Recensione dello spettacolo B/Ride, vincitore della I edizione del concorso teatrale #inplatea – teatro Trastevere 29 – 30 novembre 2017 Roma
Come avviene per i buoni vini invecchiati, che prima di essere assaporati hanno bisogno di prendere ossigeno per ore, anche per far sì che certi pensieri trovino i giusti lidi dove approdare occorre il giusto tempo di gestazione. A distanza di qualche mese è giunto quindi il momento di riportare, sulle pagine de La Platea, le suggestioni raccolte vedendo lo spettacolo che si è imposto come vincitore della prima edizione del concorso teatrale #inplatea e che è andato in scena per due repliche al teatro Trastevere di Roma.
Lo scopo del concorso era quello di trovare e premiare la compagnia in grado di mettere in scena uno spettacolo fresco, nuovo, originale, in poche parole di rinnovare il linguaggio di un teatro stanco delle solite proposte. Premesse che hanno trovato in B/Ride la mimesi migliore delle aspettative richieste.
Lo spettacolo della compagnia Anonima Sette nasce dalla sfida di dare un qualcosa in più al genere “monologo”. Da un’idea di Martina Giusti, attrice protagonista dello spettacolo, il regista e autore Giacomo Sette ha fatto rivivere sul palco il cortometraggio “Finché morte non ci separi” di Damian Szifron. La storia è quella di un amore che si scontrerà con i vizi e le pulsioni più profonde dell’io nel giorno più importante per una coppia, quello del matrimonio.
I primi minuti della pièce sono estremamente coinvolgenti. L’escamotage utilizzato è quello di una voce narrante/deus ex machina (Martina Giusti) che ci fa entrare pian piano all’interno del rapporto fra B (Azzurra Lochi) e Pier (Antonio Macrì che per le due repliche al Trastevere ha sostituito Simone Caporossi). La vera forza delle spettacolo sta proprio nella prestazione di Martina Giusti in grado di muovere i due protagonisti della vicenda come delle vere e proprie marionette. Pier e B sembrano essere completamente nelle sue mani, soggiogati dalla forza di una volontà che forse non è quella che li rappresenta veramente e che solo se sconfitta, come avverrà nel finale, potrà restaurare un equilibrio, sì diverso ma in grado di farli essere veramente loro stessi.
Una scenografia scarna, ridotta all’osso lascia al palco i giusti spazi per giochi di luci e spostamenti psichedelici in grado di dare un buon movimento e mantenere viva l’attenzione. Dal punto di vista drammaturgico si denota una perdita di appeal a partire dalla metà della narrazione. Qualcosa nell’ingranaggio, che vede la Giusti muovere i fili invisibili che spostano da una parte all’altra i due novelli sposi, si inceppa per riprendere finalmente vigore grazie al finale liberatorio.
Un energico Giacomo Sette è padre di una regia attenta e scrupolosa in grado di dare il giusto ritmo. Quest’ultimo, il ritmo per l’appunto, è determinante ai fini della buona riuscita dello spettacolo. Difatti la messa in scena può sembrare più o meno efficace proprio a seconda della capacità degli attori, tutti, nel tenere ben serrati i tempi. Impresa non facile, che richiede un grande sforzo fisico ma allo stesso tempo elemento che più degli altri diverte la platea presente in Sala. Le musiche originali (di Luca Theos Boari Ortolani) con tanto di brano inedito (di Alice Giorgi) rendono agli occhi l'immagine di un tramonto, dove il sole dell'illusione lascia il posto ad una buia disillusione, che rende struggenti, seppur striduli, gli ultimi minuti della messa in scena.
Tutti questi fattori hanno portato sia la giuria (composta dai critici de La Platea), che il pubblico presente in Sala a premiare Anonima Sette del premio #inplatea con uomo sulla poltrona. Difatti oltre ad aver vinto in fase preliminare su tutte le altre compagnie partecipanti, la compagnia di Giacomo Sette totalizzando un complessivo di 25/30esimi ha ottenuto il premio con poltrona piena e non vuota. Segno quest’ultimo di uno spettacolo che avrebbe ancora molto da migliorare prima di esser messo in scena. Poltrona piena che sancisce anche un patto fra compagnia e rivista la quale seguirà da vicino il lavoro dell’Anonima Sette tenendo aggiornati i lettori dei suoi nuovi lavori e progetti.
Enrico Ferdinandi
7 marzo 2018
informazioni
Scritto e diretto da Giacomo Sette
ideato e interpretato da Martina Giusti
con Azzurra Lochi e Simone Caporossi
aiuto regia Azzura Lochi
contributi al testo Martina Giusti
musiche Luca Theos Boari Ortolani e un brano inedito di Alice Giorgi
video Fabio Romanelli
foto di scena Manuela Giusto
una collaborazione Anonima Sette e Martina Giusti