Lunedì, 25 Novembre 2024
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L’appello di Alessandro D’Avenia: Può un semplice nome rivoluzionare tutto?

Recensione del libro L’Appello di Alessandro D’Avenia edito da Mondadori

 

“La vita va da quando decidono che nome darti a quando quello stesso nome è solo un graffio su una lapide. Nell’uno e nell’altro caso non hai l’iniziativa, quelle lettere sono tutto ciò che hai per venire alla luce e provare a rimanerci. Forse per questo gli antichi dicevano che il destino è nel nome: che ti piaccia o no, sei chiamato a rispondere all’appello.

Un romanzo travolgente che mescola linguaggi e forme letterarie differenti, dal diario, alla filosofia, all’allegoria, raccontando di una classe di ragazzi sfortunati che con l’aiuto di un professore cieco riescono a fuoriuscire dal proprio guscio e a dirigersi verso un futuro migliore.

E se l'appello non fosse un semplice elenco? Se pronunciare un nome significasse far esistere un po' di più chi lo porta? Allora la risposta "presente!" conterrebbe il segreto per un'adesione coraggiosa alla vita.

Questa è la scuola che Omero Romeo sogna. Quarantacinque anni, gli occhiali da sole sempre sul naso, Omero viene chiamato come supplente di Scienze in una classe che affronterà gli esami di maturità. Una classe-ghetto, in cui sono stati confinati i casi disperati della scuola. La sfida sembra impossibile per lui, che è diventato cieco e non sa se sarà mai più capace di insegnare, e forse persino di vivere. Non potendo vedere i volti degli alunni, inventa un nuovo modo di fare l'appello, convinto che per salvare il mondo occorra salvare ogni nome, anche se a portarlo sono una ragazza che nasconde una ferita inconfessabile, un rapper che vive in una casa famiglia, un nerd che entra in contatto con gli altri solo da dietro uno schermo, una figlia abbandonata, un aspirante pugile che sogna di diventare come Rocky... Nessuno li vedeva, eppure il professore che non ci vede ce la fa. A dieci anni dalla rivelazione di Bianca come il latte, rossa come il sangue, Alessandro D'Avenia torna a raccontare la scuola come solo chi ci vive dentro può fare. E nella vicenda di Omero e dei suoi ragazzi distilla l'essenza del rapporto tra maestro e discepolo, una relazione dinamica in cui entrambi insegnano e imparano, disponibili a mettersi in gioco e a guardare il mondo con occhi nuovi. È l'inizio di una rivoluzione? 

Il romanzo narra di un professore, Omero Romeo, reso cieco da una malattia degenerativa, che accetta una supplenza annuale di una classe quinta sgangherata in cui hanno fatto confluire gli alunni più problematici. La cecità non gli permette di poter vedere i suoi alunni e svolgere le lezioni in maniera tradizionale ma probabilmente il suo modo di fare scuola sarebbe stato comunque differente data la sua concezione dell’insegnamento.

Centrale per Omero è l’alunno, con il bagaglio che porta con se e che determina la sua visione del presente e del futuro. Tra maestro e discepolo non c’è un rapporto di gerarchia insormontabile in cui il discente deve imparare senza porsi domande ciò che espone il docente. Tra di essi si instaura una relazione dinamica che genere un reciproco processo di apprendimento continuo. Ciò rispecchia la nuova concezione che si ha del’insegnamento ma proprio come nel romanzo anche nella realtà questa visione trova delle resistenze nell’essere applicata.

Romeo non può svolgere l’appello come si fa di consueto e chiede ai ragazzi ad ogni lezione di presentarsi, parlare di se prendendo spunto da un quesito scientifico da lui posto, e avvicinarsi alla cattedra per farsi toccare il viso. 

Anche il suo modo di fare didattica è differente poiché non spiega le scienze limitandosi ad esporre le nozioni, ma spinge i ragazzi a interrogarsi sulla realtà circostante. “Perché il mare è salato? Perché di notte il cielo diventa scuro?” 

“La cosa importante è non smettere mai di interrogarsi. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell’eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà”. 

I suoi alunni apprezzano molto il metodo perché si sentono ascoltati, messi al centro del rapporto educativo per la prima volta e decidono di diffondere l’Appello dentro e fuori la scuola. 

Ma ciò li porterà a scontrarsi con difficoltà burocratiche, note di demerito, richiami del preside, il rischio di non potersi diplomare ma daranno il via ad una rivoluzione pacifica che sarebbe bello si realizzasse anche nella realtà.

Viene affrontata anche la tematica dei genitori che sono come spettatori ignari di ciò che sta accadendo ai propri figli, poco interessati alla loro interiorità. Vedono in essi una discendenza che dovrebbe permettere loro di rivalersi nella vita ma difficilmente questo accade.

L’appello è un romanzo a tratti lento, da legger pian piano e far fermentare perché ti obbliga a vedere la realtà, riflettere su di essa e sul presente. D’Avenia utilizza una pluralità di linguaggi e numerose citazioni rendendo necessario al lettore soffermarsi su quello che sta leggendo. I continui appelli svolti dai ragazzi inoltre rendono non sempre scorrevole la lettura ma permettono allo stesso tempo di conoscerli pienamente. I personaggi sono ben delineati psicologicamente ma poco fisicamente. Ciò che conta per l’autore è l’interiorità dei protagonisti, il loro percorso di crescita che però risulta essere un po’ troppo repentino. Per una vera maturazione nella realtà non bastano pochi mesi.

D’Avenia tratta delle realtà del mondo della scuola in maniera consapevole discostandosi di poco da essa poiché egli stesso è un professore.

La lettura non sempre scorrevole potrebbe far desistere il lettore dall’andare avanti ma sbaglierebbe perché perderebbe la possibilità di essere spettatore di una rivoluzione che merita di essere letta.

Alesandro D’Avenia: è uno scrittore, sceneggiatore e insegnante di grande successo. Per la sua dote di sapere coinvolgere i lettori giovani (e non solo giovani) al bello, all'arte e alla letteratura, D'Avenia è uno dei professori più amati d’Italia. Si è laureato in lettere classiche a Roma. Il suo primo romanzo, scritto nel 2010, diventa immediatamente un caso editoriale di straordinario successo: Bianca come il latte, rossa come il sangue. Dopo di esso ha pubblicato: Cose che nessuno sa, Ciò che inferno non è e L'arte di essere fragili.

 

 

Debora Fusco

1 dicembre 2020

 

 

Informazioni

L’appello

Di Alessandro D’Avenia

Edito da Monadori

Pag. 348

Cartaceo  20.00 € 

Ebook    9.99 €

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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