Lunedì, 25 Novembre 2024
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Naked Girls: quell'Afrodita che veste i corpi di parole

Recensione di Afrodita in scena al teatro Centrale di Roma l'8 febbraio 2015

Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l'amore che ho lasciato correre per occuparmi di lavoro in sospeso o per virtù puritana. Passeggiando per i giardini della memoria, scopro che i miei ricordi sono associati ai sensi

(I.Allende - Afrodita)

 

Come far vivere un intenso viaggio d'amore che, tramite cibi afrodisiaci e ricordi sensoriali, si snoda flautato tra spezie, gusto ed erotismo?

La miglior risposta possibile l'ha offerta, domenica 8 Febbraio, Naked Girls Reading: tre donne esclusivamente e completamente vestite dai racconti, letti e degustati appieno presso il Teatro Centrale di Roma.

 

Se poi, le vesti adamitiche delle tre sono rappresentate dalla prosa magistrale di Isabel Allende, allora il corpo nudo diventa spartito sul quale, dolcemente e sensualmente si adagiano le parole seducenti di Afrodita.

Scritto nel 1997, il libro parla di cibo, ma non è propriamente un libro di cucina. Al suo interno, partendo da storie su alimenti afrodisiaci, l'Allende ripercorre varie storie d'amore della sua intera vita: amore per le tradizioni apprese e tramandate dalla madre, amore per il cibo, ovviamente, amore per gli uomini con cui ha vissuto e amore dell'Amore stesso.

L'esperimento made in Chicago - creazione americana di Frankie Vivid & Michelle Lamour - trapiantato a Roma da Albadoro Gala, madrina della serata, ideatrice e produttrice dell'evento, oltre che rappresentante d.o.c. del burlesque italiano, è ben congegnato e architettato, partendo dalla location e dall'atmosfera: luce soffusa di candele, sofisticati divanetti e pouf che abbracciano le tre lettrici, audacemente e procacemente sedute, con gambe accavallate ed eleganti decoltè, su sgabelli posti quasi in mezzo al pubblico stesso.

Giochi d'ombra sulle nudità, accompagnano lo sguardo incuriosito ma delicato degli spettatori; labbra morbide  e accattivanti solleticano il senso dell'udito, preparandolo all'ascolto armonioso del capolavoro della scrittrice cilena; la descrizione dettagliata di cibi particolarmente gustosi e speziati, appartenenti alla cultura sudamericana e non, accendono gli appetiti, sia della gola che dell'anima e, mentre i primi vengono alimentati dall'elegante aperitivo offerto durante lo spettacolo - un originale e gustoso finger food che ben si adatta alla lettura - il secondo si ciba della grande letteratura proposta.

Le tre bellezze espresse dalle lettrici - la modella brasiliana Georgia De Oliveira , la performer di burlesque Giuditta Sin e la stessa Albadoro Gala - rappresentano, nelle loro diverse particolarità fisiche, non l'estetica di un corpo modellato dal canone cinematografico o televisivo, bensì un fascino morbido, quella sensualità suadente e mai volgare delle curve, l'avvenenza stessa espressa e descritta dall'Allende, donna, ovviamente, prima che scrittrice.

Per quanto riguarda, poi, l'esperimento teatrale, esso risulta gradevole, originale e seppur migliorabile in taluni, lievi aspetti interpretativi e di lettura, accattivante sotto ogni punto di vista: l'immagine di un voluttuoso corpo femminile nudo, privo di quei limiti e di quegli ostacoli che talune convenzioni estetiche artefanno, immerso nella sussurrante e audace atmosfera letteraria, aleggiante tra i chiaro-scuri delle candele, reso commestibile ai sensi, regala una profonda intimità da applausi.

 

Federico Cirillo

9 febbraio 2014

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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