Recensione dello spettacolo Storia de Roma nostra in scena al teatro Vittoria dall’1 all’11 ottobre 2020
La storia d’Italia è una realtà complessa e piena di contraddizioni, ma che ha come perno centrale una città: Roma. L’evoluzione della metropoli segna la nostra storia, infatti è proprio “Storia Nostra” il titolo che il poeta Cesare Pascarella assegna alla sua ultima opera: duecentosessantasette sonetti in romanesco che raccontano le vicissitudini della capitale, dalla fondazione fino all’annessione al regno d'Italia. L’estro di Toni Fornari nel 2010 aveva estratto dall’enorme poema uno spettacolo musicale, che quest’anno, in occasione del centocinquantesimo anniversario di Roma capitale, è stato riportato in scena.
“Storia de Roma Nostra” è una commedia leggera, ma non superficiale. La compagnia riesce a pesare e mettere a confronto l’epicità della storia di Roma con l’epicità della situazione attuale; così anche le mascherine e la misurazione della temperatura entrano nella commedia con irresistibile umorismo. E’ uno spettacolo che gioca e si burla dei costumi della società partendo da una profonda consapevolezza delle sue usanze. Da questi presupposti nasce la leggerezza che accompagna lo spettatore da quando si apre il sipario fino all’uscita dal teatro: una sensazione di rara serenità rispetto al periodo che stiamo vivendo.
Sotto la regia di Stefano Messina vediamo prendere vita un’osteria romana di fine ottocento. E’ proprio il regista, insieme a Toni, ad aprire lo spettacolo: dedicano una serenata alla platea finchè Emanuela Fresi redarguisce i due piacioni. Si sviluppa l’espediente teatrale della locanda, in cui lo spettatore siede a tavola con gli attori che amabilmente, da chiacchiere e sfottò, iniziano a raccontare la storia di Roma. A completare l’atmosfera da osteria sono le entrate in scena di Roberta Albanesi nei panni di una meretrice e Andrea Rizzoli nelle vesti di un prete. Regia e scenografia sono al servizio dell’intreccio umoristico, per cui lo spettacolo è disseminato di espedienti comici che coinvolgono la platea in un turbine di risate. Complice è anche l’uso del dialetto romano, che viene sviscerato in tutte le sue declinazioni, dalle espressioni più fini a quelle più grezze. Gli attori si distinguono anche per le notevoli doti canore, infatti il racconto è inframmezzato da canzonette scritte dallo stesso Fornari e composte da Stefano Fresi.
I precisissimi tempi comici degli attori scandiscono ogni scena, così ogni evento si trasforma in un motivo di risate pur mantenendo la veridicità storica.
L’incredibile incanto di “Storia de Roma Nostra” è quello trasportare la platea attraverso il tempo, di sfamare lo spettatore con della cultura condendola con un inebriante umorismo. Lo spettacolo è sicuramente riuscito e lo confermano i sorrisi e le risate in uscita dalla sala. Lo stesso Cesare Pascarella, in pochi versi, racchiude tutto l’universo di questa rappresentazione:
“Vedi noi? Mo noi stamo a far bardoria:
Nun ce se pensa e stamo all'osteria...
Ma invece stamo tutti ne la storia.”
Luca Monari
12 ottobre 2020
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