Martedì, 26 Novembre 2024
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Chernobyl: continua la spirale della paura nucleare nella seconda puntata

Dopo il debutto della prima puntata, non delude la seconda di Chernobyl, stavolta costruita come una sorta di diario a raccontare le ore successive all’ incidente.

Corretta la scelta di far iniziare la puntata con un riferimento al momento in cui, anche dall' accademia di scienze di Minsk, ci si accorge di strane polveri presenti nell’ aria, quindi il successivo interesse della scienziata ad approfondire l' origine di quelle polveri presenti nell' aria e effettuare relative indagini; intanto, nei pressi di Chernobyl, gli ospedali cominciano a riempirsi di gente che si sente sempre più male, mentre i vertici politici ignorano la gravità dell’ incidente.

Qui bisogna porre una particolare attenzione alla rappresentazione della realtà politica del paese, che si nota soprattutto nella perseveranza dei politici a non accettare l'opinione (corretta) del professore Legasov che, preoccupato per la severa gravità della situazione, cerca di convincere i superiori ad adottare delle urgenti ed importanti misure di sicurezza.

Solo quando arriverà sul posto, insieme ad uno dei ministri, riuscirà a far capire la gravità della situazione e soprattutto a dimostrare ciò a cui nessuno credeva: parte del nocciolo si era distrutto, ed in più era scoperto, situazione assai improbabile ma parecchio nociva per la salute dell’ intera popolazione. A dargli appoggio successivamente ci sarà la dottoressa Khomyuk, scienziata dell' Accademia di scienze della Bielorussia, che si batterà per risolvere al più presto possibile la situazione. Intanto, la città di Pripyat, viene evacuata: i cittadini vengono avvisati per abbandonare le loro case e, nello stesso tempo, rassicurati, per mantenere l'ordine e la giusta tranquillità tra di essi.

Suggestivo poi è anche il discorso motivazionale rivolto agli impiegati per convincerli a scendere dentro i reattori nucleari: anche qui viene ben mostrata l'appartenenza e l’unità di fronte al proprio Stato, che si trova in una grave situazione di difficoltà.  Ma, nel finale, lo spettatore assiste ad un crescendo di suspense, che cattura ma anche spaventa, a ribadire la gravità e le disastrose conseguenze dell’ esplosione.

 

Federica Saporita

18 giugno 2019

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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