Domenica, 08 Settembre 2024
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Una lezione grottesca e iperbolica, Nando Paone si misura con Ionesco

Recensione dello spettacolo La lezione in scena al teatro Basilica dal 6 al 10 marzo 2024

 

La messinscena, per la regia di Antonio Calenda, viene giocata sull'ironia costante e sull'iperbole della situazione e delle battute, che gli attori riportano con efficacia in uno spettacolo paradossale, quello di Eugène Ionesco.

L'opera di questo autore francese risale al dopoguerra, e rientra pienamente nel “Teatro dell'Assurdo” di cui egli assieme a Samuel Beckett e Harold Pinter è il principale esponente. 

Qui si rompe lo schema della logicità, soprattutto a livello linguistico, la storia sembra andare verso un nonsense continuo che in realtà nasconde significati umani profondi come l'incomunicabilità tra persone e la perdita del senso della realtà in totale alienazione.

In questa pièce si delinea una situazione molto semplice quale una lezione tra un maestro fomentato dalla conoscenza e un'allieva che si prepara all'esame di “dottorato totale”. L'incontro si trasforma in una serie di sciocche incomprensioni linguistiche verso un conflitto sul sapere, un parossismo di rabbia e la follia più totale e violenta. 

I personaggi vengono quindi molto caratterizzati e totalmente resi grotteschi fisicamente e psicologicamente, sterili di reale intelletto, affettati nel modo di muoversi e nei convenevoli continui. L'effetto è spesso comico.

Chiara la critica alla borghesia insita tra le righe, la sua ipocrisia, la trasformazione dei personaggi da forbiti e perbene, ligi ai costumi, che via via perdono le staffe fino a perdere il controllo con conseguenze deliranti ed esplosive. Essi in realtà sono legati a una loro verità anche quando si parla di aritmetica e di conclusioni assiomatiche, non sono infatti in grado di spostarsi dalla loro visione o bisogno, nè di dare proporzione agli eventi.

La conoscenza è un tema centrale, il “Sapere”, che qui viene fatto monumento e poi ridicolizzato dalla banalità delle domande, risposte e deduzioni dei due.

Dopo la metà scende un po' l'empatia e il pathos per i personaggi e la storia, la situazione è ormai chiara e nonostante il climax scenico non ha più la forza, la freschezza e l'impatto iniziale. 

Il dramma si consuma in modo altrettanto comico e grottesco, con elementi che sorprendentemente richiamano il nazismo e i forni. C'è chi tace l'oblio di distruzione con omertà, perché costretto dal suo ruolo ad appoggiare il male. Male che viene costantemente rimosso o sminuito, poi accettato.

La scenografia con i suoi armadi enormi e oblunghi crea quell'elemento di straniamento dalla realtà e di deformazione consono alla vicenda.

Alla fine si reinizia da capo con la stessa partitura per i personaggi, tipico stilema di Ionesco che simboleggia l'impossibilità di cambiamento dell'uomo e della storia.

Inoltre la scelta di rappresentare questo spettacolo proprio durante la settimana dell'8 marzo, non è casuale visti i chiari riferimenti presenti nell'opera ad un femminicidio reiterato.

 

 

Demian Antonio Aprea

10 marzo 2024

 

 

informazioni

dal 6 al 10 Marzo 2024

Teatro Basilica

 

LA LEZIONE

Testo : Eugène Ionesco 

Regia : Antonio Calenda

Con : Nando Paone, Daniela Giovannetti, Valeria Almerighi 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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