Mercoledì, 05 Febbraio 2025
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Lorenzo De Liberato ci parla di se, di Sibilla Aleramo e della prima assoluta di Souffle

#andiamoateatro
Intervista a Lorenzo De Liberato che cura la drammaturgia e la regia di Souffle in scena al Teatro Furio Camillo il 5 e il 6 febbraio 2016 all'interno della rassegna Labirinto

Souffle - Festival Labirinto 2

 

Bene o male noi addetti ai lavori ti conosciamo, ma i lettori? Tagliando corto, Lorenzo De Liberato chi è?

Sono un giovane regista e drammaturgo abruzzese che da ormai otto anni vive a Roma! Questa è la mia, credo... quattordicesima regia, e ho inoltre lavorato come assistente di diversi registi quali Alvaro Piccardi, Carlo Boso e Gabriele Lavia. Da tre anni ho fondato, con gli attori Fabrizio Milano e Stefano Patti, la compagnia Marabutti, con la quale stiamo cercando di farci conoscere sulle scene off romane e di altre città italiane, in aprile andrà in scena la nostra prossima produzione, "Lonlidays" presso Carrozzeri NOT e... Basta, credo che tagliando corto mi sono già dilungato abbastanza!

 

Come nasce l'idea di questa drammaturgia sulla vita di Sibilla Aleramo?

E' stata Chiara a consigliarmi "Una donna" dell'Aleramo, e devo dire che probabilmente la ringrazierò a vita per questo! Il libro è straordinario, mescola perfettamente forza e fragilità, riesce a farti provare esattamente quelle che sono state le emozione, le paure e il coraggio anche, che questa donna ha avuto per emanciparsi! E quindi, che dire, alla proposta di scriverne un testo per il teatro mi è sembrato doveroso rispondere, sì!

 

Dal 5 al 6 febbraio sei in scena al Teatro Furio Camillo con la prima assoluta di "Souffle" all'interno della rassegna Labirinto. Perché questo titolo così emblematicamente fragile e al contempo forte, ossia "Soffio"?

Io e Chiara abbiamo riflettuto tanto sul titolo. Perché souffle? Souffle in francese vuol dire respiro, il respiro è ciò che ci tiene in vita, che ci da ossigeno, quindi ci sembrava che rappresentasse perfettamente la nostra storia, ovvero quella di donna che deve lottare per respirare e dunque per vivere, in un'epoca in cui l'ignoranza, l'ipocrisia e le convenzioni sociali potevano soffocarti (purtroppo non solo allora, ma anche adesso). Io penso che per ogni cambiamento ci sia bisogno di una forza straordinaria e a volte il coraggio per compierli, paradossalmente, è labile come un soffio.

 

Com'è lavorare con Chiara Poletti?

Chiara è un'attrice molto capace, sensibilissima. I nostri caratteri sono molto lontani e quindi abbiamo dovuto fare un grande lavoro su noi stessi per cercare di ottenere, l'una dall'altro, il miglior risultato per la riuscita dello spettacolo. Recitare un monologo è sicuramente molto faticoso e credo che lavorare con me possa essere incredibilmente stressante! Chiara ha avuto molto coraggio, molta passione, per affrontare un testo come questo, ed io posso ritenermi soddisfatto perché siamo riusciti a trasmetterli perfettamente sulla scena e credo che i meriti di questo risultato siano soprattutto suoi. E poi vorrei ricordare il lavoro di Rosaria Iovine che ha curato i movimenti coreografici, senza la quale probabilmente non avremmo saputo dove sbattere la testa! la sua esperienza ci ha aiutato a trovare delle soluzioni e ad unirci anche quando nascevano delle tensioni tra di noi, come è inevitabile che accada!


Quanto questo tuo lavoro è una "sfida al labirinto"?

Una sfida al labirinto? Beh nei labirinti bisogna perdersi per sperare di ritrovare la strada giusta! Souffle probabilmente racconta proprio questo, la storia di una donna che si stava perdendo e che poi è tornata alla luce. Ringrazio i colleghi del "Gruppo della Creta" che ci hanno dato la possibilità di andare in scena nel loro bellissimo festival, ricco di tanti altri spettacoli che invito tutti ad andare a vedere. Hanno fatto un lavoro incredibile e meritano un grande applauso! Vi aspettiamo a Souffle e agli altri eventi del festival! Ciao!

 


Fabio Montemurro

7 febbraio 2016

Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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