Sabato, 16 Novembre 2024
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#segnalazione

Nel 1967, uno strepitoso Glauco Mauri diede corpo a uno dei personaggi più importanti della drammaturgia mondiale: Shylock, protagonista de Il Mercante di Venezia di Shakespeare, per la regia di Franco Enriquez.
A distanza di 50 anni, dal 18 al 28 maggio al Teatro San Paolo di Roma, la Compagnia Mauri Sturno torna sul testo con il progetto "Giovani – Un futuro nel Teatro", che vede il maestro del teatro italiano a supporto dei giovani, riportando in scena uno dei suoi cavalli di battaglia, nonché capisaldi della letteratura teatrale di tutti i tempi, con la regia di Ilaria Testoni e con in scena Mauro Mandolini, Barbara Begala, Camillo Marcello Ciorciaro, Ilaria Amaldi, Valerio Camelin, Roberto Di Marco, Michela Giamboni, Marina Parrulli, foto di Manuela Giusto.

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#segnalazione

Giancarlo Fares dopo una meravigliosa stagione che lo ha visto regista e interprete de Le Bal e di Emigranti, torna sul palco con Serafino Gubbio Operatore da "I quaderni di Serafino Gubbio, operatore" di Luigi Pirandello. In scena, sul palco dell'Ar.Ma Teatro dal 12 al 14 maggio, oltre allo stesso Fares anche Daniele Romeo alla chitarra classica. La regia è firmata dall'attore e da Sara Greco Valerio.

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#segnalazione

Uno spettacolo ricco di personaggi, divertente e profondo, sulla notte, sulla nostalgia, sui bambini che eravamo e gli adulti che non siamo ancora riusciti a diventare.

"Di notte le luci si spengono, gli occhi si chiudono, la vita tace. Eppure c'è chi ci vede meglio al buio, chi vaga nel suo mondo fatto di fogli e ricordi, chi ha una specie di malattia che, nel silenzio, la fa sentire viva.
Ha cominciato a scrivere liste da bambina prendendola come un gioco la sua insonnia, e non ha mai smesso di farlo per non dimenticare, per dare come un senso pratico alla sua mancanza di praticità, per proteggere le parole a cui spesso gli altri non hanno creduto. Non ha mai smesso di giocare.

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Iniziativa interna alla rassegna "Una stanza tutta per lei"


«Due sono le grandi rivoluzioni che vedremo in questo nuovo secolo appena iniziato: la rivoluzione tecnologica e la rivoluzione femminile. La prima si sta affermando con più facilità, poiché è una rivoluzione "strumentale", "funzionale", anche se credo che pochi si rendano conto di quanto essa muterà nel profondo le nostre categorie etiche, mentali e culturali. La rivoluzione femminile, invece, sarà più lenta, contrastata e sofferta. Ma è un'onda anomala che non si può fermare. Alle donne verranno affidati sempre più spesso ruoli di responsabilità e di potere. Le donne del terzo millennio non saranno mai più quelle che noi abbiamo conosciuto. Tentare di frenare quest'onda è demenziale, anacronistico, ottuso.
Cos'hanno da dire gli uomini a questo proposito? Sono evidentemente spaventati e confusi. Sono evidentemente in crisi di identità. Ma qualche domanda dovremo pur farcela.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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