Domenica, 24 Novembre 2024
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La radio clandestina di Celestini… Una voce da tenere accesa sempre

Recensione dello spettacolo  Radio Clandestina, di e con Ascanio Celestini, andato in scena presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma in occasione della Giornata della Memoria 27 gennaio 2020

 

Radio Clandestina è la voce soffusa di una storia che si presta ad un ascolto ipnotico, maneggiato accuratamente da un artista cleptomane che sfila abilmente dalla mente ogni banale distrazione, fino a che, senza potersene rendere conto, lo spettatore si scopre derubato di ogni cosa possa interporsi tra lui e il racconto, che in poco diviene la sola cosa che conta. Il resto non esiste. È buio. Come il palco. Un palco buio, spogliato anche del suo vellutato mantello scarlatto. Nessun effetto sorpresa, nulla che possa disturbare l’attenzione, che possa importunare la voce e le parole dell'artista.

La memoria si sintonizza su una frequenza che profuma di carta appassita, che rammenta un passato dell’altro ieri, che oggi più che mai assomiglia ad un presente che non ripeta più gli errori del passato.

Sotto il bagliore ciondolante di alcune lampadine, i ricordi si rincorrono provando a ricostruire con cura l’architettura di uno tra i più tragici episodi dell’occupazione nazista in Italia: l’eccidio delle Fosse Ardeatine. È una storia che si potrebbe narrare in un minuto o in una settimana, è una storia che si potrebbe raccontare partendo da lontano, da quando, nell’Ottocento, l’immortale Trastevere era il ghetto degli esclusi, da quando i quartieri della museale capitale erano ancora la casa della gente che al compleanno riceveva in regalo un arancio avvolto nella carta da giornale fino ad arrivare alle legge razziali del 1938, dalle borgate a San Lorenzo che nasce nell’abbraccio tra Termini e Tiburtina, alla Roma liberata coi Tedeschi che continuano a marciarci dentro. La narrazione di Celestini poi rallenta: la carrellata senza fiato di trucioli di storia ammorbidisce il suo ritmo aitante e le pagine del calendario del tempo si arrestano in data 23 Marzo 1944. I sampietrini di Via Rasella scottano sotto il primo sole di primavera quando i Gruppi d’Azione Patriottica attaccano una colonna tedesca; il 24 marzo, in una rappresaglia, i nazisti uccidono 335 persone in una cava sulla Via Ardeatina, dieci italiani per ogni tedesco morto.

Ascanio Celestini propone con attenzione documentaristica una ricostruzione dei fatti che ha nella sua rigorosa meticolosità l’autentico scopo di questo spettacolo, lanciando un monito che richiama le coscienze a non perdere la memoria di ciò che è stato, a coltivare un domani che prenda esempio dal passato per fare in modo che questo non si ripeta più. Una performance che vuole essere un manifesto di conoscenza e dialogo e che intende aprire una finestra sulla tematica sempre più attuale della discriminazione e del razzismo: “Radio Clandestina” è una macchina capace di generare ironia, commozione, meraviglia, ma che non manca di fondere a questi ingredienti anche le più livide sfumature della cruda realtà della guerra.

L’autentico e sincero trasporto che Celestini manifesta riportando in scena il monologo che venti anni fa lo ha consacrato uno degli autori più apprezzati della drammaturgia italiana, continua a far trapelare emozioni anche al termine dello spettacolo, con un poetico congiungersi tra l’attore e il suo pubblico, entrambi con gli occhi lucidi e l’animo segnato dalla voce di una radio che non dovremmo spegnere mai.

 

Giuditta Maselli

 30 gennaio 2020

 

 

informazioni

 

Auditorium Parco della Musica

Lunedì 27 gennaio 2020

0re 21

Uno spettacolo  di Ascanio Celestini a partire da un testo di Alessandro Portelli “L'ordine è già stato eseguito"

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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