Recensione dello spettacolo Traces in scena all’Auditorium Conciliazione dal 27 al 30 ottobre 2016.
Divertenti, irriverenti, interessanti, bravi. Les 7 doigts tornano a Roma, dopo il successo dello scorso anno di “Cousine & Confessions”, la compagnia quebecchese è nuovamente ospite al RomaEuropa festival di quest’anno con il loro ultimo lavoro “Traces”.
Già accolto da 25 paesi e 200 città in tutto il mondo, questo nuovo spettacolo mette in scena la fuga dei sei protagonisti da un’imminente catastrofe, un gruppo di giovani ragazzi che scappano dalla realtà per ritrovarsi in un rifugio, un luogo protetto in cui la piccola comunità condivide progetti futuri, ansie e paure, piccole gioie quotidiane, adolescenziali dispetti. Un posto dove nutrire la creatività, raccontarsi storie, progettare un mondo migliore. Ognuno di loro prende parte a questa comunità come singolo individuo capace di mostrare gli aspetti peculiari del proprio carattere, le attitudini, i difetti, le capacità.
Quello che è messo sulla scena ha tutte le carte in regola per definirsi “circo”, ha a che fare con il costante rischio, ha bisogno di un grandissimo allenamento fisico, richiede all’artista impegno e dedizione e produce nello spettatore ciò che comunemente definiamo con l’aggettivo “spettacolare”. I sette artisti, non solo riproducono sul palco questa spettacolarità, ma riescono ad andare oltre, a rendere contemporaneo quello che di solito è prodotto con le usuali formule visive. Quando si pensa agli spettacoli circensi, ci viene in mente una serie di esibizioni acrobatiche la cui unica ambizione è di sorprenderci, trattenendoci con il fiato sospeso.
I 7 doigts riescono, con i loro spettacoli ad inventare un nuovo modo di fare circo, ripensandolo e trasformandolo in una vera e propria creazione artistica. Con l’inserimento di una storia, e quindi di una trama, le performance hanno coerenza, lungo questo filo conduttore gli artisti possono liberamente recitare, ballare, mimare, parlare (in un tenerissimo pessimo italiano), senza mai stancare il pubblico e poi si lanciano, si arrampicano, giocano, volano, pattinano, sfidano la gravità, si divertono e ci divertono.
La compagnia quebecchese ha in tutti i sensi riscritto il linguaggio circense coniugando brillantemente danza, acrobazia, teatro, urban culture, impegno politico e poesia. Traces è il prodotto perfetto di questo multifocale e ambizioso progetto, che riesce a colpire il pubblico in tutti i suoi aspetti centrali. Il risultato è un prodotto brillante apprezzato dalla platea che regala vari applausi a scena aperta, grazie al suo ventaglio di messe in scena eccezionali. Gli artisti creano uno spazio familiare e poetico riducendo la distanza tra palco e platea, divertente vedere i giovani protagonisti schizzare tra le poltrone, peccato solo che l’ultimo numero non sia riuscito nonostante i quattro tentativi.
Greta Giammarioli
29/10/2016