Recensione dello spettacolo Amaluna, in scena a Roma Tor di Quinto dal 30 aprile al 11 giugno 2017
È affascinante vedere l'uomo che supera se stesso e i suoi limiti, è meraviglioso scoprire cosa può fare l'essere umano con il proprio corpo! A mostrarcelo arriva il cirque du soleil: comprenderemo che per salire su una pertica a mani nude o per saltare da un tetto all'altro non servono effetti speciali... basta allenarsi, conoscere e potenziare i propri muscoli e poi controllarli alla perfezione.
Un grande insegnamento per grandi e per bambini, oltre che uno spettacolo imperdibile.
Lo stupore inizia appena entrati in sala: al centro del palco ci aspetta una grande coppa trasparente colma d'acqua, immediata sorge la curiosità di sapere quali eventi la vedranno protagonista... Pian piano capiamo cosa accade: siamo sull'isola delle sirene e sarà la diciottenne Miranda, figlia della regina Prospera, a tuffarsi in quell'acqua alla fine di lunghe e impegnative acrobazie, nel suo rito di passaggio verso l'età adulta. L'isola delle sirene è un regno di donne, ma una tempesta improvvisa scatenata dalla regina - perché, per diventare donna, Miranda avrà bisogno anche di incontrare l'amore - condurrà sull'isola alcuni uomini, vittime di un naufragio. Uno di essi conquisterà il cuore della fanciulla ma, come è giusto che sia, per rendere quell'amore vero e forte, degno di essere coronato, i due dovranno superare delle prove. Vedere cosa sa fare Miranda con il suo aspetto fragile stupisce, e lo stupore accompagna ogni istante di ogni esibizione, individuale o di gruppo: istintivamente sembra di assistere a qualcosa di magico, di sacro, ma si affaccia prepotente alla mente il pensiero che chi abbiamo davanti ha il nostro stesso identico corpo, e allora siamo davanti a qualcosa di “conquistato”. Ci si chiede quanto allenamento ci sia dietro tale perfezione e quanta soddisfazione dietro ogni traguardo, dietro il superamento di un nuovo limite. Come possa imparare un uomo a muoversi su superfici verticali agilmente come una lucertola. Come possa un gruppo di 8 amazzoni volteggiare insieme su 4 parallele asimmetriche, similmente a una squadra di nuoto sincronizzato, senza mai sfiorarsi. Come un gruppo di uomini, con l'ausilio di un trampolino doppio e di un piano inclinato, possa rivaleggiare con un branco di caprioli quanto ad altezza e leggerezza dei salti, e quanto la concentrazione degli atterraggi riveli poi lo sforzo e la tecnica che custodiscono. E, in effetti, molti degli acrobati in scena hanno alle spalle un passato da atleti olimpionici!
E ad aumentare il fascino c'è che ogni artista - pur all'interno di una coreografia ovviamente univoca - porta il proprio esercizio unico e diverso dagli altri: ne risulta una immensa ricchezza per gli occhi e per la mente, un susseguirsi di stupori.
Ma il Cirque du Soleil non è solo acrobazie... è ogni declinazione della sfida con sé stessi e con l'impossibile. È l'arte dell'equilibrio. Veder prendere forma a uno scheletro fossile sospeso e ondeggiante, a partire da semplici foglie di palma, non sembra possibile: fino alla fine non si riesce a credere che l'artista compirà la sua opera, che la mano riuscirà a tenere in equilibrio ogni foglia e che ogni foglia potrà bilanciare la successiva e invece... accade. Ma il bello deve ancora venire: appena tirato un sospiro di sollievo per il coronamento dell'impresa, non è il caso di distrarsi. Quel miracolo di equilibrio riserva ancora sorprese.
E poi... le infinite sfaccettature dietro, o meglio dentro, l'esibizione: la fiducia degli atleti l'uno per l'altro quando saltano da un paio di braccia all'altro, la tensione di chi resta a terra fino a quando un artista in volo non atterra perfettamente sulle mani di chi lo aspetta, o finalmente a terra da altezze vertiginose... quanta umanità, amicizia, lealtà si respirano. Quanta bellezza, nei costumi sempre splendidi e abbaglianti. Quanta perfezione.
E questa volta sul palco del cirque du soleil, oltre agli atleti, c'è anche una rock band tutta femminile, che accompagna dal vivo ogni esibizione... ed è il tocco finale per uno spettacolo da non perdere.
Da due anni e per altri due Amaluna se ne va in giro per il mondo, riempiendo gli occhi degli spettatori di meraviglia... non rinunciate a meravigliarvi. E portate con voi anche i bambini, hanno bisogno di vedere che l'impossibile è possibile, con un adulto accanto che mostri e spieghi loro che basta impegnarsi per riuscire in qualunque cosa desiderino!
Maria Laura Pasqua
17 maggio 2017