Recensione della prima compagnia di Otello di Giuseppe Verdi in scena al Teatro Verdi di Trieste dal 4 al 15 novembre 2022
Il Verdi di Trieste ha aperto la stagione con uno dei titoli più impegnativi di Giuseppe Verdi: Otello. Titolo complesso per un compito arduo: dare agli appassionati un segnale di volontà di ripartenza e cercare di recuperare il ruolo di punta nel dibattito culturale regionale e nazionale.
Una sfida che pare aver galvanizzato la dirigenza, che ha trasmesso il proprio entusiasmo al personale che accoglie e festeggia a colpi di sorrisi e cortesie il pubblico che affolla la sala. Difficile dire se l’impresa riuscirà già in questa stagione, ma la partenza è decisamente nel verso giusto. Per lo spettacolo sono state messe in campo due compagnie, che con un gioco di interessanti combinazioni, ha offerto al pubblico un caleidoscopio di diverse proposte di cast.
Dal punto di vista visivo, senza dilungarsi su regia di Ciabatti, costumi della Platè e luci di Fiammetta Baldisseri, già analizzati nella recensione della seconda compagnia, rimangono le perplessità e gli apprezzamenti già formulati . Francesco Ivan Ciampa ha diretto un’orchestra impegnata ed attenta, che poteva contare sul sicuro primo violino Stefano Furini. Il Maestro affrontava una sfida articolata: con il complesso titolo verdiano ma anche con l’impegnativo confronto con Oren, con il quale si alternava nel corso delle rappresentazioni. Ciampa supera entrambe le sfide, dirigendo con passione e trasporto, evitando eccessi, pericolosi tempi dilatati, sottolineature truculente: la sua direzione è elegante, essenziale, ma anche appassionata e suggestiva. Non a caso il pubblico apprezza con entusiasmo la sua direzione, applaudendo a fine spettacolo, ma anche acclamandolo ad ogni entrata all’inizio degli atti.
In Otello il coro ha un ruolo fondamentale e decisamente impegnativo, che gli artisti del Verdi, preparati dal Maestro Paolo Longo, riescono ad assolvere con una bravura, oltretutto crescente di recita in recita, che riporta alle grandi prestazioni del glorioso passato. Accanto a loro i bravi Piccoli Cantori della Città di Trieste guidati con bravura da Cristina Semeraro.
Passando alle voci, Arsen Soghomonyan è stato un Otello dalla voce virile, con la tendenza a forzare il suono, che salendo arretra e perde volume: Il tenore ha offerto scenicamente una lettura interessante di un Moro dalle tante sfaccettature che si muove con autorevolezza. Desdemona è stata Lianna Horoutonian, all’esordio triestino ma dalla significativa carriera internazionale. Il soprano ha mostrato una voce con un centro solido e sicuro, qualche criticità nei passaggi verso l’alto ed una tendenza a trattenersi su filati e pianissimi. Il vero trionfatore della serata è stato Roman Burdenko , che arriva a Trieste dopo un estate di successi internazionali. Il baritono vanta una voce possente, ricca di colori, esuberante negli acuti, elegante nelle mezze voci.
Riesce a tratteggiare un personaggio a tutto tondo, costruito con sensibilità ed attenzione alle sfumature, lontano da forzature e truculenze e già dall’entrata si guadagna meritatamente il centro dello spettacolo. Vista la prova fornita dagli interpreti di entrambi i cast, lo spettacolo avrebbe meritato una lettura coraggiosa ed in linea con l’idea di Verdi, che mettesse al centro più che il Moro , il suo infido consigliere Jago, autentico motore della vicenda . Ma si è preferire la via tranquilla della tradizione, che il pubblico peraltro ha apprezzato.
Mario Baha, emergente tenore dalla carriera iternazionale, offre la sua vocalità elegante al ruolo di Cassio; Marina Ogii è stata una Emilia elegante nella figura, molto raffinata nei misurati movimenti e con una voce dal colore suggestivo ma dal volume oscillante; Giovanni Battista Parodi , è stato un Lodovico perfettamente in parte; Fulvio Parenti è stato un appropriato Montano; Enzo Peroni era un credibile Roderigo; Giuliano Pelizon è stato un credibile Araldo.
Alla fine, applausi meritati per tutti, in particolare per il terzetto dei protagonisti ed ovazioni per Burdenko e Ciampa.
Gianluca Macovez
16 novembre 2022
informazioni
Trieste, Teatro Giuseppe Verdi, stagione d’opera e balletto 2022-23
“OTELLO”
Dramma lirico in quattro atti su libretto di Arrigo Boito da William Shakespeare
Otello Arsen Soghomonyan
Iago Roman Burdenko
Desdemona Lianna Horoutonian
Cassio Mario Bahg
Emilia Marina Ogii
Lodovico Giovanni Battista Parodi
Roderigo Enzo Peroni
Montano Fulvio Parenti
Un araldo Giuliano Pelizon
Orchestra Coro e Tecnici della Fondazione
Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Direttore Francesco Ivan Ciampa
Maestro del coro Paolo Longo
Con la partecipazione de I Piccoli Cantori della Città di Trieste
diretti da Cristina Semeraro
Regia Giulio Ciabatti
Costumi Margherita Platè
Luci Fiammetta Baldisseri
Allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Trieste, 13 novembre 2022