Recensione dello spettacolo Mentre le luci erano spente in scena al Teatro San Genesio dal 7 al 19 marzo 2017
È stata una serata particolare quella che si è svolta ieri al Teatro San Genesio in Via Podgora, accanto alla sede della RAI. Una serata che inizia con tinte rosa e finisce con i toni del giallo.
Dai (bislacchi) costumi indossati dagli attori sembra che l'estate sia arrivata; colori sgargianti riempiono la scena, che si svolge in tre atti all'interno di una ricca residenza posta su un'alta scogliera dell'arcipelago delle Bermuda. È la villa dei coniugi Wickenham intenti ad ultimare gli ultimi preparativi prima dell'arrivo degli ospiti che trascorreranno alcuni giorni di vacanza. Ma un'ombra di morte cinge la dimora di Lady Monica e Lord Clive Wickenham.
La comedy mistery cui si sta per assistere comincia a mo' di soap opera. Bizzarri personaggi fanno il loro ingresso sul palco a partire da Lady Monica (Flaminia Grippaudo) che, inutilmente, cerca di attirare le attenzioni del marito per organizzare l'arrivo degli ospiti. L'uomo (Claudio Bianchini), un illustre neurochirurgo, davanti alla scrivania, è alle prese con la sua passione preferita (costruire e inventare nuovi palindromi) e non vuole essere disturbato per nessuna ragione al mondo. Hanno un problema con Dora, la cuoca infatti è stata licenziata per aver cucinato il pesce che serviva a mangiare larve di zanzare nelle cisterne di rifornimento d'acqua, quindi i Wickenham si trovano a fronteggiare non solo il problema di trovare una nuova cuoca, ma di essere anche senz'acqua. Nel frattempo arrivano l'ispettore di polizia Benjamin Braddock (Simone Giulietti) e la sua assistente, il sergente Alma Threedle (Gisella Cesari), che vengono fatti accomodare in soggiorno dal maggiordomo Roderick Remley (Claudio Carnevali). I due funzionari della polizia annunciano che quella sera stessa un omicidio sarà compiuto nella villa, prova ne è un biglietto recapitato alla centrale in cui si preavvisa l'assassinio, firmato con una M maiuscola. I sospetti ricadono subito su Mimosa (Loredana Cofano), la cameriera cubana di casa, convocata di prescia da Lord Clive infastidito dal contrattempo. Nel mentre cominciano a sopraggiungere gli ospiti: Jasmine Perdoo (Daniela Zoffoli), un'ospite dell'Alabama, Bibi Cavendish (Laura Pacini), una famosa stilista promessa sposa a Algeron Wickenham (Leone Mazzotti), figlio di Lord Clive e Lady Monica, Pierre Pourri (Massimo Sconci), un playboy francese, Fredonia Custardine (Francesca Sampogna), sorella di Lady Monica, e Chloe Custardine (Chiara Carpentieri), figlia adottiva di Fredonia. Quando gli ospiti sono al completo, ecco avvicinarsi all'orizzonte un temporale che causa un blackout di pochi secondi sufficienti a compiere l'efferato omicidio. Al riaccendersi delle luci, gli ospiti si ritrovano al centro il cadavere di Lord Clive e una misteriosa bionda in lingerie (Ambra Lucchetti) con in mano un pugnale insanguinato. Che sia stata lei ad ucciderlo? Qualcosa non torna, anche perché il cadavere che giace a terra risulta morto per soffocamento. La faccenda si complica ancora di più quando a morire è un'altra persona, Jasmine Perdoo. È chiaro che, a questo punto, l'assassino si aggira indisturbato tra gli ospiti e bisogna scovarlo subito prima che sia troppo tardi.
Mentre le luci erano spente – frase che ricorrerà spesso sulla bocca dei personaggi di questo eccentrico spettacolo – è un testo "bizzarro" come i protagonisti che lo popolano; assistere a questa murder farce è come essere di fronte ad un giallo di Agatha Christie, di Edgar Allan Poe o Arthur Conan Doyle. La scena, come abbiamo detto, si svolge in tre atti: una prima breve pausa di cinque minuti si ha subito dopo l'assassinio, segue il secondo atto in cui l'ispettore (un po' tonto) Benjamin Braddock, insieme alla sua (brillante) assistente Alma, tirano le fila di quanto è successo cercando di venire a capo del mistero, infine arriviamo al terzo atto dove vien svelata la soluzione del delitto.
Curioso e divertente è stato il momento tra la fine del secondo e l'inizio del terzo atto in cui, a sipario chiuso, il pubblico in sala commentava e scommetteva su chi fosse l'assassino, segno questo che la noir comedy è stata, dopo tutto, apprezzata e seguita con attenzione. Non è semplice infatti cogliere tutti gli aspetti – soprattutto quelli nascosti o invisibili – di una trama così complessa e ricca di personaggi, a loro volta pennellati di tante sfaccettature; di fronte a un giallo "all'inglese" si pensa subito che l'omicida sia il maggiordomo, o la governante Nancy Stafford (l'unica, assieme alla misteriosa bionda, messa un po' da parte) interpretata da Lidia Losito. Che dire poi dell'ospite inaspettato Tom Groggings?
Mentre le luci erano spente, insomma, è una commedia piacevole pur se a piccoli tratti un po' floscia, ci si aspettava infatti di assistere ad uno spettacolo con più brio basculante su un piano leggermente più comico/ironico, la regia invece, curata da Emilia Miscio, ha preferito puntare l'attenzione sul mistero (che non è sbagliato, visto l'interesse del pubblico a scovare chi fosse l'assassino) connotando lo spettacolo in chiave giallista facendolo discostare, colpa anche del tema, dalla commedia.
Omicidi a parte, comunque, la serata si è conclusa nel migliore dei modi.
Costanza Carla Iannacone
12 marzo 2017