Sabato, 23 Novembre 2024
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Emanuela Rea. La Stagione 2016/2017 del Brancaccino. Lo Spazio del Racconto.

#andiamoateatroBRANCACCINO locandina

Dopo il successo della sua prima stagione, la 2015-2016, il Brancaccino, poco più di due settimane fa, ha riaperto il sipario proponendoci una seconda stagione, la 2016/2017, piena di novità, a conferma che il lavoro iniziato poco più di un anno fa poggia sulle basi di un disegno ben ragionato e in progressiva evoluzione.

A parlarci dettagliatamente di tutto questo, e anche di qualcosa in più, con tutta passione che ha animato fin dal primo momento il suo progetto, è la Direttrice Artistica Emanuela Rea. Buona lettura.

 

Vorrei iniziare con una domanda che ha il sapore dello scontato ma in realtà non lo è per nulla. Com'è nata l'idea di dare forma a una stagione parallela a quella del Teatro Brancaccio nel così detto Brancaccino?

Il Brancaccino fino a 2 anni fa ospitava spettacoli, ma non in una stagione organica, anche perché era da poco arrivata la nuova gestione del Teatro Brancaccio con Alessandro Longobardi. Ci abbiamo ragionato a lungo concordando che sarebbe stato un peccato non avere una stagione teatrale in questo teatrino di 100 posti. Penso sia un luogo accogliente sia per il pubblico che per le compagnie ed è perfetto per sviluppare una progettualità specifica. Quindi mentre il Brancaccio ospita le grandi produzioni, il Brancaccino raccoglie quelle più piccole.

 

Tornando al presente. Cosa ci aspetta in questa seconda stagione 2016/2017?

Spazio del Racconto presenta 12 spettacoli in cartellone di cui 5 in prima nazionale, e una varietà di temi trattati che apre tante possibilità di scandagliare il presente, riflettere sulla nostra vita e le relazioni che si instaurano. Abbiamo aperto con un omaggio a un grande autore, Jean Cocteau, con LA VOCE UMANA, uno spettacolo di Marco Carniti con Carmen Giardina, una riflessione sulla comunicazione o non comunicazione in quest'epoca di grandi mezzi. Vinicio Marchioni ha firmato la sua prima regia con L'ETERNITÀ DOLCISSIMA DI RENATO CANE, di Valentina Diana con Marco Vergani. Un testo scomodo, difficile, che tratta della morte e del commercio che si sviluppa attorno a questa, della difficoltà della vita quando non si hanno delle aspirazioni, ma il tutto trattato con ironia e dolcezza. Parliamo di crudeltà e di malvagità con CRIMINI TRA AMICI, regia di Massimiliano Vado e drammaturgia di Teresa Federico, Andrea Sorrentino, Luisa Belviso, anche in scena con Valentina Ruggeri, Sebastiano Gavasso, Diego Migeni: si tratta di una commedia noir che fa i conti con la necessità di giustizia e i rimorsi di coscienza; la brutalità è anche il tema di LIBERACI DAL MALE di Giampaolo G. Rugo, regia Massimiliano Farau, con Davide Tassi e Roberta Mattei, la storia di un rapimento e della voglia di maternità. Affrontiamo in chiave moderna 2 autori classici con BARTLEBY di Melville, un racconto per suoni e immagini della compagnia Muta Imago (che già nella precedente stagione hanno presentato Fare un fuoco di London) e GL'INNAMORATI DI GOLDONI di Fabrizio Sinisi, regia Gianpiero Borgia, anche interprete con Elena Cotugno: una rilettura delle dinamiche e delle sclerosi amorose. Prende spunto dai testi classici anche TORRE ELETTRA di Giancarlo Nicoletti, una Orestea contemporanea ambientata nei sobborghi di una Roma futuribile. È legato invece alle atmosfere di Catania, in bilico tra passato presente il testo di Silvio Laviano SALVATORE - favola triste per voce sola, regia Tommaso Tuzzoli. Un’amara riflessione sulla mancanza di coraggio nella vita e sulla paura di fare scelte vere, TEA ROOM di Raffaella Conti, regia di Giancarlo Fares, è ambientato in una città di provincia. Parliamo anche di amore, di consapevolezza e di accettazione delle proprie scelte, di omosessualità con METAFISICA DELL’AMORE, spettacolo comico di Le Brugole, e con LE SCOPERTE GEOGRAFICHE, un felice ritorno dalla precedente stagione, di Marco Morana, regia Virginia Franchi, con Michele Balducci e Daniele Gattano per la compagnia Lisa: un poetico e delicato percorso di formazione che dall’infanzia arriva fino alla vecchiaia. Ritorna anche L'ARTE È UNA CARAMELLA con Carlo Vanoni, un viaggio appassionante nel mondo dell'arte contemporanea.

 

L'intento di quest'anno è dare "Spazio al racconto". Quanto Emanuela Rea trova che sia fondamentale nel XXI secolo lasciar stare in teatro, come in tutte le altre forme d'arte, l'estetica fine a se stessa e tornare invece un po' all'origine di tutto e quindi a raccontare e, perché no, far concretamente sognare?

Trovo che nelle vere forme d'arte l'estetica non è mai fine a se stessa ma si fonde con il contenuto ed è allora che è possibile quel miracolo per cui nasce, e si sviluppa, una empatia tra artista e spettatore. L'estetica priva di contenuto non mi interessa: è un discorso affascinante ma vuoto. Per la rassegna ho puntato sulla drammaturgia contemporanea, su una scrittura che non fosse frammentata, ma più vicina a una linearità narrativa. Emergono in questo modo, penso, le tematiche, tutte attinenti a quello che viviamo ogni giorno. Vorrei che il pubblico trovasse nel Brancaccino un posto dove possa sentirsi raccontato, dove affiorano quegli interrogativi che porta con sé a spettacolo finito ma anche, come dici tu, dove conoscere o riconoscere quelle storie che lo faranno sognare.

 

Com'è nata la collaborazione con 2Pier che ha sancito quest'anno la nascita della rassegna "Show Off – Beyond Lives & Music"?

La collaborazione con 2Pier e con Giancarlo Bornigia è nata già nella precedente edizione di Spazio del Racconto per il concerto di un giovane compositore e pianista Francesco Taskayali. Da qui l'idea di ampliare appunto lo "spazio" e di accogliere un'altra tipologia di racconto. Giancarlo Bornigia mi ha quindi proposto questi 4 concerti, 4 autori con background musicali diversi, con una grande capacità di rielaborazione della tradizione ma anche di innovazione in termini proprio di autorialità. Franco J Marino ha aperto il ciclo e ora aspettiamo Filippo Gatti il 9 dicembre, Armaud il 10 dicembre e Luigi Grechi De Gregori il 23 febbraio.

 

Dal 9 marzo al 14 maggio 2017, con la direzione artistica di Daniele Salvo in collaborazione con Marioletta Bideri e Melania Giglio, prende il via la rassegna tutta al femminile "Un stanza tutta per lei". Quanto è culturalmente e socialmente importante un evento come questo in una città come Roma? Puoi darci qualche anticipazione sul cosa vedremo sul palco? (Chi vedremo bene o male c'è stato già anticipato)

Questa è l'altra collaborazione, di cui sono veramente felice, per questa edizione di Spazio del Racconto. Ringrazio Marioletta Bideri, perché non è una rassegna sulle donne ma è realizzata da donne. Una stanza tutta per lei ha un programma che coinvolge grandi professioniste della scena, come Michela Andreozzi, Valeria Perdonò, Franca Nuti, Manuela Kustermann, Maria Paiato, Melania Giglio, Ladyvette, Veronica Pivetti, che presenteranno lavori in molti casi nati proprio per questo appuntamento. Direi una festa della creatività al femminile e in questo ritrovo il valore culturale e sociale della rassegna: è una immersione nella sensibilità, nella professionalità, nella poesia per "immaginare il femminile del terzo millennio". Il programma ancora non lo posso anticipare considerato che faremo una conferenza stampa dedicata a questo appuntamento, con le protagoniste della rassegna.


Fin dalla prima stagione, la 2015/2016, il Brancaccino ha puntato sui giovani e sulla drammaturgia nazionale. Quanto pensi che sia pertinente in questo caso la terminologia "off", ossia possiamo considerare il Bracaccino una sorta di Brancaccio Off oppure superando i limiti imposti dalla terminologia contemporanea va oltre ed è quindi qualcosa di più che una semplice vetrina contemporanea di compagnie italiane più o meno affermate?

Considerata la differenza di proporzioni tra i due teatri, viene spontaneo parlare di Brancaccino Off, ma io non sono d'accordo. Nella terminologia teatrale si indica come off quegli spazi che ospitano compagnie amatoriali o progetti che sono considerati studi o dalla forte componente di sperimentazione. Il Brancaccino vuole diventare una punto di riferimento per le compagnie professioniste, con progetti definiti drammaturgicamente di cui, come ho già detto, sono fondamentali le tematiche. E poi il progetto Spazio del Racconto sarà sviluppato ulteriormente con attività collaterali, tipo laboratori e masterclass. Per questo non penso sia una vetrina, ma mi piace pensarlo come un lungo discorso, diversamente articolato, che si apre a ottobre e si chiude a metà maggio.


Concludendo. Scorrendo l'incartamento all'interno della cartella stampa della conferenza di presentazione è saltata subito all'occhio questa citazione da Garcia Lorca "Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana". Sulla base di questo, e guardando al lavoro svolto negli ultimi due anni tra prime nazionali, spettacoli che toccano anche tematiche abbastanza particolari se non proprio scomode e una media di 4600 spettatori, puoi definirti (per ora) soddisfatta?

La citazione di Garcia Lorca rispecchia perfettamente quello che ho pensato entrando nel Brancaccino la prima volta. Lo spazio vuoto era pronto ad accogliere il "farsi" del teatro, l'esperienza unica e affascinante di veder nascere una storia. Sono contenta di quello che è successo in questi anni, delle compagnie che ci sono state e che verranno, dei testi che hanno preso corpo. Ora bisogna lavorare per consolidare il progetto e farlo diventare quello che, potenzialmente, può ancora di più essere.

 

Fabio Montemurro
07/11/2016

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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