Recensione dello spettacolo Le Bal in scena al teatro Sala Umberto dall’11 al 27 Ottobre 2016
Uno spettacolo brillante e divertente che mette in scena la storia dell’Italia dall’inizio della seconda guerra mondiale al crollo delle torri gemelle. Un viaggio nel tempo attraverso le musiche, attraverso le mode, attraverso le gestualità e gli atteggiamenti che ci fa rivivere di annata in annata lo svilupparsi della nostra storia, storia di un paese che viene più volte colpito, ma sa rialzarsi, senza mai perdere lo spirito ottimistico che contraddistingue la nostra popolazione.
Sedici attori, otto coppie sempre in scena, in un fortunato format francese di Jean-Claude Penchenat, sembrano farci vivere la silenziosa narrazione dei cambiamenti antropologici passo dopo passo. Un musical senza protagonisti e senza parole, ma con solisti e soliste che riempiono appieno il palco, grazie a messe in scena divertenti e frizzanti e alla padronanza di mimiche ed espressioni facciali magistralmente realizzate da tutti gli attori. Tutto ha inizio in una balera e via via in ogni istante della rappresentazione la forza comunicativa delle azioni, dei gesti e dei suoni si fa viva tenendo lo spettatore costantemente attento e divertito nonostante l’assenza di dialoghi.
Da Rita Pavone a Modugno, da Claudio Villa a Fred Buscaglione, da Mina a Luigi Tenco, per arrivare alla perdizione degli anni Settanta, dal “Me ne frego” al “Tintarella di luna”, dai bombardamenti all’eroina, dalla chiamata alle armi alla liberazione americana, dalla mafia alla corruzione, senza però dimenticare la spensieratezza dei primi bikini a due pezzi, l’allegria del boogie-woogie, l’euforia delle prime disco degli anni Novanta.
Degno di nota è il gioco di luci creato con le lanterne sulle note di Another Brick in the Wall dei Pink Floyd e i continui cambi di costume a scena aperta che raccontano il passaggio di anno in anno riuscendo a farci riflettere sul passato con emozioni del tutto nuove.
Il pubblico della Sala Umberto è entusiasta, regala ai ballerini-attori una timida standing ovation e non disdegna la performance tra le poltrone della platea, anzi anche gli spettatori si alzano e ballano sulla scia di un malinconico entusiasmo che solo il ricordo degli anni che furono può donarci.
Greta Giammarioli
22/10/2016