La sfida di una vita, la sfida di un attore, si consuma tra corpo e anima. Discorso Celeste è la partita in solitario alla play station di chi allena il proprio corpo per il match decisivo con il padre, il Padre e il teatro.
Se una delle questioni intorno alla quale ruota il discorso sulla drammaturgia contemporanea è legata al “come” più che al “cosa” si fa, Fanny&Alexander hanno centrato l’obiettivo.
Lo sport e la religione non sono solo i due poli del campo d’azione della solitudine ma anche i due ambiti che maggiormente raccontano di come la frantumazione sociale consenta all’individuo di ritrovare un senso di comunità solo ritrovandosi spettatore tra spettatori; il rito iniziale di riconoscimento che coinvolge il pubblico intorno all’inno nazionale sfuma nella sovrapposizione tra la voce di Nando Martellini che racconta Italia - Germania 4 a 3 e quella di Papa Francesco che invita a varcare le porte della fede creando il terreno di condivisione sul quale si svolgerà poi tutta l’azione.
Discorso Celeste è teatro di parola più di quanto possa sembrare, è un dialogo con un attore solo in scena e una voce fuori campo, usa il 3D non per offrire uno strumento in più al teatro che è fatto di corpi in carne ed ossa ma per risolvere il dialogo con chi non c’è, richiama il teatro delle ombre e cita Amleto, ma soprattutto mette in scena, o almeno prova a mettere in scena la sparizione dell’attore, anzi di chi a 18 anni ha deciso di non fare l’attore.
Quando la biografia di Lorenzo Gleijeses entra in scena - il rapporto con il padre e con il teatro - spezza il legame che si era creato all’inizio tra il corpo dell’attore, lo spazio scenico e il pubblico, senza più consentirne un recupero fino alla fine dello spettacolo. Forse la pecca di uno spettacolo che gode di uno sforzo interpretativo letteralmente enorme di Gleijeses, di un allestimento visionario e di una costruzione scenica convincente, risiede proprio nella difficoltà di stabilire un’empatia con gli spettatori che alla fine si ritroveranno ad applaudire convinti più da ciò che hanno visto più che da quello che hanno sentito.
Fanny & Alexander è la compagnia fondata da Chiara Lagani (drammaturgia e musiche già Premio Speciale Ubu nel 2000 e nel 2005) e Luigi de Angelis (regia, scene e luci già Premio Speciale Ubu nel 2000 e nel 2011) che con il progetto Discorsi “indaga, attraverso un lavoro sulla forma discorso, il rapporto tra singolo e comunità, tra individuo e gruppo sociale. Cosa significa pubblico? Cosa è comune? Quand’è che un gruppo raccolto attorno a un individuo può dirsi comunità?”
Il Discorso celeste è così uno dei sei discorsi del progetto e uno dei colori che ognuno dei sei attori porta in scena con il merito di aprire una riflessione che vale la pena portare avanti seguendo gli altri “episodi” (drammi e radiodrammi) fino all’evento collettivo del “discorso di discorsi” finale.
Miriam Larocca
12 aprile 2015
Informazioni
Teatro Angelo Mai
spettacolo Discorso celeste # Sport/Religione
regia di Luigi De Angelis
con Lorenzo Gleijeses
in scena dal 10 all’11 aprile 2015