentare il bagaglio dei personaggi; diviene un linguaggio artistico, che fa del teatro nel teatro il punto di vista delle autrici. Le attrici conducono in scena una scatola mobile, che non svela solo gli utensili che costruiranno lo spettacolo, ma mostra le origine artistiche dalle quali le protagoniste provengono e che sono capaci di dipingere in maniera ironica le immagini che il filosofo di Sulmona propone. Le attrici preparano e dispongono delle maschere, che posizionate sul baule serviranno ad interpretare ogni carattere diverso femminile, che l’opera del filosofo ispira.

Il lavoro sulle maschere sembra accostare la composizione degli elementi che costituiscono lo spettacolo alla commedia dell’arte; che rende sicuramente l’intero lavoro più frizzante e conferma il genere grottesco come un’occasione per riflettere ed analizzare le diverse dinamiche sociali. Il giusto utilizzo delle maschere, oltre a conferire alle attrici la capacità di colorare lo spettacolo, conferisce continuità alla loro metodologia di lavoro, la quale fonda le basi proprio sul lavoro della commedia dell’ arte. Le scelte teatrali che vanno a determinare la drammaturgia, fanno sì che non venga messa in rilievo soltanto la prontezza scenica di Cinzia Antifona, Valentina Greco e Francesca Pica, ma permettono di cogliere le immagini che i testi di partenza presi in considerazione, esplicitano attraverso il riadattamento drammaturgico. Infatti la spontaneità, l’ autenticità e l’ingegno che la commedia dell’ arte ha nell’approdare in maniera profonda alle questioni che riguardano l’aspetto cognitivo dell’individuo, pizzicano bene il valore dei significati delle opere di Ovidio.

Il lavoro delle attrici sulla commedia dell’arte è rintracciabile ulteriormente, in quanto il ritmo drammaturgico nella sua continuità e nei suoi cambi è affidato al lavoro sul corpo. In scena i gesti compiuti focalizzano l’immagine della parola; mentre la scelta dei movimenti che si espande anche all’interno della platea porta lo spettatore non solo ad essere coinvolto all’interno del testo, ma lo connette agli strumenti  dell’ lavoro che l’attore adopera in quel momento. Altra componente ritmica è affidata all’ attrice Francesca Pica, canti e suoni da lei composti modellano e accompagnano il preciso lavoro scenico di Cinzia Antifona e Valentina Greco. Lavoro, questo della Compagnia POLIS PAPIN che rende leggero le dinamiche che riguardano le vicende amorose e che dal punto di vista prettamente teatrale si mostra molto duttile in diversi contesti scenici, Infatti, come le attrici  ci hanno confidato, Maestre d’Amore  è stato anche un reading, che voleva essere un primo abbozzo di quello che poi è stato lo spettacolo effettivo. Ciò consente ottime prospettive e nuovi orizzonti per una compagnia che per essere stata fondata solo nel 2013, costituisce al suo interno svariati materiali da assemblare e comporre per quanto riguarda le nuove creazioni drammaturgiche che verranno.  

 

Emiliano De Magistris

24 ottobre 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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