Venerdì, 22 Novembre 2024
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Ascesa e caduta della città di Mahagonny al Teatro dell'Opera di Roma

Recensione di Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny in scena al Teatro Costanzi dal 6 al 17 ottobre 2015

Kurt Weill e Bertolt Brecht chiudono la stagione lirica 2015/2016 in un'allestimento dalle sfumature post moderne che, con forza immutata, critica su più fronti la società contemporanea.

                                                                                             "Nietzsche è morto!!!"

                                                                                                           (Dio)

                                                            (Uno degli slogan appeso da uno dei palchi sul finire del III e ultimo atto)

 

Torna al Costanzi, a distanza di 10 anni, Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny (Ascesa e caduta della città di Mahagonny) di Kurt Weill con libretto di Bertolt Brecht.

Torna in scena per la regia di  Graham Vick e la direzione dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma del Maestro John Axelrod, Direttore Principale Ospite della Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano.

 

Una regia quella di Graham Vick improntata sulla provocazione ironica, quindi non fine a se stessa, ma che vuole sopratutto far riflettere sul presente in quanto specchio del passato e viceversa.

Una scenografia colorata e sgargiante a tratti, in un certo senso, post moderna, che pone lo spettatore di fronte a qualcosa di precisamente non proprio vissuto nella realtà di tutti i giorni di oggi ma sicuramente percepito.

 Un'amara critica, quella di Breckt (che sembrava però non guardare il terrore e la misera esasperanti che a suo tempo regnavano nella sfera d'osservanza sovietica), all'occidente consumista dove "PUOI" diviene il sinonimo di un'apparente libertà veicolo del controllo che trova in questo allestimento la sua grottesca emblematizzazione nella rappresentazione dei quattro fondamenti della vita nella Città di Mahagonny: MANGIARE, AMARE, LOTTARE, BERE.

MANGIARE: Jack mangia un enorme vitello che cala appeso dall'alto, è al terzo,che non riesce a finire perché stramazza a terra morto ed opinabilmente felice.

AMARE: tutti gli uomini si affollano e depositano i loro soldi in una sorta di obolo per poter "comprare" Amore ed essere "amati".

LOTTARE: Joe sfida Fatty in un'incontro di boxe, esorta i suoi amici Bill e Jim a scommettere tutti i loro soldi sulla sua vittoria, Bill non lo farà e gli andrà bene, mentre Jim perderà tutti i suoi averi. Joe morto sul ring verrà gettato in un secchio della spazzatura come un qualsiasi rifiuto.

BERE: Jim, distrutto dalla fine dell'amico Joe, affoga il suo dispiacere nell'alcol ma la mancanza di soldi lo farà imprigionare e processare.

Col processo di Jim davanti all'ormai derelitto popolo della Città dell'oro, composto da uomini e donne decrepiti e pieni di rancori che deambulano come zombie, si concretizza l'amarezza di chi oggi riconosce nel processo la TV pubblica e privata di ogni giorno, satura di trasmissioni e talk show pieni di nulla e nel vero senso della parola "vuoti a perdere" di contenuti umani e culturali.

Il processo diviene il pretesto per spettacolizzare un evento irrilevante e dare una parvenza di moralità allo scellerato popolo di questa agonizzante città in piena decadenza; per potervi assistere in diretta bisogna pagare un biglietto e in conclusione la condanna a morte verrà data per il capo d'accusa più insignificante: non aver pagato 3 bottiglie di whiskey .

La morale di Breckt non tarda ad arrivare, un uragano sta minacciando per la seconda volta la città; un uragano di giovani, ragazzi e ragazze, che rivogliono la libertà, l'onestà, l'amore, il loro avvenire, il futuro di tutti.

Grande Regia e Direzione dell'orchestra, ottima e ironica la messa in scena.

Gli interpreti, Iris Vermillion (Leokadja Begbick), Dietmar Kerschbaum (Fatty, der “Prokurist”) e Willard White (Dreienigkeitsmoses), Jenny Hill, una delle ragazze chiamate ad allietare la vita della  nuova città, Brenden Gunnell (Jim Mahoney), Christopher Lemmings (Jack O’Brien, anche nel ruolo di Tobby Higgins), Eric Greene (Bill, gennant Sparbückenbill) e Neal Davies (Joe, gennant Alaskawolfjoe) confermano la loro già rinomata preminenza sui palchi operistici europei e americani,

I 25 giovani attori italiani scelti da Vick, invece, ribadiscono la loro importanza nella messa in scena e il fatto che, come già dichiarato più volte dal grande regista, dovremmo lasciare più spazio d'espressione alle nuove generazioni.

 

Fabio Montemurro

 

13 ottobre 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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