Domenica, 24 Novembre 2024
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TOM, ricordi e malinconie in un mare fuori stagione

Recensione dello spettacolo Tom andato in scena al Teatro Trastevere dal 22 al 27 gennaio 2019

 

Il luogo del cuore, quello presente in ognuno di noi, rifugio nostalgico di tempi passati. Quel luogo condiviso con gli amici, quelli che pensavi eterni e insieme per sempre e chissà ora che fine hanno fatto. In uno di questi posti, una casa al mare, ritrovo di tre amici nei tempi fuggiti via, Leo (Gioele Rotini) l’adolescente di allora e proprietario di casa, passa qui, da circa due anni, la sua esistenza.

Tra il suono delle onde, secchielli dimenticati e un vento salato che interrompe silenzi eterni, sarà la compagnia di un gatto, Tom (Giuseppe Ragone) ad impreziosire i suoi momenti. La loro amicizia è profonda e intensa e non si manifesta con le parole ma con l’amore dei gesti semplici. Come dice Tom, infatti, una carezza è una carezza e sarebbe bello poter vivere insieme al suo amico per l’eternità, anche quando il mare si riprenderà la terra e non ci saranno più lucertole. Che incredibile sentimento d’amore!
Sarà stata la nostalgia improvvisa o chissà che, a far decidere a Leo di richiamare proprio lì, nella loro casa, i due amici di una volta. È stato bello riabbracciarsi con Jo (Marco Usai), il primo a riemergere dalla nostalgia. Quanto tempo sarà passato dall’ultima volta e cos’è rimasto di noi che ci rende ancora riconoscibili? Ce la ricordiamo così bella l’adolescenza o abbiamo passato anche momenti orribili che non vogliamo ricordare? Jo ed Anna erano stati insieme ed era finita male e adesso anche lei ricompare a riformare quel piccolo gruppo di amici che trova fatica a recuperarsi dal passato e a riconoscersi nel presente. A tracciare continuità sono, paradossalmente, le cose rimaste insospese nel passato, le uniche a non aver risentito del tempo e che riecheggiano nel qui ed ora perché mai chiuse. Jo ed Anna (Giordana Morandini) avevano bisogno di perdonarsi per chiudere il loro cerchio. Leo, contrariamente alla sua convinzione, non è mai stato insieme ad Anna, anche se entrambi lo volevano, e durante l’adolescenza si era costruito una convinzione irreale... magia di quel periodo che ci ha permesso di costruire dentro di noi, il lieto fine di storie mai iniziate. E poi c’è Alex, un vicino di vita di Leo, che sembra apparire ad intermittenza, proprio nei momenti in cui il confronto tra i tre amici diviene più critico. Alex (Fabrizio Milano) è un personaggio puro e solo, vorrebbe lasciare i tre amici ai loro ricordi ma poi rimane, esattamente come quando dice di star per partire per un viaggio ma poi non si decide. Le sue esperienze relazionali mancate sono nascoste dietro frasi che iniziano con un sarebbe piaciuto anche a me. Ma perché Leo ha invitato i suoi amici? Non sembra così contento… e quel gatto poi, allergico alla presenza umana e preoccupato solo di salvaguardare se stesso e il suo amico. Il motivo sarà chiaro solo alla fine.
Emotivamente vibrante la drammaturgia di Rosalinda Conti che trova un perfetto equilibrio tra passaggi interlocutori e parole dal carattere esistenziale, spesso affidate a Tom. Sarà infatti la presenza di questo personaggio a trasformare un tema non del tutto originale in una narrazione nuova, importante e poetica. La scelta registica di Matteo Ziglio risulta armonizzata perfettamente con la scrittura e trasforma in immagini quelle sensazioni di nostalgia e malinconia presenti nel testo. Ben rappresentati i vissuti dei tre amici attraverso l’uso di pause, sguardi e distanze corporee, queste ultime atte a sottolineare la presenza di qualcosa di irrisolto che impedisce la spontaneità del contatto. Quel clima sospeso e rallentato, caratteristico di un mare fuori stagione e alimentato dal dubbio sul reale motivo dell’invito di Leo, crea nei personaggi e nel pubblico un’attesa di un qualcosa che sappiamo arriverà, anche se non sappiamo cosa. Realistica e romantica è apparsa la scenografia di Gianluca Tomasella che con semplicità ha saputo comunicare risonanze nostalgiche oscillanti tra presente e passato. Molto ben definito il tratto caratteriale del personaggio Tom, sornione, amante del cibo e delle carezze ma solo da parte di chi decide lui: da vero gatto percepisce anche ciò che all’essere umano sfugge e quando l’emozione diviene troppo densa per essere dicibile, la esprime in musica attraverso una trombetta blu. Recitazione complessiva di livello, in grado di comunicare emozioni di diversa gradazione. Giordana Morandini, nel ruolo di Anna, ha condensato, nell’apparente spensieratezza del suo personaggio, malinconia e disillusione, spesso nascoste dietro il loro opposto emotivo. Importante prova di Giuseppe Ragone che ha saputo animare di spessore e saggezza il suo Tom, rendendolo sia sfondo rassicurante sia figura autorevole. Il disegno luci di Daria Grispino tingeva di verde la scena al parlare di Tom sottolineando la pienezza del contenuto. Resteranno così ancor più impresse in noi quelle riflessioni di Tom sull’eternità e sul concetto di prendersi cura... anche quando il suo amico si sarà trasformato in pioggia.

 

Simone Marcari
28 gennaio 2019

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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