#andiamoateatro
"Non penso ci siano definizioni per un lavoro ancora da definire, che probabilmente non smetterà mai di essere definito.
Non trovo una prefazione, un sunto o una trama. Radice banale, come immagine, è probabilmente un ragazzino svogliato che getta continuamente palline di carta con gli appunti di storia in un cestino.
C'è della meccanica, del simbolismo acuto e sistemi di evocazione semplici che non faranno mai cadere lo spettacolo nella ricostruzione o riproduzione.
Mi chiedono spesso il perché del contesto storico; per rivendicazione, certo. Per rabbia, per l'indignazione nei confronti di un silenzio molteplice, di tutti. Ma anche per il teatro, per l'atto in sé, per dare eleganza e comprensione tramite le nostre idee, per fare incazzare la gente. per tante belle o brutte cose esiste questo spettacolo. Esiste per gli altri, per la gente, per amplificare il non detto, per uscirne diversi presumo.
Verrei a teatro solo per il semplice fatto che siamo l'unico gruppo in Italia a portare qualcosa di così giovane e di così bisognoso di trovare giusti spazi, ci dicono spesso che siamo una cosa rara. Hanno ragione, in un panorama come quello Italiano è così e Rumoroso silenzio ne è la viva testimonianza. Suscitiamo curiosità, spero.
Abbiamo la giusta presunzione; quella di essere ascoltati, per il resto cè solo la convinzione del continuare a fare cose belle.
Abbiamo scelto di iniziare con un tour di lancio e non a data secca, sarà così, usciremo in qualche data abbinata a qualche iniziativa correlata per fare emergere il progetto in se, che vuole essere di larghe vedute nel suo modo di intendere la storia."
[Luca Andreini, 27/11/2015]
Redazione
29 novembre 2015