Mercoledì, 27 Novembre 2024
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Cara professoressa: al via la seconda stagione del teatro Vignoli

Recensione dello spettacolo “Cara professoressa”, in scena dal 17 al 19 novembre 2017 in scena al Teatro Vignoli di Roma

Con un testo del 1988 dell’autrice russa di Ljudmila Razumovskaja e con la regia di Andrea Bizzarri, dal titolo Cara professoressa, parte la seconda stagione del Teatro Vignoli, recente realtà culturale del quartiere Pigneto di Roma. In scena Crescenza Guarnieri, nei panni di una docente di matematica a cui quattro suoi alunni, fanno una sorpresa a casa il giorno del suo compleanno.

La donna, entusiasta del loro gesto, non immagina quali reali intenzioni si celino dietro questo gesto. I quattro ragazzi, a cui prestano il volto i giovanissimi a talentuosi attori Francesco Bizzarri, Federico Inganni, Giovanni Nasta, Francesca Verrelli, vogliono che la loro cara professoressa modifichi le valutazioni delle loro prove all’esame di maturità in corso. Al rifiuto della docente, si scatenano scene di violenze all’interno del suo appartamento: i ragazzi vogliono piegare le resistenze fisiche e morali della donna che però difende disperatamente i valori dell’onestà e della giustizia che ha sostenuto tenacemente per tutta la vita e che ha tentato ogni giorno di trasmettergli con il suo lavoro e il suo esempio. Durante questa escalation di violenza di kubrikiana memoria, la povera insegnante sembra la parte debole e perdente del conflitto, ma ad un certo punto, le sue parole iniziano a scalfire la coscienza dell’unica ragazza della comitiva che vorrebbe tornare indietro, ma non le viene permesso, anzi diventa anch’ella vittima del più feroce della comitiva, il “figlio di papà” che pensa di poter ottenere tutto grazie al potere del padre.

Gli altri due ragazzi del gruppo, ad un certo punto, vorrebbero anche loro abbandonare il progetto iniziale, ma sono ricattati dal leader negativo. La professoressa intanto, continua a restare salda nei suoi principi, nonostante le vessazioni morali dell’unico rimasto ad aggredirla. Cederà solo per salvare la ragazza da una violenza sessuale, ma a quel punto, rimasto da solo, il genio del male della comitiva, abbandonerà la barca. La cara professoressa è riuscita a vincere con la sola forza della parola, con la convinzione delle sue idee e dei suoi principi.
Testo denso, intenso, scioccante, con una scrittura serrata e penetrante. Nonostante la piéce risalga al periodo della Perestroika in URSS, è di una sconvolgente attualità. Due generazioni a confronti con sistemi valoriali agli antipodi. Da una parte c’è quello della docente che simboleggia la dedizione al lavoro, il senso del sacrificio, la coerenza, i principi morali. Dall’altra ragazzi cinici che deridono tutto ciò pensando che soltanto con raggiri, furbizie e sfruttando il potere si possa avere successo. Alla fine, il primo dei due sistemi prevarrà sul secondo.

Un testo così intenso necessitava di attori altrettanto intensi. L’interpretazione dell’insegnante di matematica lascia il pubblico in sala senza parole: una bravissima Crescenza Guarnieri riesce a trasmettere la tenacia, la forza interiore, ma allo stesso tempo il disorientamento e lo schock del suo personaggio di fronte alla violenza gratuita dei suoi alunni. La mimica facciale e i lunghi momenti di immobilità hanno costruito un ruolo ben definito e ben caratterizzato. Allo stessi tempo i quattro giovani attori, si sono calati con estrema disinvoltura e abilità nei loro personaggi, rendendo la scena di un realismo agghiacciante che trascinava al suo interno lo spettatore in sala. La regia di Bizzarri si è rivelata attenta a tutti i dettagli, dirigendo in modo magistrale gli attori sul palco. Altrettanta cura è stata mostrata per la scenografia e per i costumi. Uno spettacolo ben scritto, ben realizzato che arriva addosso allo spettatore come un tornado e che resta addosso anche nei giorni successivi.

Mena Zarrelli

24 novembre 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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