Maurizio Scaparro ci parla del suo intervento a TRADIZIONE il teatro di domani. "Un teatro senza giovani non è teatro"
Come si pone l'intervento di Maurizio Scaparro, regista e direttore artistico di diverse realtà teatrali, all'interno di TRADIZIONE il teatro di domani?
Io credo che il colloquio che faremo in questi giorni dovrebbe avere l'obiettivo di far capire a ognuno di noi che l'innovazione passa anche per la conoscenza. Così come per saper scrivere bisogna prima necessariamente avere studiato almeno l'alfabeto e la grammatica, per recitare bisognerebbe aver prima studiato le basi elementari della conoscenza e della tecnica teatrale. In questi giorni ci si dovrebbe porre anche davanti ad un altro interrogativo possibile: quale sarà il Teatro per il domani che ci aspetta? O se volete, come comunicheremo agli altri i nostri sogni e le nostre emozioni?
Che significato assume per lei il "Tradire la tradizione"?
Tradire significa amare (o almeno aver amato) altrimenti è un non-sense. Se così è, tradire è possibile, talvolta utile, ed è anche vero che man a mano che sviluppiamo le nostre vite e le nostre esperienze, ci accorgiamo che ci sono delle tradizioni che sono da cancellare, altre da conservare gelosamente, altre consapevolmente da tradire. Detto questo fatemi almeno pensare con riconoscenza a quegli uomini e a quelle donne che nei secoli, per la prima volta, hanno detto in lingue e tempi diversi ad altri uomini e ad altre donne: "C'era una volta". Il teatro è nato anche così.
Cosa manca al Teatro italiano oggi?
Manca sicuramente un rapporto tra il teatro e la società e manca una legislazione per il teatro; l'Italia è uno dei pochi paesi europei che ha questa grave mancanza. Manca anche un rapporto tra il nostro/vostro essere attori; tutti possono dire di essere attori e non esserlo, e manca in realtà un regolamento che garantisca che il teatro sia qualcosa di connaturato con la nostra società. Non abbiamo i fondamentali e la colpa è, ogni giorno che passa, anche nostra. E' così, ma così non deve essere. Questo è davvero "tradire il teatro".
Quanto sono importanti i giovani per Maurizio Scaparro e che ruolo assumono nel teatro contemporaneo?
Un teatro senza giovani non è teatro, questo è un dato di fatto, i giovani sono quindi importanti perché il teatro possa fare passi avanti. Lo dico senza essere schematico e senza voler dire "tu sei giovane" o "tu sei vecchio" o "se hai 18 anni puoi fare teatro se ne hai 91 non lo puoi fare". Può capitare per esempio che ci sia un giovane-vecchio come Giorgio Albertazzi che da anni ci ricorda le parole magiche e illuminanti per il futuro di Marguerite Yourcenar nelle sue "Memorie di Adriano". Del resto stiamo attraversano un momento bellissimo e importante, in cui stanno mutando non solo i linguaggi dello spettacolo ma anche i linguaggi della comunicazione, (basti pensare negli ultimi secoli, per esempio, alla scoperta della luce elettrica o all'avvento del cinema) e quindi tutti noi, ma soprattutto i giovani, dobbiamo capire come far convivere le nuove tecnologie, con un'arte umana per eccellenza come il Teatro.
Un buon Consiglio a chi ha buone idee e non ha trovato ancora la spinta giusta per fare il passo decisivo dell'iniziare a fare teatro.
Parlare tra voi, vedervi, confrontarvi. Se devo pensare a cos'è che mi ha aiutato a fare teatro penso alla possibilità che è stata data ai giovani, segnatamente negli anni '80 in Italia, di associarsi in forme diverse, (penso alle cooperative, al formarsi di gruppi sperimentali di giovani, al loro rapporto con alcune città guida piccole e grandi attente alla vita teatrale). Oggi viviamo un rapporto pressocché inesistente con il Teatro a gestione pubblica, che dovrebbe avere un ruolo invece fondamentale per aprire spazi di lavoro e di creatività per le nuove generazioni. Dobbiamo non assistere passivamente tutti noi, giovani e no, all'indifferenza nei confronti delle arti dello spettacolo, predominante oggi nella gestione della vita pubblica italiana. Credo che questa sia una delle ragioni del nostro incontro.
Stare insieme è molto importante, studiare è molto importante ed avere lo spazio dove lavorare è molto importante, perché spetta ai giovani cambiare il teatro e al teatro di essere specchio della società.
Fabio Montemurro
19 ottobre 2015