Domenica, 24 Novembre 2024
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Dalla Biennale di Venezia al Teatro Vascello: Performare l’archivio di Fabiana Iacozzilli

Recensione dell’happening Performare l’archivio in live streaming al Teatro Vascello il 6 dicembre 2020.

 

Performare l’archivio è la terza puntata di La nuova drammaturgia contemporanea dalla Biennale di Venezia al Teatro Vascello di Roma, tre appuntamenti in live streaming con Leonardo Manzan, Martina Badiluzzi e Fabiana Iacozzilli; tre serate destinate a tre artisti che hanno attraversato la Biennale Teatro diretta da Antonio Latella. 

Dopo il debutto alla Biennale 2020, Una cosa enorme di Fabiana Iacozzilli sarebbe dovuto andare in scena lo scorso novembre al Teatro Vascello nell’ambito del Romaeuropa Festival 2020. Il Vascello ha offerto uno spazio libero di circa un’ora a ciascun artista. Iacozzilli ha scelto di fare un passo indietro rispetto al lavoro presentato a Venezia. La regista ha deciso di performare concretamente alcuni dei materiali di ricerca utilizzati per la realizzazione di Una cosa enorme, spettacolo che esplora i meccanismi censori connessi alla maternità. Performare l’archivio è un'ulteriore indagine nata dalle testimonianze di donne che raccontano del desiderio di essere madre o di non volerlo mai essere, del rimpianto di esserlo diventate o non diventate. 

L’atmosfera tetra e impenetrabile fa da sfondo a diverse voci fuori campo, risuonano le testimonianze di tutte le protagoniste che respingono, temono, bramano e accolgono l’inviolabile maternità. Sì, perché esiste un alone di censura che ingloba le donne in un’unica categoria di cui la maternità è il vessillo. “Nessuno ti dice quali trasformazioni subirà il tuo corpo”, nessuno parla del dolore: depressione post partum, anomalie congenite, travaglio e sconvolgimenti ormonali; e poi gli aspetti più profondi che incidono sull’autodeterminazione, che impongono l’obbligata sostituzione della propria esistenza con quella dei figli. È un crescendo di anatomie deformate e affermazioni indicibili. Tuona la frase: “come se un mostro mi stesse mangiando viva dall’interno”.

Donne destinate a eclissarsi fino a perdere sé stesse e che spesso hanno accettato la maternità come un destino ineluttabile; donne che desiderano un figlio ma l’utero a forma di cuore lo impedisce. 

“Sei un animale a metà senza un figlio”. 

Il progetto di Fabiana Iacozzilli abbatte il muro di presupposti e funzionamenti impliciti che definiscono la maternità e, sottraendone la sacralità, riconduce l’attenzione alla consapevolezza di sé e alla cognizione del dolore. Una performance breve ed intensa il cui conclusivo e drastico taglio lascia gli spettatori sospesi, quasi come se dovesse essere inevitabilmente censurata. L’incedere acuto e il linguaggio autentico dilatano pensieri inauditi e tabù consolidati. Buchi neri profondi divorano lo spazio scenico e si alternano ad un’ecografia ginecologica che invade lo schermo, infine una pancia gravida e gigantesca satura la scena. 

Tuttavia, Performare l’archivio non è un manifesto negazionista sulla maternità. È il desiderio di un’umanità rinnovata, la volontà di innescare innumerevoli riflessioni, ma soprattutto è la rivalsa contro la censura e la tollerata repressione emotiva e socioculturale. Nel suggestivo finale una nube di borotalco annebbia e offusca la visuale: una donna adulta si prende cura del padre in fin di vita come fosse un bambino. Eppure, lei non è mai stata madre…

 

 

Caterina Matera

11 dicembre 2020

 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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