Martedì, 26 Novembre 2024
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Signorinette: la passione per il voto tra coraggio, sacrifici e speranze

Recensione dello spettacolo Signorinette, in scena al teatro Tor di Nona dal 8 al 20 marzo 2016

Maria Federici, Lina Merlin, Teresa Noce e Nilde Iotti: quattro donne che, attraverso le loro storie, ci raccontano quella parallela, sofferta ed intricata di un'altra donna, l'Italia. Quell'Italia che, fattasi Repubblica dopo innumerevoli battaglie, si getta alla conquista di un'altra importante vittoria, la sfida per i diritti.

"Stringiamo le schede come biglietti d’amore. Nelle lunghe file davanti ai seggi, le conversazioni che nascono tra uomo e donna hanno un tono diverso, alla pari” – racconta la giornalista Anna Garofalo. Mentre un fantomatico Vademecum dell’Elettore annota premurosamente: “Le donne si guardino dal lasciar tracce di rossetto sulle schede!". 

 

Così, Signorinette - le donne si guardino dal lasciar tracce di rossetto sulle schede, torna in scena presso il teatro Tordinona fino al 20 e, attraverso l'ininterrotto lavoro di ricerca, durato più di un anno, delle ottime Tiziana Avarista, Carmen Giardina, Anna Maria Loliva e Federica Marchettini che hanno selezionato articoli di giornali e riviste dell’epoca, foto, canzoni e cinegiornali, ci racconta e ricorda cosa accadde nel momento del fatidico primo voto alle donne, quel lontano ma mai così vicino 2 Giugno 1946 e quale fu l'opera delle madri costituenti.

Eccole qui, dunque, le signorinette, queste quattro donne che hanno preteso con la caratteristica forza che le contraddistingueva - di animo e di pensiero - di partecipare attivamente alla vita politica del loro paese, con le donne e soprattutto per le donne. Signorinette, infatti, ricostruisce l’atmosfera di quella società ancora ancorata ad un maschilismo troppo spesso invadente e opprimente, riportando alla luce tutta la curiosità che si andava a creare attorno ad un nuovo modo di essere donna, un nuovo desiderio di ricostruzione del paese e dell'immagine stessa della società e del loro ruolo in essa. Le donne ascoltati e fatti propri i messaggi politici, fanno campagna elettorale di cortile in cortile, scoprono la possibilità tutta nuova di poter esprimere idee, insomma si emancipano.

Già il titolo è indicativo e connota la sagace, intelligente ed espressiva ironia che caratterizza tutto lo spettacolo. Tratto da un film del 1942, diretto da Luigi Zampa, che a sua volta prende il nome dal romanzo di Wanda Bontà del 1938, che ha avuto anche un seguito - “Le signorinette nella vita” - esso non ha un vero e proprio legame con lo spettacolo, ma è l’appellativo che dato alle donne giovani le posizionava in una condizione leziosa e non di rilievo.

Armonioso e commovente, seducente ed evocativo lo spettacolo che si snoda tra musiche d'epoca, vestiti e sottovesti di allora, trovando il proprio emblema e bardo in quel rossetto, simbolo di femminilità ma anche forte e deciso segno di espressione di ideali rivoluzionari, è veracemente autentico: il pubblico viene condotto nel piacevole ricordo di un respiro di quel particolare frangente storico, il quale si compie attraverso un filtro intriso di femminilità e partecipazione, il tutto amalgamato da un'imponente forza di contenuti. 

Geniale ed apprezzabile il perfetto mix degli strumenti di scena con le svariate tecniche narrative proprie delle varie arti recitative: mentre sul palco, infatti, le quattro attrici s’infiammano e si infervorano di passione, raccontando fatti non sempre facili da ascoltare, nell'aria riecheggiano le vere voci delle protagoniste della storia, mentre alle spalle, da uno schermo, vengono proiettati spezzoni di due film che ricordano l'argomento in questione, “L’onorevole Angelina” del 1947 con Anna Magnani e Ave Ninchi, che racconta di un quartiere popolare di Roma, Pietralata e di un gruppo di donne capitanate dalla Magnani, che stufo di sopportare soprusi e angherie si ribella, e propongono appunto ad Angelina di candidarsi per fare anche l’interesse delle donne e “Una vita difficile” del 1961, di Dino Risi, con Alberto Sordi e Lea Massari che traccia la storia di un partigiano, dalla guerra agli anni ’60.

Insomma, come attuale e puntuale lezione di diritti civili della quale, sicuramente, si sente ancora oggi il forte bisogno, Signorinette narra una storia fatta di passione politica, di passione per i diritti e, soprattutto, passione per l'Italia e, riportando in scena i passi travagliati e ardui di diverse avventure, esso ripropone in un'ora di performance la storia di tutto un popolo, uno spaccato di vita italiana che ci ricorda da dove veniamo e sprona a trarre ispirazione da queste grandi donne, oltre a ricordarci che senza il passato non vi sarebbe il presente e senza le grandi battaglie, gli sforzi e i sacrifici ed anche le sconfitte di ieri non si avrebbero le speranze per le fondamenta di un futuro migliore.

 

Federico Cirillo

13 marzo 2016

 

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DALL' 8 AL 20 MARZO 2016

di e con: TIZIANA AVARISTA 

CARMEN GIARDINA 

ANNA MARIA LOLIVA

FEDERICA MARCHETTINI

regia: NUCCIO SIANO

Teatro Tordinona, Sala Pirandello 

Via degli Acquasparta, 16 – Roma

Dal lunedì al sabato: ore 21.00

Domenica: ore 17.30

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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