Giovedì, 19 Settembre 2024
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CHE FAI TU, LUNA, IN CIEL? DIMMI CHE FAI…

Recensione dello spettacolo “Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi che fai...” in scena al Teatro Greco dal 3 al 5 novembre 2016

In prima nazionale il Teatro Greco di Roma ha ospitato il ritorno alle scene di un grande del teatro italiano, Flavio Bucci. Assente dai palcoscenici da quasi dieci anni, l’attore, ha scelto l’inaugurazione della nuova stagione del teatro, per salire nuovamente in scena con lo spettacolo “Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi che fai...” in programma dal 3 al 5 Novembre.

 

Il titolo è tratto dalle prime parole del “Canto notturno del pastore errante dell’Asia”, di Giacomo Leopardi di cui Bucci ha letto, interpretato e recitato alcuni dei canti più noti, da “alla Luna” a “L’infinito” passando per “Il primo amore e “A Silvia” senza però dimenticare “La quiete dopo la tempesta”, “Le ricordanze”, “Il passero solitario”, “Il Sabato del villaggio”, “La sera del dì di festa” e “A se stesso”. Ad accompagnare l’attore torinese due donne, al pianoforte una delle più interessanti compositrici e pianiste italiane Alessandra Celletti che ha deliziato la platea con le musiche composte e suonate dal vivo, non semplice sottofondo ma forte intervento e racconto musicale e Gloria Pomardi nella parte danzata che rappresenta la luna e le donne amate dal poeta. Le immagini fotografiche di Guido Laudani assieme ad alcuni essenziali elementi scenici, hanno riempito la scenografia dello spettacolo con la regia di Marco Mattolini.

Più che una semplice lettura è stata una vera e propria interpretazione delle parole del grande poeta italiano, un omaggio suntuoso alle vibranti parole delle sue poesie, e vibrante è stata la voce dell’attore, che penetra l’anima dello spettatore e riesce ad emozionarlo grazie all’intensità della malinconia che solo l’autore di “A Silvia” è solito regalarci. Bucci è seduto su una panchina e basterebbe solo la sua voce che narra Leopardi a rendere poetico lo spettacolo, ma ci accompagna, quasi cullandoci il suono del pianoforte, magistralmente accarezzato dalle mani della pianista, mentre la ballerina va dentro e fuori la scena, accompagnata da vari oggetti, un mazzo di fiori prima, un ombrello e un paio di ali, poi.

Uno spettacolo senza dubbio serio ed elegante, una commistione tra danza, musica e teatro che ricorda la volontà di un’unificazione delle arti. La platea era piena di un pubblico maturo, non sempre attento, forse per una leggera ripetitività nei movimenti dei balletti. Eccezionale Bucci che ha dichiarato “Per tornare ho scelto ancora una volta Giacomo Leopardi. Mi sembra di interpretare da sempre le sue poesie… Leopardi è il nostro Shakespeare. Ci parla nella lingua del mondo.”  

Greta Giammarioli

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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