Recensione dello spettacolo Sette donne di sughero in scena al teatro Trastevere nell’ambito del Festival La città di tutti – II edizione: teatro per i diritti umani, presentato dall’Associazione Culturale Teatro Trastevere e dalla Compagnia Walden, con il contributo dell’Assemblea Capitolina
“Sette donne di sughero” sono sette brevi monologhi tratti da fatti di cronaca. Identità femminili violate a cui è stato negato il diritto alla vita. Non solo femminicidi, ma anche solitudini, discriminazioni, suicidi e violenze. Racconti di morte, racconti di vite prosciugate sono messi insieme nella ricerca documentale di Roberto Boris Staglianò. Lo rivela fin da subito la scenografia minimale: numerosi fogli di giornale fanno da sfondo alla scena quasi vuota: solo tre sedute e nient’altro. Quasi come se fuoriuscissero da quei quotidiani, compaiono in scena le tre attrici (Ylenia Rita Baiocchi, Eva Menichelli, Arianna Assanelli) che alternandosi interpretano le sette donne protagoniste delle cronache, sopravvissute nella memoria collettiva e in qualche caso nella vita reale con ciò che ne comporta.
È lodevole il coraggio di Ylenia Rita Baiocchi, Eva Menichelli, Arianna Assanelli che sfidano sé stesse e decidono di sostenere l’impegnativa pièce in tempi strettissimi, una sola settimana. Tuttavia, pur riconoscendo l’impresa, ciò si evince durante la performance. Sfumature e modulazione non seguono il passo dato dalla regia che al contrario palesa ritmo e stratificazione. Staglianò riesce a compensare, restituendo intensità, rievocando l’essenza delle sette donne protagoniste. Il tutto è corroborato appieno dalla scrittura che alterna le testimonianze a versi di poesia recitati dalla voce fuori campo. La costruzione registica fonde reale e simbolico, delicatezza e veemenza. Pur essendo vuoto, lo spazio scenico è denso, carico dei movimenti sincronizzati e delle sovrapposizioni delle attrici, delle trasformazioni simboliche delle sedute in nuovi oggetti di scena e delle musiche che dilatano il sentire degli spettatori. Il tutto è corroborato appieno dalla scrittura che alterna le testimonianze a versi di poesia recitati dalla voce fuori campo.
“Sette donne sughero” ha saputo restituire forza e magnetismo, mescolando il vissuto di queste donne al nostro, riconsegnandoci il loro battito. E allora, non possiamo far altro che ascoltare, quasi immobilizzati, “Luna in piena” di Nada che esplode fragorosa e liberatoria nella scena finale.
Caterina Matera
10 novembre 2024
Informazioni
Sette donne di sughero
di Roberto Boris Staglianò
con Ylenia Rita Baiocchi, Eva Menichelli, Arianna Assanelli