Recensione Tosca in scena al Teatro Costanzi dal 4 al 15 dicembre 2015
Il clamoroso successo riscosso dalla Tosca diretta da Alessandro Talevi durante la scorsa Stagione porta il Costanzi a reinserirla nel cartellone 2015/2016. Punto di forza di questa produzione è la particolare cura del dettaglio: scenografie, costumi, movenze e posizione dei vari elementi scenici minuziosamente fedeli alle indicazioni riportate sul libretto, nel rispetto della primissima messinscena del 14 gennaio 1900, al punto da superare, per meticolosità, l'allestimento della Tosca rappresentata nel 2008 per celebrare i 150 anni dalla nascita di Puccini, per la regia di Franco Zeffirelli.
Intento ambizioso quanto azzardato, quello di voler destare stupore riproponendo un capolavoro che il pubblico più esperto ha già visto in tutte le salse, in quanto periodicamente proposto da ogni teatro d'Italia, persino da compagnie minori. Il rischio, in questi casi, è quello di "stravolgere" al fine di meravigliare, deludendo spesso le aspettative del pubblico.
Ebbene, tanta audacia è stata ripagata con i migliori risultati, grazie all'idea tanto paradossale quanto originale che l'unico modo per rinnovare un'opera così inflazionata -nel senso meno dispregiativo del termine - come la Tosca fosse tornare alle origini, esaltando all'ennesima potenza il valore immortale della tradizione. Risulta impossibile rimanere indifferenti a tanta bellezza: l'impatto visivo, molto forte grazie alle suggestive scenografie di Adolf Hohenstein ricostruite da Carlo Savi, già di per sé costituisce una parte importante del feedback positivo.
Non c'è da meravigliarsi, dunque, che domenica 6 dicembre alle 16.30 il Teatro Costanzi fosse pieno per la replica di Tosca, dopo la prima rappresentazione di questa stagione, tenutasi venerdì 4 alle ore 20.00. Sarebbe ingiusto, però, attribuire il successo di questa produzione unicamente all'apparato scenico: la responsabilità di tenere alto l'onore del Teatro dell'Opera di Roma che si è tanto prodigato al fine di regalare al suo pubblico una Tosca sensazionale, è toccata all'orchestra, diretta da un energico Donato Renzetti, e agli interpreti: il primo atto si apre infatti con un Angelotti subito prestante, il basso William Corrò; efficace l'interpretazione del basso Giovanni Meoni nei panni del malvagio Barone Scarpia ma, pare che a colpire maggiormente il pubblico sia stato il tenore Stefano La Colla nel ruolo di Mario Cavaradossi: la sua interpretazione della tanto attesa romanza "E lucean le stelle" gli è valsa un doppio applauso scrosciante con richiesta di bis. Il ruolo di Floria Tosca è stato assegnato alla soprano Anna Pirozzi per la prima e per le repliche del 9 e 13 dicembre, a Virginia Tola per le repliche del 6 e dell’11 dicembre.
Quest'ultima è risultata più convincente nel terzo ed ultimo atto, quello più drammatico. Il pubblico ha manifestato il proprio gradimento attraverso lunghi ed entusiastici applausi al termine della rappresentazione. E pensare che il pubblico romano che assistette alla prima del 14 gennaio 1900 non fu così benevolo: secondo la critica di allora, Puccini avrebbe esagerato con i recitativi e con gli accompagnamenti orchestrali. Si potrebbe dire che il tempo abbia permesso agli amanti dell'opera di accogliere e rivalutare adeguatamente il lavoro del compositore lucchese, riconoscendo come pregi quelli che un tempo vennero considerati difetti, identificandoli come propri di uno stile, certamente differente da quello delle precedenti Bohème e Manon Lescaut, ma non per questo di qualità inferiore. Ad oggi la Tosca è forse l'opera più amata di Giacomo Puccini.
Valentina Gargano
8 dicembre 2015