Sabato, 23 Novembre 2024
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A tu per tu con Erika Savastani, del gruppo “Deserto Rosso”

In questi giorni stanno registrando la colonna sonora dello spettacolo Il più bel secolo della mia vita, che debutterà al teatro della Cometa il 10 marzo. Si tratta della band Deserto Rosso, formata da Danilo Pao ed Erika Savastani.

Deserto Rosso, perché?

Il nome nasce nel 2008 quando io e Danilo Pao eravamo impegnati in molti tour, ogni sera guardavamo, prima di andare a dormire, il film Deserto rosso di Michelangelo Antonini. Così quando abbiamo deciso di metter su un nostro gruppo e fare le nostre canzoni abbiamo deciso di scegliere questo nome. Deserto rosso è un film che parla dell’inquietudine, nelle nostre canzoni cerchiamo di parlare di questa sensazione. Il nostro primo disco difatti si chiama Mi fanno male i capelli, come la celebre frase pronunciata nel film da Monica Vitti.

Cosa significa per voi fare musica?

Fare musica è semplicemente la nostra vita. Dico questo perché sia io che Danilo Pao fortunatamente siamo riusciti a fare di questa passione un lavoro. Abbiamo fortemente voluto, scelto e provato fino alla morte questa strada, alla fine siamo riusciti a vivere di musica a 360 gradi. 

Poi è naturale che nel tempo cambi anche la concezione che si può avere di fare musica. All’inizio credi che sia importante solo esser famosi, col tempo invece si pensa a far sì che questa passione possa diventare la tua ragione di vita. Non per ultimo fare musica ti permette di conoscere belle persone e collaborare con grandi artisti  che ti fanno crescere sotto ogni punto di vista, proprio come Alessandro Bardani, regista e autore, insieme a Luigi Di Capua (The Pills), de Il più bel secolo della mia vita, che andrà in scena al teatro della Cometa, spettacolo del quale stiamo curando la colonna sonora.

 

Cosa volete esprimere con la vostra musica?

Sicuramente l’inquietudine che c’è nella vita. Nel primo disco abbiamo cercato di rendere omaggio alle grandi coppie del '900, nel secondo disco, Progresso, abbiamo invece reso omaggio alla stagione rock degli anni ’60.

 

Quali sono i vostri punti di riferimento musicali?

Per prima cosa per noi il sound è molto importante, ci piace ispirarci alle grandi band, come i Pink Floyd. Io e Danilo siamo nucleo di questo progetto ma abbiamo molti collaboratori con cui facciamo musica e anche per la colonna sonora dello spettacolo di Alessandro Bardani ci siamo avvalsi della collaborazione di Fernando Pantini alla chitarra e Bruno Consoli all’armonica. Fare musica è anche un modo per stare con gli altri, un laboratorio, un progetto aperto dove di volta in volta cerchiamo un’unione di energie con gli altri artisti.

 

Il vostro ultimo lavoro si intitola Progresso, cosa sta a significare oggi secondo te la parola progresso?

Per noi è inteso come un progresso nella musica, una speranza musicale, progressive  ovvero una nuova frontiera nel rock, andare avanti tenendo un occhio puntato sul nostro passato.

 

Progetti futuri?

Al momento ci stiamo concentrando sulla colonna sonora dello spettacolo Il più bel secolo della mia vita. Ci tengo a dire che è stato molto bello scriverla perché è molto cinematografica, con sound blues, è stato come lavorare a un film. Vi do’ un’anticipazione: faremo uscire un brano che si chiamerà N.N. (Il più bel secolo della mia vita) la canzone è legata allo spettacolo (nel nostro paese c'è una legge, tutt'ora in vigore e unica in Europa, che vieta ai figli non riconosciuti alla nascita, detti in gergo: "N.N.", di venire a conoscenza dell'identità dei genitori naturali se non dopo aver compiuto 100 anni). Inoltre stiamo lavorando a un nuovo album di inediti che uscirà prima dell’estate.

 

Dal tuo punto di vista, ci dai un buon motivo per #andareateatro ?

Mi piace molto andare a teatro perché si entra in una dimensione che ti fa totalmente distaccare da quello che c’è fuori, dalla realtà, è come entrare in un tunnel temporale. Questa è una dimensione che mi piace molto, sentire l’energia degli attori quel silenzio, scatena una musica molto particolare, uno scambio d’energia fra platea e palco che rende tutto magico.

 

 

 

 

Enrico Ferdinandi

 

27 febbraio 2015

 

 

 

Informazioni

 

https://www.facebook.com/ilpiubelsecolodellamiavita

 

www.desertorosso.it

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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