Recensione dello spettacolo Le relazioni pericolose in scena al Teatro Vascello dal 18 al 23 aprile 2023
Le luci si accendono nella sala del teatro. Gli attori, inguainati in tute elettriche da schermidore, si inchinano con gesti misurati; l’obiettivo è quello di colpire l’avversario con la punta dell’arma prima che l’avversario colpisca per primo. Quindi, è necessario avere una buona agilità nella manipolazione dello strumento per raggiungere l’obiettivo prima dell’altro e segnare più punti di quest’ultimo. Il palco è un’arena, i corpi degli attori – nei costumi che fanno corrispondere all’universo militare quello nobiliare – sono le pedine di un gioco pericoloso, che si mostra nella metafora di un duello di scherma. L’eco ripetuto 4 volte delle parole di René Girard «l’Uomo diventa veramente Uomo solo nella Guerra» sono il preludio funesto di un conflitto senza vincitore alcuno. Ora, due giovani dal volto mascherato si fronteggiano nell’inevitabilità dello scontro, i fioretti entrano in collisione, gli slanci del corpo ne assestano i violenti colpi, creando una risonanza materica agli elementi testuali recitati. Nessuna emozione, solo la razionalità algida di chi ha raggiunto il suo scopo, attraverso una strategia calcolata nei minimi dettagli, gettano il guanto di sfida prima di ritenere la partita conclusa, la guerra vinta.
Le Relazioni Pericolose, al teatro Vascello, è uno spettacolo teatrale con la regia e direzione artistica di Carmelo Rifici, della Scuola di Teatro del Piccolo di Milano. Il registra porta in scena il celebre romanzo epistolare di Laclos, riscritto insieme a Livia Rossi. Un romanzo epistolare che riesce a restituire non solo l’intimità di una storia che nasce timidamente tra i due giovani Cécile e Danceny, con accorto tremore, e che poi si sviluppa con il fuoco di un amore autentico, ma anche perché rende il ritmo da “presa diretta” dell’alternarsi di vari io-narranti.
La storia è presto detta: Ghiaurov e Ribetto, rispettivamente la marchesa de Merteuil e il Visconte di Valmont, recitando il testo delle lettere, mantengono la bellezza del linguaggio lessicalmente fine e sintatticamente raffinato della corrispondenza tra nobili. Tale linguaggio è anche massimamente erotico ed affascinante, in quanto costruito su schermaglie e codici che la coppia di aristocratici, depravati per noia, capovolgono e ribaltano oltre i limiti della decenza e della comune morale. In questo gioco di inganno, seduzione e potere a pagare le conseguenze tuttavia non sono sempre i destinatari reali: per colpire Gercourt e M.me de Volanges, la marchesa e Valmont non si fanno scrupoli a passare sul corpo e l’anima dell’ingenua e innocente Cécile. Tra la marchesa e Valmont è un rapporto strano, morboso, che forse oggi sarebbe definito “coppia aperta”: i due si raccontano infatti le loro vittorie amorose, in un gioco che non è altro che affermazione di potere. Da alleati, si scambiano favori, decidendo di umiliare, per vie contorte e indirette, la vittima designata, sia pure per capriccio o per vendicare antichi torti. L’amicizia si trasforma in guerra, dove i due titani si atterrano a vicenda.
Rifici e Rossi attraversano questa storia mantenendone intatta la forma epistolare e indagando a fondo le potenzialità violente belligeranti e manipolatorie della parola. Il linguaggio, il potere della metafora, che ha reso consapevole il gesto violento, ha dato alla violenza l’esattezza, l’ha resa più efficace. Rifici sceglie di ridurre al minimo la fisicità degli attori, di contro è la parola a regnare: coi microfoni gli attori si sfidano in maniera spietata. E poi un gioco di rispondenze che mette in conversazione Choderlos de Laclos con Nietzsche, Hofmannsthal, Girard, Clausewitz, Artuad, ma anche Pasolini, Elias Canetti, Teresa d’Avila, Simone Weil, Dostoevskij, Zweig, e il Cantico dei cantici. Ogni personaggio si muove dunque sui binari di un modello filosofico diverso.
A fare da sfondo allo spettacolo è il tema della bellezza e dell’insidia del teatro, della difficoltà di essere liberi, l’istinto che nella sua natura bestiale si confonde con la violenza dell’uomo alla ricerca di sopraffazione dei suoi simili. Il lupo nell’urna di vetro che a un certo punto vediamo in scena, richiama nettamente l’antica espressione latina di Plauto homo homini lupus, poi ripresa da Hobbes, per sottolineare questo aspetto. L’egoismo ci domina e ognuno di noi vuole “far fuori l’altro”: una battaglia ben esemplificata dal duello di scherma sul finire dello spettacolo. Dice la marchesa “Se una donna mira al cuore di una donna difficilmente lo manca”, così come “è l’anima ad essere assoggettata al corpo e non viceversa”. Messaggi che vengono “buttati in faccia” al pubblico con il loro peso, importanza e soprattutto verità, anche se sempre opinabile. Gli attori, bravi e intensi, Flavio Capuzzo Dolcetta (Danceny), Monica Piseddu (Madame de Tourvel), Edoardo Ribetto (il Visconte di Valmont) e Elena Ghiaurov che interpreta la marchesa de Merteuil, sono solo strumenti per far passare questi messaggi. La cornice scenica, costellata da troni e divanetti porpora, microfoni e macchine foniche con lavagne ottiche, è scarna e statica. Una scelta registica molto estrema, contrapposta ai demoni dei personaggi, ai loro movimenti interiori, difficilmente dominabili. Il pubblico in sala era insolitamente giovane e molto entusiasta.
Alessandra Perrone Fodaro
21 aprile 2023
Informazioni
Teatro Vascello.
Le Relazioni Pericolose
Drammaturgia Carmelo Rifici, Livia Rossi
Ricerca Delle Fonti Carmelo Rifici, Ugo Fiore, Livia Rossi
Regia Carmelo Rifici
Con Flavio Capuzzo Dolcetta, Federica Furlani, Elena Ghiaurov, Monica Piseddu, Edoardo Ribatto, Livia Rossi
Disegno Sonoro Federica Furlani
Impianto Scenico Carmelo Rifici, Pierfranco Sofia
Disegno Luci Giulia Pastore
Progetto Visivo Daniele Spanò
Costumi Margherita Platé
Drammaturgia Del Corpo Alessandro Sciarroni
Assistenti Alla Regia Ugo Fiore, Simon Waldvogel
Costumi D’epoca Realizzati Presso La Compagnia Italiana Della Moda E Del Costume E Da Giulia Alvaro
Ricerca Tecnologie Audio e Sonorizzazione Brian Burgan
Disegno E Realizzazione Attrezzeria Matteo Bagutti
Produzione LAC Lugano Arte E Cultura
Partner Di Ricerca Clinica Luganese Moncucco
In scena dal 18 al 23 aprile 2023