Venerdì, 22 Novembre 2024
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PAOLO BONACELLI, PATRIZIA MILANI e CARLO SIMONI saranno in scena al Teatro Eliseo dal 6 al 25 maggio 2014: in Il malato immaginario di Molière. Traduzione Angelo Dallagiacoma. Regia Marco Bernardi; e con Gaia Insenga, Fabrizio Martorelli, Massimo Nicolini, Maurizio Ranieri, Giovanna Rossi, Libero Sansavini, Roberto Tesconi, Riccardo Zini

Torna a grande richiesta, dopo più di 170 recite nei maggiori teatri d’Italia, Il malato immaginario uno dei capolavori di Molière, accanto al “Tartufo” e al “Misantropo”, nell’edizione interpretata da Paolo Bonacelli, Patrizia Milani e Carlo Simoni e diretta da Marco Bernardi, per lo Stabile di Bolzano.

Ultima tra le commedie scritte dal grande uomo di teatro francese, Il malato immaginario rivela una straordinaria ricchezza: è una farsa all’antica colma di eccellenti spunti comici da cui trapela allo stesso tempo la visione del mondo disillusa e disincantata di un Molière che aveva smarrito, al termine della sua esistenza, la fiducia in se stesso e nei suoi simili.

Padre di una bella figlia, marito di una donna avida e fedifraga e vittima di uno sciame di dottori avvoltoi, salassatori e ciarlatani, Argante è il malato immaginario del titolo, un personaggio che Molière cucì magistralmente su di sé, ma che riuscì ad interpretare solo per quattro recite: morì infatti  venerdì 17 febbraio 1673, pochi minuti dopo la chiusura del sipario. Per questo ancora oggi Il malato immaginario è una commedia che rimane circonfusa da un alone di “sacralità teatrale”, con il quale si sono misurati registi e attori importanti come De Lullo con Romolo Valli, la Shammah con Franco Parenti e Lasalle con Giulio Bosetti. 

Questa versione del Malato immaginario, che vede Paolo Bonacelli vestire i mitici panni di Argante, approfondisce il carattere duplice della commedia, in cui la perfetta costruzione comica di un’esilarante farsa è intrisa di riflessioni amare sulla condizione umana e si snoda lungo i tre atti fino a dispiegare un alone onirico. Lo scontro tra due forze opposte è, secondo il regista, il tema interpretativo dell’ultimo grande capolavoro del commediografo francese: “da un lato la formidabile struttura comica, con la sua perfetta efficacia e il ritmo forsennato, dall’altro la particolare percezione del testo, “insanguinato” dalla morte di Molière quasi in scena e quindi riletto alla luce della sua biografia”.

“Argante è un uomo buono, generoso e innamorato, circondato da un assortimento di pazzi.” afferma Paolo Bonacelli, che torna ad interpretare Il malato immaginario per lo Stabile di Bolzano, dopo essere stato protagonista oltre venticinque anni fa dell’edizione diretta da Mario Missiroli. “Un uomo solo, non a causa della sua malattia, ma che soffre di una solitudine esistenziale e questa sua caratteristica rivela il tratto autobiografico della commedia di Molière.”

Ad affiancare in scena Paolo Bonacelli, Patrizia Milani e Carlo Simoni una compagnia affiatata composta da Gaia Insenga, Fabrizio Martorelli, Massimo Nicolini, Maurizio Ranieri, Giovanna Rossi, Libero Sansavini, Roberto Tesconi e Riccardo Zini. Lo spettacolo che si avvale delle scenografie di Gisbert Jaekel, dei costumi di Roberto Banci e del disegno luci di Giovancosimo De Vittorio, è giunto alla sua terza stagione di repliche, dopo due  stagioni di grande successo di pubblico e critica. 

 

Info

TEATRO ELISEO

Tipo evento

TEATRI

Data inizio

Martedì 06 Maggio 2014

Data fine

Domenica 25 Maggio 2014

Orario

ore 17:00

di Molière

Traduzione Angelo Dallagiacoma

 

Regia Marco Bernardi

 

e con 

Gaia Insenga, Fabrizio Martorelli, Massimo Nicolini, Maurizio Ranieri, Giovanna Rossi, Libero Sansavini, Roberto Tesconi, Riccardo Zini

Scene: Gisbert Jaekel

Costumi: Roberto Banci

Luci: Giovancosimo De Vittorio

produzione

Teatro Stabile di Bolzano

 

Redazione

7 maggio 2014

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Il retro dei giorni  espone due figure, un uomo e una donna, fratello e sorella, sulla soglia della fine: di un genitore, di un’età, di un’epoca. Sovrappongono preoccupazioni personali – il lavoro, ma anche gli affetti, o i ruoli rivestiti o attribuiti all’interno di una famiglia – a dibattiti, domande balbettate sul tempo presente, in uno spasmo vano di ricerca di senso; del loro presente guardano le crepe cercando di rintracciarne le responsabilità sociali, politiche e anche infine di processi storici.

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Dopo il lavoro degli ultimi anni, durante i quali è stato realizzato un puntuale approfondimento sulla drammaturgia di Eduardo del primo  dopoguerra, con Sogno di una notte di mezza sbornia la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo propone un nuovo progetto, questa volta specificatamente  tematico, sui testi di Eduardo, in un percorso che porterà successivamente all’allestimento di “Non ti pago”, che lo stesso Eduardo definisce “una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia scritto” .

Infatti “Sogno di una notte di mezza sbornia” - scritta da Eduardo nel 1936 - ne è il prologo naturale: si parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente, che solo in questo modo ha la capacità di pensare a un futuro migliore per sopravvivere al proprio presente.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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