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Intervista alla violoncellista Erica Piccotti, con Mauro Arbusti al piano nella Chiesa Metodista di Ponte S. Angelo il 31 marzo 2016
Come approccia alla musica classica Erica Piccotti e come nasce questa sua passione per il violoncello?
Ho respirato musica sin da piccola in quanto mia madre è pianista e mio fratello maggiore è violinista, quindi per me è stato naturale avvicinarmi alla musica classica. A quattro anni ho voluto imitare mio fratello suonando il violino, ma un giorno mia madre ha portato un violoncello a casa ed è stato amore a prima vista o meglio al primo suono!
Dopo il diploma in violoncello a soli 14 anni con il massimo dei voti, lode e menzione d'onore presso il Conservatorio di S. Cecilia di Roma continui gli studi presso l'Hochschule der Kunste di Berna ed attualmente presso l’Accademia W. Stauffer di Cremona. Come e in cosa ti hanno arricchita queste due esperienze?
Devo ringraziare il mio primo insegnante Francesco Storino per avermi accompagnata fino al diploma e fatto amare sempre più il violoncello. Ho avuto poi la fortuna di continuare gli studi con un grande violoncellista come Antonio Meneses prima a Berna ed ora a Cremona. L’esperienza all’estero mi ha fatto molto crescere sia come persona, in quanto ho iniziato a viaggiare da sola in aereo a 14 anni e a parlare obbligatoriamente inglese e tedesco, sia come musicista perchè ho avuto l’occasione di immergermi in una realtà diversa, con ragazzi più grandi di me e quindi con più esperienza. Adesso alla Stauffer mi sento più a mio agio essendo in Italia, l’Accademia è molto prestigiosa e offre a noi allievi anche la possibilità di suonare a fianco di alcuni grandi Maestri. A maggio infatti suonerò al Teatro Ponchielli il quartetto n.1 di Brahms con Bruno Giuranna e al Museo del Violino il quintetto di Schubert La Trota con Bruno Canino.
Venerdì 11 marzo nella chiesa di Sant'Agnese in Agone con Mauro Arbusti al pianoforte hai aperto l'XI Festival Pianistico Internazionale, replicherete nella Chiesa Metodista di Ponte S. Angelo giovedì 31 marzo. Come (o da dove) nasce questo concerto?
Ho suonato all’estero e in molte città italiane, ma a Roma, la mia città, raramente. Quindi quando il pianista Mauro Arbusti mi ha proposto questo concerto, ho accettato molto volentieri.
Franck, Respighi, Paganini e Schumann...quattro compositori molto diversi tra loro. Qual è stato il tuo approccio ai loro differenti universi compositivi e quale dei quattro trovi più “nelle tue corde“.
Avendoli scelti, direi tutti, per diversi motivi: il lirismo di Franck, la calda linea melodica del tema di Respighi che lascia poi spazio alle successive variazioni, la passionalità di Schumann ed infine il virtuosismo di Paganini.
Sul piano sonoro, rispetto ad un violoncello costruito oggi, cosa si riesce a trarre da un violoncello Giovanni Grancino del 1712?
E‘ indescrivibile…forse il modo migliore per capirlo è venirmi a sentire!
Concludendo non ti chiedo come ci si sente ad essere "Alfiere della Repubblica" ma... dopo i tanti premi vinti e le partecipazioni fatte a prestigiosi Festival nazionali e internazionali quali sono i tuoi prossimi progetti nel futuro più immediato?
Oltre i concerti a cui accennavo prima, il prossimo impegno importante sarà affrontare ad agosto il Doppio Concerto di Brahms con l‘Orchestra i Pomeriggi Musicali di Milano sotto la direzione di Pavel Berman.
Fabio Montemurro
15 marzo 2016