Lunedì, 24 Marzo 2025
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Nicolò Ceriani: Il vicepresidente di Assolirica dice la sua sul futuro del teatro, ma non solo

Concludiamo il viaggio nel mondo dell’opera con la nostra guida d’eccezione: il baritono Nicolò Ceriani

 

Pensiamo che chi non conosceva lo stile e la grinta di Ceriani sarà sicuramente rimasto colpito dalla chiarezza di posizioni del baritono che riesce a portare avanti una carriera di successo senza dimenticare le grandi battaglie in difesa degli artisti lirici.

Certamente in questi dieci anni Assolirica ha ottenuto un posto sempre più di rilievo nel dibattito culturale italiano. Per il bene di un mondo fragile e prezioso, ci auguriamo che cantanti, direttori, registi, scenografi e tutti gli operatori  che lavorano nel teatro d’opera riescano a far valere le loro richieste in modo significativo, per poter traghettare  uno dei grandi  Patrimoni dell’Umanità fuori dalla situazione complicata che sta vivendo.

 

 La sensazione è che tutti sappiano da diversi anni quali sono i problemi reali del mondo del teatro dellopera, ma che solo in tempi recenti qualcosa stia cercando di muoversi. Cosa è cambiato?

Il COVID. Questa è l'unica cosa che aveva fatto prendere coscienza al mondo intero dello spettacolo dei veri problemi che lo attanagliano e della mancanza totale di tutele che lo contraddistingue. In realtà tutta questa sensibilità così forte nel 2020 e 2021 ora si sta progressivamente attenuando e tra breve scomparirà del tutto.

 

 Assolirica ha segnalato certe anomalie/ irregolarità presenti nei cartelloni di alcuni teatri italiani? Chi è il vostro referente in questo senso?

Per segnalare le anomalie dei cartelloni di molti teatri italiani, principalmente quelle relative a una clamorosa maggioranza di cantanti stranieri sia nei ruoli principali che in quelli secondari, noi abbiamo come referente il Ministero della Cultura e per segnalare le irregolarità nei ritardi, spesso ingiustificati, dei pagamenti del cachet (vi sono casi che raggiungono anche l'anno o l'anno e mezzo di ritardo oltre alla data concordata in contratto !) come referente abbiamo il Direttore dello Spettacolo dal vivo, nella persona del Dott. Parente che è professionista espertissimo, fermo ed onesto e persona squisita.

 

Pare esistere un rapporto specialefra la direzione di certi teatri ed alcune agenzie. Esolo unimpressione od è qualcosa di più tangibile? Se fosse così, come si sente un cantante, preparato ed in ottima condizione vocale, a non essere neanche preso in considerazione? È un torto o di fatto un consolidato metodo accettato e condiviso?

Non credo che esista un rapporto speciale tra la direzione di certi teatri ed alcune agenzie. Semplicemente i teatri con più soldi intrattengono con maggiore frequenza rapporti consolidati con le agenzie più grandi. Un cantante (o un direttore o un regista) preparato ed in ottima condizione vocale, se vuole essere preso in considerazione, può tentare di entrare in una di queste agenzie, altrimenti vivrà il tutto come un torto, ma anche allo stesso tempo, come lei dice, come un fatto consolidato accettato e condiviso.

         Diverso e gravissimo sarebbe il discorso qualora una o più agenzie riuscissero ad  avere non tanto e non solo un rapporto preferenziale con i Teatri, ma con la politica tout court e/o con figure ministeriali: in questo caso si potrebbe verificare la malaugurata ipotesi che l’eventuale imposizione di cast privilegiati (e anche, come detto prima, di titoli scelti a caduta dal cast e non viceversa) diventi condizione necessaria a garantire alle dirigenze di turno dei Teatri pubblici, (che accettassero questi pacchetti esecutivi), una eventuale riconferma nei loro incarichi; e tutto ciò magari anche solo per millantato credito…una situazione assolutamente paradossale e rovesciata rispetto alle consuetudini, dove alcune Agenzie potrebbero garantire nella sostanza il mantenimento delle cariche dirigenziali alle figure apicali delle Fondazioni !

         Ma questo è uno scenario che noi auspicheremmo possa avvicinarsi più alla fantascienza che alla realtà.. Comunque è sempre opportuno vigliare, perché talvolta anche le cose più impensate accadono realmente…

         In altro campo, mai avrei pensato nella mia vita di vedere un numero sempre più consistente di esponenti pubblici ostentare simboli o atteggiamenti nazisti o parafascisti; eppure questo sta accadendo quasi nell’indifferenza assuefatta dell’opinione pubblica e talora anche nella giustificazione di certe sentenze ! Per cui antenne sempre diritte e mai credere che l’impensabile non possa prima o poi avverarsi !

 

Quanto è il peso nelle scelte del cast del Sovrintendente e quanto del Direttore artistico?

Anche in questo caso, per quanto concerne l’Italia, non posso, vista la pratica,  dare una risposta che valga per tutte le situazioni: in linea di massima il Sovrintendente dovrebbe rivolgere le proprie cure e attenzioni verso la tenuta economica del Teatro che dirige e segnalare eventualmente al Direttore artistico la non sostenibilità di talune ipotetiche proposte (sia di cast che di allestimento, ma anche di repertorio, qualora l’opera preveda un numero abnorme di interpreti) in quanto possibili cause di superamento dei limiti del bilancio. Ma non sempre è così. In realtà alcuni Sovrintendenti sono (o si sentono) più direttori artistici che esperti di economia aziendale e quindi tengono un direttore artistico semplicemente come collaboratore e non come vero decisore dei cartelloni. Dipende molto dal curriculum e dalla provenienza delle singole persone e dall'equilibrio che tra le due figure si viene a creare in ogni realtà teatrale.

 

Quanto pesa, secondo voi, la politica nellassegnazione dei ruoli dirigenziali e quanto la competenza specifica?

D’ istinto, direi 70 e 30 ma mi rendo conto che fatta così sembra più una facile battuta provocatoria che altro. Diciamo però, rispondendo seriamente, che a parità di competenza specifica la politica conta cento.

 

La riforma ipotizzata dal Ministro andrebbe a mutare questi equilibri? In che maniera?

Non credo che nessuna riforma in Italia potrà mai mutare qualcosa nella pratica reale degli aspetti amministrativi, o mutarla in modo così radicale da impedirle di far incidere il peso della politica. Stiamo attenti però che quando diciamo politica non intendiamo necessariamente quella ufficiale fatta principalmente dai partiti (che contano ancora un po’, ma sempre meno), ma intendiamo un mondo parallelo/quasi sotterraneo o non necessariamente totalmente emerso, assai pervasivo, ma allo stesso tempo concretissimo e reale, composto da una sorta di “associazionismi” più o meno ufficiali, intesi nel senso più lato del termine. In Italia (e anche in altri paesi europei) è così da tanto tempo, forse da sempre, e noi, talvolta fruitori e talvolta anche attori apparentemente attivi, siamo, temo, completamente assuefatti a questo mondo di interessi ambiguamente incrociati. Altre realtà tuttavia esistono, spesso fuori dall’Italia, ed in queste sembrerebbe che la qualità e la competenza stiano, almeno in apparenza, al primo posto e che la cosiddetta politica e le conoscenze arrivino certo, ma in coda !

 

 

Quali vorreste fossero i primi passi del nuovo Ministero?

Che scrivesse entro agosto i decreti attuativi della legge Franceschini seguendo le linee guida che abbiamo indicato al ministero relativamente alla nostra riscrittura di un contratto nazionale non più onnicomprensivo e alla rigida osservanza di un nuovo cachettario per gli artisti.

        

Qual è la proposta che Assolirica vorrebbe vedere approvata dal ministro?

Che la legge sull’equo compenso diventi operativa all’interno dei contratti delle Fondazioni lirico sinfoniche e dei Teatri di tradizione e che il cachettario da noi proposto divenga realmente obbligatorio e non rimanga sulla carta, come attualmente è il cosiddetto cachettario Buttiglione, scritto e pubblicato in Gazzetta Ufficiale ormai 19 anni fa, certamente ancora attivo e non decaduto, ma in realtà mai applicato !

 

Lei è un magnifico interprete, dalla voce potente, la tecnica solidissima e grandi capacità sceniche. Peraltro la nostra sensazione è che, nonostante i tantissimi successi ottenuti, avrebbe meritato attenzione e successo ancora più ampi. Il suo ruolo allinterno di Assolirica lha mai messa in difficoltà nel suo lavoro di cantante?

La ringrazio per le belle parole, ma ognuno è realmente creatore della propria fortuna. All'interno di una carriera di due o cinque anni si potrebbe ancora parlare di fortuna o sfortuna, ma all'interno di una carriera lunga se l'attenzione e il successo ottenuto non hanno portato a risultati più ampi, ciò ha indubbiamente una componente personale di responsabilità. Questa non è un'intervista a Nicolò Ceriani in quanto interprete e quindi taglio molto corto per dire soltanto che io mi sono sempre sentito un cantante a metà e ho sempre guardato il nostro mondo più dall'esterno che dall'interno, come se assistessi allo spettacolo e non lo facessi. Oltre a ciò sono infinitamente pigro e per giustificare la mia pigrizia mi racconto la favola che sia disdicevole impegnarsi nell'autopromozione e in effetti non l'ho mai fatto e molti colleghi, in alcuni casi forse anche meno capaci o dotati di me, facendolo, hanno talvolta ottenuto risultati o riscontri più lusinghieri. Ma in realtà va bene così ed è giusto così, perché se quando io finisco una recita scappo dal Teatro, quasi già struccato ai ringraziamenti, perché a quel punto quel luogo mi è divenuto improvvisamente stretto (luogo che amo e al quale do tutte le mie energie finché sono un esecutore sul palco) e non voglio veder nessuno, salutare nessuno, né intrattenere rapporti di cordialità con nessuno e preferisco andarmene a casa, per stare comodo in poltrona a leggere un libro, è ovvio che poi debba pagare lo scotto di questo atteggiamento. Il nostro lavoro è fatto per il 60% di relazioni, il 20% di bravura ed il 20% di fortuna.

         Quanto al ruolo di vicepresidente di ASSOLIRICA, questo mi ha messo in difficoltà una sola volta e ovviamente nella mia città, a Trieste, quando protestai pubblicamente in una brevissima intervista televisiva data ad un'emittente locale durante il periodo del COVID, perché il Sovrintendente di allora, Stefano Pace, decidendo finalmente di poter fare un'opera in teatro (si trattava di una Traviata), decise di affidare anche tutti i ruoli secondari a cantanti del coro.

         Se le persone non lo ricordano, rammento che tutte le masse artistiche in quell'anno e mezzo di pandemia sono state garantite nei loro stipendi, anche se lievemente decurtati, mentre i solisti non hanno visto alcuna entrata mai: quindi mi sembrava assolutamente ingiusto che persone (tra l'altro si trattava paradossalmente di ex colleghi e di miei cari amici) che comunque ricevevano in un momento di difficoltà generale uno stipendio, dovessero ricevere addirittura un compenso extra a fronte di un’intera categoria, (quella di noi solisti che appunto avevamo il rischio di impresa e che non ricevevamo nessun sostegno) alla quale veniva clamorosamente impedito di lavorare in quei ruoli affidati “necessariamente” e direi “legalmente” a solisti. Il fatto di aver espresso pubblicamente questo semplice concetto e di averlo segnalato alla direzione dello spettacolo dal vivo (nella fattispecie a Roma, al dottor Parente appunto), mi ha causato lì per lì, l'interruzione momentanea dei miei rapporti con la direzione del teatro, la quale immagino si sia sentita forse sottratta da un presupposto diritto di lesa maestà, dimenticando di essere essa stessa un semplice filtro amministrativo tra i soldi pubblici erogati dallo Stato e la comunità dei cittadini-abbonati: i Sovrintendenti in Italia, forse è bene ricordarlo, non sono i proprietari privati dei Teatri che amministrano per un periodo circoscritto di anni, ma semplici amministratori pubblici di soldi pubblici, che rispondono alle leggi dello Stato ! Oltre a ciò in quella situazione (e questa è la cosa certo più imbarazzante e comica al tempo stesso) i componenti apicali della direzione tutta, se mi incontravano casualmente per strada mi levavano il saluto. Evito di commentare…

 

Possiamo chiedere quali saranno i suoi prossimi impegni teatrali?

Ho appena concluso una serie di recite di Roucher nell’Andrea Chenier a Genova opera che andrò a rifare poi a Torino; ora mi attendono le repliche di un Sagrestano nella Tosca nel cosiddetto giro Toscano (Lucca, Livorno, Pisa e in realtà anche Ravenna) e poi la solita estate in Arena con Rigoletto, Traviata, Nabucco e Carmen. Successivamente dovrei stare a Bologna per una Bohème ed un Barbiere…questo per fermarci al 2025

 

 

Per chiudere: cosa augura al mondo dellOpera Italiana?

Per l'Opera mi auguro ovviamente, da lavoratore interno e da Vicepresidente dell’Associazione nazionale di categoria degli artisti lirici, che tutte le  tutele vengano riconosciute per legge ed attuate in maniera costante e assodata. Non vorrei mai vivere in un paese in cui una tutela sembri una concessione casuale e momentanea che ti fa il committente di turno ! In questo caso sarei costretto ad andarmene dall’ Italia, perché non riuscirei a sopportare di vivere in un luogo in cui le lotte dei lavoratori degli ultimi settant’anni, fatte per l’ottenimento delle garanzie elementari di una vita civile, venissero lentamente disgregate e vaporizzate, corrodendo finanche i principi della nostra Costituzione !

Quanto all'Opera, immagino che muterà progressivamente d’aspetto, perché ogni periodo storico nel suo ciclo porta con sé altre abitudini e nuove estetiche.

Ciò che auguro invece all'Italia è di iniziare a costruire una coscienza musicale scolastica che giustifichi davvero la grandezza di questo Paese, che si fa bello dei propri geni musicali, direi provocatoriamente, assolutamente casuali, ma che a livello di conoscenza media è vergognosamente la più bassa di tutti i paesi europei !

 

 

Ringraziamo moltissimo il Maestro Ceriani per questa lunga intervista e speriamo di incontrarci nuovamente poter festeggiare i passi avanti delle riforme auspicate da Assolirica.

 

 

Gianluca Macovez

13 marzo 2025

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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