Domenica, 24 Novembre 2024
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STANZE, il teatro in appartamento: Šostakovič "Il folle Santo

Ampiamente confermato il successo anche dal pubblico romano dell’iniziativa culturale STANZE che nata a Milano nel 2012 con l’intento di diffondere in modo capillare il teatro attraverso una rassegna di spettacoli ospitati in spazi “sui generis” rispetto alle classiche sale di teatro, nella convinzione che la ricerca di un pubblico nuovo richieda anche l’impiego di spazi nuovi, è approdata nella Capitale ma che andrà in tournée anche a Piacenza, Carrara, Napoli e Salerno.

Dopo avere operato, nei primi due anni di attività, esclusivamente negli appartamenti privati, avendo da subito verificato che scegliere piccoli spazi e quindi piccole platee si rivelava uno straordinario volano, la proposta è passata nelle case museo di Milano, al terzo anno di attività, con l’obiettivo anche di valorizzare luoghi di grande bellezza ma poco noti, di trovare per ogni spazio lo spettacolo più adatto per esaltarne le peculiarità da un lato e dall’altro sfruttare le suggestioni del luogo per potenziare il senso del lavoro teatrale.
La scelta per Roma è caduta sul Villino Boncompagni Ludovisi che ospita il Museo Boncompagni Ludovisi per le arti decorative, il costume e la moda dei secoli XIX e XX, che, lunedì 17 luglio u.s., ha visto la seconda delle tre serate programmate, con la rappresentazione di Šostakovič IL FOLLE SANTO, con Tony Laudadio, noto attore apprezzato dal grande pubblico; la regia e lo spazio scenico di Francesco Saponaro del quale è stata anche la drammaturgia insieme ad Antonio Ianniello, in una produzione <Teatri Uniti>.
La creazione teatrale si è ispirata alla vita e all’opera del compositore russo Dmitrij Šostakovič, figura tra le più rappresentative e profetiche del Novecento, tra i più importanti compositori di scuola russa.
Šostakovič ebbe un travagliato rapporto con il governo sovietico: subì infatti due denunce ufficiali a causa delle sue composizioni (la prima nel 1936, la seconda nel 1948) e i suoi lavori furono periodicamente censurati. La sua totale riabilitazione avvenne solamente dopo la morte di Stalin, e culminò con la sua elezione al Consiglio supremo sovietico e alla nomina ad ambasciatore dell'URSS in importanti eventi culturali di tutto il mondo.
Šostakovič ha subìto la crudeltà di uno Stato repressivo che ha tentato con la ferocia e con l’inganno di espropriare e manipolare la cultura.
La forma della rappresentazione è stata quella di un melologo, genere musicale nato nel XVIII secolo, in cui la semplice declamazione di un testo letterario è eseguita con un accompagnamento musicale. Nel caso di specie la colonna sonora è stata dello stesso Šostakovič (anche uno dei più prolifici autori di musiche per pellicole della Russia sovietica).
Lo spettacolo ha felicemente coniugato, in un rapporto di completa fusione la vita privata, la musica e le riflessioni sul rapporto cruciale tra artista e potere. Un’accalorata confessione, ricostruita a partire dall’ampio epistolario e da alcune prestigiose biografie, da cui è emerso un complesso mondo interiore venato di malinconica ironia.


Alfredo Rovere
18 luglio 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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