Recensione dello spettacolo La lezione in scena al teatro Basilica dal 6 al 10 marzo 2024
La messinscena, per la regia di Antonio Calenda, viene giocata sull'ironia costante e sull'iperbole della situazione e delle battute, che gli attori riportano con efficacia in uno spettacolo paradossale, quello di Eugène Ionesco.
L'opera di questo autore francese risale al dopoguerra, e rientra pienamente nel “Teatro dell'Assurdo” di cui egli assieme a Samuel Beckett e Harold Pinter è il principale esponente.
Qui si rompe lo schema della logicità, soprattutto a livello linguistico, la storia sembra andare verso un nonsense continuo che in realtà nasconde significati umani profondi come l'incomunicabilità tra persone e la perdita del senso della realtà in totale alienazione.
In questa pièce si delinea una situazione molto semplice quale una lezione tra un maestro fomentato dalla conoscenza e un'allieva che si prepara all'esame di “dottorato totale”. L'incontro si trasforma in una serie di sciocche incomprensioni linguistiche verso un conflitto sul sapere, un parossismo di rabbia e la follia più totale e violenta.
I personaggi vengono quindi molto caratterizzati e totalmente resi grotteschi fisicamente e psicologicamente, sterili di reale intelletto, affettati nel modo di muoversi e nei convenevoli continui. L'effetto è spesso comico.
Chiara la critica alla borghesia insita tra le righe, la sua ipocrisia, la trasformazione dei personaggi da forbiti e perbene, ligi ai costumi, che via via perdono le staffe fino a perdere il controllo con conseguenze deliranti ed esplosive. Essi in realtà sono legati a una loro verità anche quando si parla di aritmetica e di conclusioni assiomatiche, non sono infatti in grado di spostarsi dalla loro visione o bisogno, nè di dare proporzione agli eventi.
La conoscenza è un tema centrale, il “Sapere”, che qui viene fatto monumento e poi ridicolizzato dalla banalità delle domande, risposte e deduzioni dei due.
Dopo la metà scende un po' l'empatia e il pathos per i personaggi e la storia, la situazione è ormai chiara e nonostante il climax scenico non ha più la forza, la freschezza e l'impatto iniziale.
Il dramma si consuma in modo altrettanto comico e grottesco, con elementi che sorprendentemente richiamano il nazismo e i forni. C'è chi tace l'oblio di distruzione con omertà, perché costretto dal suo ruolo ad appoggiare il male. Male che viene costantemente rimosso o sminuito, poi accettato.
La scenografia con i suoi armadi enormi e oblunghi crea quell'elemento di straniamento dalla realtà e di deformazione consono alla vicenda.
Alla fine si reinizia da capo con la stessa partitura per i personaggi, tipico stilema di Ionesco che simboleggia l'impossibilità di cambiamento dell'uomo e della storia.
Inoltre la scelta di rappresentare questo spettacolo proprio durante la settimana dell'8 marzo, non è casuale visti i chiari riferimenti presenti nell'opera ad un femminicidio reiterato.
Demian Antonio Aprea
10 marzo 2024
informazioni
dal 6 al 10 Marzo 2024
Teatro Basilica
LA LEZIONE
Testo : Eugène Ionesco
Regia : Antonio Calenda
Con : Nando Paone, Daniela Giovannetti, Valeria Almerighi