Recensione de Il mercane di Venezia, in scena al teatro Ghione dal 21 gennaio al 8 febbraio 2015
Immenso, inarrivabile, sempitèrno, istrionico... Sono molti gli aggettivi che possono descrivere la performance di un attore. Per questo motivo nel parlarvi dell'interpretazione di Giorgio Albertazzi, che in questi giorni torna a Roma per la terza volta nel giro di un anno nei panni di Shylock ne Il mercante di Venezia, non useremo aggettivi. Non ce n'è bisogno.
Il bello del teatro sta nella magia che ogni sera si innesca fra platea e palco, è di questo che vi vogliamo parlare oggi. Nel rivedere, nella spendida cornice del teatro Ghione, il mercante di Venezia ci siamo resi conto di una verità che può sembrar ovvia ma della quale si parla poco: cambiando palco, serata, momento dell'anno qualcosa varia nella messa in scena. E' inevitabile ed allo stesso tempo affascinante.
Ogni sera il più rimane quello, a cambiare sono i dettagli. Dettagli volubili, variazioni dovute da mille fattori molti dei quali dipendono dalla resa del pubblico. Se uno spettacolo, come questo, riesce ad esser così longevo vuol dire che la magia, il collante platea/palco, funziona alla grande.
La vita, come viene descritta ne Il mercante di Venezia, è come una fisarmonica: quando è pieni d'aria si ha tanto volume ma poca musica, quando però si comincia a suonare ci si svuota... inevitabilmente. La sopravvivenza sta nel tentativo di riempire ancora quella sacca così da suonare ancora qualche nota prima della fine. Scelte di vita, statica o dinamica che sia, che vengono ogni giorno soppesate su di una bilancia le cui once cambiano metro di giudizio in base al bene da giudicare: amore, passione, cupidigia, egoismo... Quest'ultimo, infine, se troppo alimentato rischia di annebbiare la vista, allora diventa difficile riconoscere l'amore, perfino quando non è "travestito".
A qualche mese di distanza dall'ultima rappresentazione a Roma la compagnia di Albertazzi sembra ancora più affiatata, una malgama che rende omaggio al genio di Shakespeare. Degna di nota, ancora una volta, l'interpretazione di Cristina Chinaglia. Il suo Job, personaggio dalla duplice sensibilità è l'unico che sa cogliere i voleri, gli uomori e le volontà degli altri. L'incedere di Giorgio Albertazzi sul palco viene salutato dal pubblico come un'apparizione inaspettata ogni volta che questi entra in scena. L'amore che va oltre la fisicità viene ben reso dall'interpretazione di Francesco Maccarinelli (Bassanio). Nella regia di Giancarlo Marinelli c'è tutto il moto di una Venezia divisa fra la quiete della superficie e i tumulti di profondi canali capaci di diventare, insieme, labirinto dell'anima quando si prova a percorrerli controcorrente.
Enrico Ferdinandi
22 gennaio 2015
Informazioni:
Ghione Produzioni
GIORGIO ALBERTAZZI
IL MERCANTE DI VENEZIA
di William Shakespeare
e con Franco Castellano
scene Paolo Dore
costumi Daniele Gelsi
consulenza storico letteraria Sergio Perosa
regia Giancarlo Marinelli
personaggi e interpreti
Shylock Giorgio Albertazzi
Porzia Stefania Masala
Antonio Franco Castellano
Doge Paolo Trevisi
Bassanio Francesco Maccarinelli
Graziano/Pretendenti Diego Maiello
Jessica Ivana Lotito
Job Cristina Chinaglia
Lorenzo Simone Vaio
Nerissa Vanina Marini
I Ancella Alessandra Scirdi
II Ancella Erika Puddu
III Ancella Francesca Annunziata