Recensione di Le sette dinastie di Matteo Strukul, Newton Compton editore. La società fondata nel 1969 da Vittorio Avanzini, e oggi guidata insieme con il figlio Raffaello, vanta un catalogo di migliaia di titoli che va incontro agli interessi più ampi e disparati dei lettori
Sette famiglie, sette sovrani, sei città: questa è l’Italia del XV secolo, dilaniata da guerre, intrighi e tradimenti, governata da signori talvolta lungimiranti, ma molto spesso assetati di potere e dall’indole sanguinaria. A Milano, Filippo Maria, l’ultimo dei Visconti, in assenza di figli maschi cerca di garantire la propria discendenza dando in sposa la giovanissima figlia a Francesco Sforza. Intanto trama contro il nemico giurato, Venezia, tentando di corromperne il capitano generale, il conte di Carmagnola. Ma i Condulmer non temono gli attacchi: smascherano il complotto e riescono a imporre sul soglio di Pietro proprio un veneziano, che diverrà papa con il nome di Eugenio IV.
Tuttavia il duca milanese troverà alleati anche a Roma: sono i rappresentanti della famiglia Colonna, ostili al papa che viene da Venezia e decisi a cacciarlo dalla città. Solo l’aiuto dei Medici riesce a scongiurare la morte del pontefice, costretto però a un esilio forzato a Firenze. E mentre nel sud dell’Italia si fa sempre più cruenta la guerra tra angioini e aragonesi, il destino della penisola italica è sempre più avvolto nell’incertezza.
Le sette dinastie narra le vicende di uomini e donne che con le loro gesta hanno contribuito a rendere l’Italia ciò che è. La pace in quel periodo era qualcosa di agognato e una volta ottenuta era difficile da mantenere.
Ma con sotterfugi, intrighi e strategie ben pianificate i Visconti, i Medici , i Condulmer, i Colonna e gli Aragonesi hanno governato l’Italia del Rinascimento. L’autore ci fa, con chiarezza, vedere e percepire, con una mirabile penna, ciò che effettivamente è accaduto in quell’epoca.
Violento dove serve, appassionato a volte, misterioso , il libro si dipana tra descrizioni storiche precise e impeccabili, dialoghi ed azioni dove è la creatività dell'autore a riempire i vuoti, ma sempre nel rispetto di ciò che può essere realmente accaduto.
La scrittura è scorrevole e fluida, lo stile è chiaro, in linea con la trama.
La descrizione degli ambienti è minuziosa e niente è lasciato al caso. Si ha la sensazione di vedere scorrere gli eventi davanti ad uno schermo.
Strukul fa infatti un buon uso dello “show. don’t tell” (mostra, non raccontare), mostra effettivamente e fa immaginare ciò che sta accadendo, non lo descrive semplicemente.
Occorre però un’attenzione particolare nella lettura poiché la grande quantità di personaggi coinvolti nel racconto può confondere un po’ il lettore.
Intrecciare le vicende di una tale quantità di protagonsti non deve essere stato facile per l’autore ma è riuscito in modo egregio a raccontarle. Quello che manca però è un filo conduttore che conferisca unità alla storia.
È evidente che il racconto sia stato frutto di una grande ricerca storica sugli avvenimenti e sui personaggi dell’epoca ma manca quel qualcosa che renda la storia rinascimentale un romanzo avvincente da leggere.
Le sette dinastie resta però un’opera narrativa ben scritta e molto accurata che merita di essere letto da chi ama il romanzo storico.
Matteo Strukulè nato a Padova nel 1973. È laureato in giurisprudenza e dottore di ricerca in diritto europeo. Le sue opere sono in corso di pubblicazione in sedici lingue, pubblicate in trenta Paesi e opzionate per il cinema. Il primo romanzo della saga sui Medici, Una dinastia al potere, ha vinto il Premio Bancarella 2017.
Debora Fusco
25 novembre 2019
Informazioni
Le sette dinastie
Di Matteo Strukul
Newton Compton editore
Pag. 543
Ebook: € 2,99
Cop. flessibile: € 1,90
Cop. Rigida: € 9,90