Recensione dello Spettacolo Straight in scena al Teatro Belli dal 15 al 17 novembre 2019 – Trend nuove frontiere della scena britannica XVIII edizione a cura di Rodolfo di Giammarco
Lewis (Daniele Marmi) e Morgan (Giulia Rupi) sono una giovane coppia ordinaria, vivono forzatamente in un angusto monolocale che ha perso valore a causa della recessione e frutta una rendita insufficiente per riuscire a pareggiare la rata del mutuo. Malgrado il fallito investimento e gli spazi ridotti, i due pensano a un figlio. È immediata l’intesa con gli spettatori. Sin da subito la brillante scrittura di D.C. Moore, tradotta con effervescente inventiva da Andrea Peghinelli, scatena esuberanti risate.
Mentre i due giovani organizzano assennatamente il presente e il futuro, un vecchio amico di Lewis irrompe nelle loro vite. Waldorf (Giovanni Anzaldo), dopo dieci anni trascorsi a girovagare per il mondo, si presenta alla loro porta o meglio si annuncia attraverso la buca delle lettere in maniera alquanto singolare e sfacciata, cercando ospitalità. Waldorf, spirito libero contrariamente al goffo Lewis, scatena irrimediabilmente irritazione e sdegno in Morgan. In assenza dei padroni di casa, l’amico sfrontato è tanto disinibito da intrattenersi con Steph (Eleonora Angioletti) un’attrice di film porno. L’indole spericolata di Waldorf insinuerà una buona dose d’invidia in Lewis che durante una serata alcolica si farà trascinare in una surreale scommessa: girare un film porno gay con Waldorf protagonista per concorrere ad un alternativo e amatoriale sex contest. Un colpo di scena spassoso e fuorviante, ma Moore non scrive di orientamento sessuale, non racconta dell’esitazione di un eventuale coming out. In scena quattro abili attori, in particolar modo Daniele Marmi è estremamente centrato nel ruolo di Lewis, incarna la perfetta combinazione di agitata inibizione ed esitante audacia. La raffinata regia di Silvio Peroni agisce in sottrazione conferendo il giusto accordo di profondità e humour; elude l’effetto sitcom, traiettoria percorribile considerando l’indole dell’opera. Il regista sceglie una scena asciutta, valorizza la performance dei quattro attori grazie a un disegno luci lineare, verticale, indovinato. L’esilarante atmosfera è fortificata da ritmate cesure, tempi comici perfetti e dal fine gioco di proiezioni. I due amici determinati a vincere la scommessa si ritrovano in una stanza d’albergo muniti di videocamera. Le gigantografie dei due proiettate in diretta sul fondale amplificano percezione e interiorità dei protagonisti. Quel confronto impulsivo, spassoso ma fortemente intimo sarà il centro di gravità in cui orbiteranno timori, ambiguità e reviviscenza.
Il titolo potrebbe confondere… ma Straight esplora la fame di esperienza sfrenata e ribelle, il tentativo di invertire la rotta rispetto alla vita ordinaria priva di rischi. Rivela, attraverso l’ironico e impudico intreccio, cosa comporti l’esplorazione del sé, quanto sia destabilizzante raggiungere la consapevolezza.
Caterina Matera
21 novembre 2019
Informazioni
STRAIGHT
di D.C. MOORE
traduzione Andrea Peghinelli
con Daniele Marmi, Giovanni Anzaldo, Giulia Rupi ed Eleonora Angioletti
regia Silvio Peroni
produzione Khora Teatro in collaborazione con l'Ass. Cult. La Filostoccola