Venerdì, 22 Novembre 2024
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Roma City Ballet Company - Cenerentola al teatro Olimpico di Roma: quando un sogno diventa realtà

Recensione dello spettacolo Cenerentola in scena al Teatro Olimpico di Roma dal 19 al 21 gennaio 2024  

 

Una matrigna, due sorellastre, un principe e una zucca che si trasforma magicamente in carrozza. È Cenerentola, il balletto prodotto in una nuova edizione dalla Roma City Ballet Company per la regia e coreografia di Luciano Cannito e sulle rinomate e avvolgenti musiche di Prokofiev, ad aprire letteralmente le danze della stagione 2024 dell’Accademia Filarmonica Romana al Teatro Olimpico di Roma. Quattro appuntamenti in tutto, pomeridiani e serali, dal 19 al 21 gennaio, per immergersi nell'atmosfera fantastica di una delle fiabe più conosciute e diffuse al mondo. La scelta del regista è quella di rimanere coerente alla favola di Charles Perrault, variando rispetto all'originale solamente il numero di atti che si riduce da tre a due: una fanciulla, la “favolosa” (è il caso di dirlo) Ksenia Ovsyanick, prima ballerina del Teatro dell’Opera di Berlino (che sostituisce Iana Salenko per indisponibilità sopraggiunta a partecipare alle recite), orfana di madre, si ritrova a vivere con la matrigna, un Manuel Paruccini “en travesti” che con sapiente ironia conferma il suo ruolo di primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, e a subire le angherie delle due sorellastre, ugualmente esilaranti per le movenze incredibilmente al limite dell’impacciato e del ridicolo per due esperte ballerine che indossano abiti fin troppo ingombranti e dai colori sgargianti e si distinguono per la simpatia nell'interpretazione.

Cenerentola, un nomignolo affibbiatole per via delle faccende di casa a cui viene costretta dalla nuova e crudele moglie dell'anziano e succube padre, grazie all'aiuto di una fata, che bussa misteriosamente alla porta, elegante e slanciata nel candido tulle, riesce a vestire per un giorno i panni di una dama di corte e a colpire l'attenzione e lo sguardo di un principe, Dinu Tamazlacaru, in cerca della sua futura moglie. Il primo atto si svolge così per lo più tra le mura di casa, incorniciato in una scenografia statica con alcuni caratteristici elementi di arredo sul palcoscenico e altissime quinte dipinte sulle quali vengono proiettate luci fredde che raccontano la rigidità e il gelo del rapporto di Cenerentola con la nuova famiglia acquisita e con l’ambiente divenuto improvvisamente ostile, familiare solamente a tratti in un nostalgico ricordo, quando subentra sul personaggio e sulla scena un’illuminazione calda. Le quinte, sulle quali è disegnata una grande libreria, sono altissime, quasi ad evocare la gabbia dalla quale la giovane Ksenia /Cenerentola, ancora con la scopa tra le mani e malgrado tutto, riesce a scappare grazie al potere estraniante e liberatorio dell’immaginazione e del sogno. Il pubblico asseconda la speranza della prima ballerina e ad ogni arabesque e ad ogni piroetta si libra in volo con lei che, sollevandosi da terra come una piuma che rimane sospesa volteggiando nell’etere, leggiadra e gentile trasporta con generosità la platea in un mondo che sogna roseo e quasi fatato, esortandolo a credere che i desideri realtà diverran.

Una grande zucca appare in centro scena e il numeroso corpo di ballo, vestito in calzamaglia marrone a ricordare i topolini della favola di Walt Disney, di colpo si tramuta: la carrozza viene trainata così da “splendidi cavalli bianchi” e accompagna Cenerentola al gran ballo. Il secondo atto, un’altra ora circa di performance, è un inno alla danza, alla musica, alla teatralità e alla bellezza che si sviluppa in un romantico pas de deux, accompagnato dal corps de ballet della Roma City Orchestra, una firma di qualità a livello internazionale, che con un ritmo incalzante avvolge la platea come in una grande festa. Lo sfarzo, oltre che dal numero delle ballerine e dei ballerini in scena, è rappresentato dalle quinte che, sotto la direzione della sapienza dello scenografo del Teatro dell’Opera Michele della Cioppa, ai due lati ricordano le scalinate di un palazzo reale. Una menzione di merito va anche alle scelta dei costumi, che vantano la firma della costumista Giusi Giustino, sobri ed eleganti allo stesso tempo, scintillanti nei colori accessi e nelle pallette dei tulle, così come nel velluto blu scuro cangiante, certezza di raffinatezza.

Allo scoccare della mezzanotte che rintocca su un enorme orologio proiettato sul fondo del palcoscenico, l'incanto svanisce e la carrozza che trasporta una splendida principessa si trasforma nuovamente in zucca, così come i cavalli che la trascinano ritornano ad essere dei semplici topini. Il fato, però, vuole che in occasione del gran ballo, un secondo atto ricco di ritmo, di fascino e di magia, proprio alla mezzanotte, correndo via per non svelare l'inganno, Cenerentola perda una scarpetta di cristallo. Proprio grazie ad essa il principe, dopo varie ricerche e peripezie, forse la parte più divertente della pièce, riesce così a riconoscerla (oltre i semplici stracci che indossa), a dichiarare il suo amore e a chiederla finalmente in sposa. Della fiaba il regista riporta l'incanto attraverso la raffinatezza delle linee e delle movenze della coppia di etoile internazionale e di tutto il corpo di ballo, una coreografia che incanta sulle inconfondibili note di Sergei 

Prokofiev. E se la storia della principessa salvata dal principe in calzamaglia azzurra (bianca in questa occasione) oggi sembra anacronistica quanto il "vissero felici e contenti", certamente la volontà di continuare ad avere fiducia e speranza nell'opportunità che avvenga un riscatto sociale e che ognuno di noi venga riconosciuto al di là di ogni ingannevole apparenza è un tema sociale e civico di fondamentale importanza e una necessità intima di accettazione forse intramontabile. Un auspicio del regista quindi a non demordere mai e a credere fermamente, dimenticando il presente, che il sogno realtà diverrà (e il futuro migliore sarà).  

 

 

Francesca Sposaro

25 gennaio 2024

 

informazioni

Direzione Artistica Luciano Cannito 

Produzione Fabrizio Di Fiore Entertainment 

Regia e Coreografia Luciano Cannito 

Musiche Sergei Prokofiev 

Scene Michele Della Cioppa 

Costumi Giusi Giustino 

Luci Alessandro Caso 

Roma City Ballet Company – 26 interpreti – 2 étoile 

 In collaborazione con Accademia Filarmonica Romana 

 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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