Quest’oggi ai nostri microfoni troviamo Elisa Silvestrin, volto noto su Rai Uno come annunciatrice del palinsesto, dopo il grande successo di quest’estate con L’Antigone regia di Lia Tanzi debutterà in prima nazionale dal 13 al 22 novembre al Teatro dell’Angelo con Lo zoo di vetro di Tennessee Williams con Pamela Villoresi, Elisa Silvestrin e Manuele Pica regia di Giuseppe Argirò.
Parlaci di questo spettacolo e del ruolo che interpreterai.
Per prima cosa sono felicissima di poter fare questo spettacolo al fianco di Pamela Villoresi che è bravissima ed io stimo moltissimo. Durante le prove la guardo sempre con profonda ammirazione. Io interpreterò sua figlia, Laura. Si tratta di una ragazza estremamente timida, zoppa a causa di una malattia che la colpì durante l’infanzia. Un piccolo difetto che col passare del tempo diverrà un vero e proprio tabù per questa famiglia, un problema enorme.
Laura è una ragazza che ha una scarsa autostima, per questo motivo si rifugia nel suo zoo di vetro, una collezione di animali di cristallo, un mondo immaginario che rappresenta la sua interiorità, pura e fragile.
Come hai affrontato questo personaggio?
Devo dire che è stato molto bello confrontarmi con questo personaggio. Vengo dal metodo Stanislavskij quindi ho dovuto mettermi davanti a quella che è la mia fragilità e timidezza, per poi esasperarla, è stato un bel percorso. Nonostante Laura sia una figura con un interiorità e una psicologia debole, alla fine è quella che nasconde più umanità e bontà d’animo. Questo suo mondo di illusioni verrà poi rotto da Jim, del quale si innamorerà e con il quale sembrerà riuscire a superare le sue timidezze. Ma proprio quando ciò avverrà lui le confesserà di avere un’altra ragazza e romperà l’animale che la rappresenta, quello più immaginifico, un unicorno.
Dopo questo debutto a Roma dove potremmo vedere questo spettacolo?
Dopo queste date di debutto lo spettacolo partirà con una tournée a partire dal mese di gennaio. Fra le tappe tengo molto a quella che avrà luogo ad Oderzo in provincia di Treviso. Si tratta della mia città Natale, nella quale tornerà dopo dodici anni di studi a Roma. Sono molto legata a quel luogo, è lì che comincia ad esibirmi, dall’età di sei anni fino ai diciannove, con la musica classica.
Progetti e aspirazioni per il futuro?
Dopo il successo di quest’estate con L’Antigone e la tournée dello Zoo di vetro, lavorerò ad un altro spettacolo, sempre teatrale, per la prossima stagione ma del quale non posso anticipare ancora nulla. Aspirazioni? Spero di potermi esprimere sia con la danza che con il teatro all’interno dello stesso spettacolo.
Quale pensi sia lo status quo del teatro?
Se devo dire la verità in questi anni ho sempre trovato le sale piene o quasi, la gente va a teatro e ne ha voglia, ciò che spesso frena sta nel costo del biglietto ma il vero problema è che ci sono pochi produttori teatrali che decidono di investire in questi progetti.
C’è un’attrice in particolare alla quale ti ispiri?
Vado spesso a teatro e mi piace vedere le grandi attrici, pochi giorni fa ho visto Elena Sofia Ricci, ne I Blues al teatro Sala Umberto, con un testo sempre di Tennessee Williams, è stata bravissima. Non c’è però un’attrice alla quale mi ispiro in maniera particolare, cerco di prendere il meglio da ognuna.
Dai un buon motivo ai nostri lettori per venire a vedere lo Zoo di cristallo?
Lo Zoo di vetro rappresenta una dinamica familiare molto attuale nonostante sia stato scritto nel 1944. Questo è uno spettacolo che fa riflettere in tal senso sui rapporti fra madre, padre e figli, su come ognuno di noi decide di vivere la propria vita e come gli altri influenzino la tua. Ci sono scelte che anche se fanno male, a volte vanno portate a termine per sopravvivere.
Enrico Ferdinandi
9 novembre 2015