Recensione dello spettacolo Border Line in scena a Carrozzerie | n.o.t il 26 gennaio 2018
Per chi, come me, è cresciuto sulla sua riva, il mare ha rappresentato un limite ma anche un’opportunità, un confine liquido che collega con la sua superficie terre lontanissime tra loro. Capace di allontanare per sempre ciò che un tempo era vicino e restituire alla spiaggia ciò che non gli è mai veramente appartenuto, il mare oggi acquisisce una valenza ancor più sociale: il tema degli sbarchi intasa, finendo con l’anestetizzarci, tante e troppe pagine di cronaca o politica. Una narrazione dove non è più il singolo al centro del racconto ma quella informe massa di disperati che tenta di sbarcare in un mondo migliore, attraverso mezzi che possono definirsi di fortuna solo quando l’odissea giunge a buon fine. Un movimento migratorio antico quanto la Storia dell’Umanità ma che per comodità della propria coscienza, pigrizia intellettuale, malafede economica e opportunità elettorale si tende a enfatizzare o meno a seconda del bisogno.
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