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Teatro Ghione. Quando eravamo repressi 3.0. Avere 26 anni e (quasi) non sentirli

Recensione dello spettacolo Quando eravamo repressi in scena al Teatro Ghione dal 19 al 30 ottobre 2016

Era il 14 Settembre 1990, Quando eravamo repressi viene presentata in prima nazionale al festival Benevento Città Spettacolo...l'effetto è quello di una bomba ad orologeria che attendeva di esplodere da tempo.

Da lì a un mese e mezzo, il 31 ottobre, va in scena al Teatro Eliseo di Roma e fa una serie di sold out clamorosi. Inizia una tournée nazionale che termina nella primavera del 1991 e alla quale seguono le riprese dell'omonimo film che alla fine dello stesso anno passa il visto censura, col divieto ai minori di 18 anni, ma la storia e le tematiche trattate fanno ancora una volta parlare e discute, nei primi mesi del 1992 viene ritirato, sequestrato e ancora oggi è un film introvabile anche per il regista.

Sul finire del 2016 Pino Quartullo ci riprova e porta al Teatro Ghione un Quando eravamo repressi, evoluto come l'utilizzo del Web, alla sua versione 3.0.
Cos'è cambiato 26 anni dopo?
Nella sostanza ben poco, la storia trattata e le tematiche sul rapporto di coppia rimangono le stesse, ad essere diversi sono tanti piccoli dettagli che presi nella loro singolarità possono sembrare insignificanti ma analizzati nella loro complessività trasformano la pièce in qualcosa di molto vicino ma al contempo molto diversa dall'originaria.
Sicuramente l'impatto sul pubblico non è stato quello che fu la prima volta, molti tabù sessuali nel III millennio sono caduti altri ne sono nati e forse per dare nuova linfa a un testo che nonostante il dilagare della pornografia di massa porta bene gli anni andava fatto qualche piccolo aggiornamento in più.
Ad ogni modo la commedia fa ancora ridere come nel 1990 però con una differenza fondamentale e non trascurabile, nel 2016 fa anche un po' riflettere in quanto quelli che una volta erano problemi/vizi di pochi con l'avvento dell'informazione rapida sono diventati problemi/vizi di molti, anche troppi forse.
Il cast composto da Francesca Bellucci, Annabella Calabresi, Matteo Cirillo e Tiziano Floreani. Annabella Calabresi e Tiziano Floreani ci sono sembrati molto più affiatati e calati nella parte di quanto lo sono sembrati Francesca Bellucci (brava ma esageratamente distaccata) e Matteo Cirillo (anche lui bravo, l'abbiamo potuto apprezzare i primi di ottobre di quest'anno in Aspettando una chiamata al Teatro Studio Uno, ma come se mancasse qualcosa)
Concludendo la domanda di fondo era e resta "Fare scambi di partner è un tentativo di salvare un amore?", usciti di sala resta il dubbio è che verita sta nel mezzo, quindi dato che il sottoscritto non s'è ancora deciso... ai posteri l'ardua sentenza.

 

Fabio Montemurro

02/11/2016

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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