#andiamoateatro
Dal 26 al 30 novembre 2015 il nostro #worldtour2015 è approdato in Uruguay dove abbiamo presentato MADE IN ILVA al Parque Tecnologico Industrial e diretto il workshop MEGALOPOLIS#Montevideo nell’ambito del festival Teatro Para El fin del mundo.
Atterriamo a Montevideo, in Uruguay, dopo aver sorvolato le cime innevate della cordigliera delle Ande. Ci accoglie una città solare, non solo nel suo clima mite ma anche per suoi abitanti, sorridenti e positivi. Non abbiamo nemmeno il tempo per ambientarci e adattarci al nuovo fuso orario che ci mettiamo a lavoro per costruire uno spazio scenico dentro una ex fabbrica, all’interno del PTI, Parque tecnologico industriale della città, situato nel quartiere popolare del Cerro, dove gli abitanti passano anche un anno senza attraversare il ponte che li collega con il centro della città.
Attrezzi abbandonati, strutture decadenti e nella parete di fondo uno squarcio che sembra rappresentare una via di fuga reale e metaforica per il nostro Eremita Contemporaneo, da sempre imprigionato nella sua gabbia e in cerca di espiazione. Uno scenario perfetto per MADE IN ILVA, che viene accolto dal pubblico con abbracci, lacrime, tanti complimenti ed il coinvolgimento con battito di mani a tempo nel ritornello della “Brutalizzazione”, il pezzo musicale che scandisce l’alienazione del lavoro seriale. Il giorno seguente siamo pronti per condurre 30 partecipanti nella vicenda dei 43 studenti desaparecidos di Ayotzinapa, Messico, tema di indagine del nostro ultimo lavoro Desaparecidos#43. Emerge subito quanto questa tematica sia sentita qui in Uruguay, dove i partecipanti più grandi riportano nel lavoro esperienze vissute durante la dittatura. Il livello emotivo è molto alto, proprio perché gli adulti ricordano questi episodi e i giovani studenti vivono la causa come se fosse la loro. Al termine dei 2 giorni presentiamo il risultato conclusivo nel Festival e mentre chiediamo giustizia per Ayotzinapa attraverso un canto popolare struggente proposto da un partecipante, vengono ricordate anche le tante persone scomparse qui in Uruguay. Tutto si svolge in maniera così rapida ed intensa ed in pochi giorni ci sentiamo già parte di questa affascinante città, dove la gente cammina in costume per il lungomare con il termos del matè sottobraccio e si ritrova a cantare e suonare di fronte ai locali della città vecchia.
(sulla pagina facebook de la Platea il reportage fotografico completo
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.442962092555439.1073741853.224465774405073&type=1 )
[Anna Dora Dorno & Nicola Pianzola
INSTABILI VAGANTI]
Redazione
21 dicembre 2015