Sabato, 02 Novembre 2024
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La magia della Tosca alle Terme di Caracalla

Recensione dello spettacolo Tosca, in scena alle Terme di Caracalla dal 8 luglio al 8 agosto 2017

Recondita Armonia 

L’entrata all’interno della cornice ancestrale che le Terme di Caracalla regalano in queste sere alla lirica, è già di per sé un’opera. Questo penso mentre mi inoltro occhi, cuore, anima e mente in questa atmosfera nascosta, celata e conservata dall’antichità del tempo e dalla maestosità dei grandi avi. La Tosca presso le Terme di Caracalla, in quelle che sono le magiche e vellutate notti estive del Teatro dell’Opera di Roma sono innanzi tutto un percorso emotivo e culturale lungo 3 atti. 

 

Così, accompagnato dall’imponenza del giardino che guarda al cielo stellato arrampicandosi su ciò che le maestose terme Antoniniane furono verso questo allestimento della Tosca, datato 2013 e diretto da Pier Luigi Pizzi, l’immergersi nell’armonia iniziale delle arie di quel che rimane il dramma per eccellenza è un po’ come il ritrovarsi catapultato in una dimensione differente: ghiacciato il naturale scorrere del tempo, ci si immerge in una nuova realtà, un mix avvolgente tra l’antichità dei resti romani tutt’intorno e l’architettura messa in scena sul palco. L’armonia recondita si svela e lo spettacolo inizia, anzi continua.

Vissi d’arte

Tosca è un’opera dai marcati contrasti, artistici e drammatici, che attraverso il dipanarsi della trama lineare e apparentemente semplice, cela stimolanti spunti da poter far vivere e da osservare sotto diversi aspetti, proprio come un’opera d’arte. L’ambientazione storica, ad esempio, che in origine è ben precisa e definita e trae le sue origini dal periodo napoleonico, a cavallo del disfacimento dell’esperienza rivoluzionaria della Repubblica Romana.  

Pier Luigi Pizzi, scenograficamente crea e mette a disposizioni degli ottimi interpreti un impianto essenziale, quasi ideale e che si staglia perfettamente tra i resti sullo sfondo: una breve scalinata è il preambolo che invita e come spartito musicale conduce a una pedana che si estende per tutto il palco; quindi una cupola stilizzata al centro e una riproduzione della Pietà di Michelangelo avanti a essa. Il tutto è rigorosamente bianco. Fin qui l’estetica architettonica insieme alle armonie (del maestro Renzetti) spostate dal vento e dalla brezza estiva - che di tanto in tanto penalizzano l’acustica ma al contempo fanno esplodere tutt’intorno l’epicità scenica di alcuni passaggi - è chiara e leggibile. Ma Pizzi decide di guardare il tutto, appunto, dalla sua prospettiva: il tempo dell’azione viene scalzato dal primo Ottocento per essere proiettato totalmente e totalitariamente negli anni Trenta del Novecento, in pieno regime fascista donando un contrasto ancor più forte tra il marmo della scenografia e il tetro che la tragedia prelude. Nuovo e particolare, interessante e ardito il riuscire a mantenere la costante della connotazione politica che fa da sfondo a tutta la vicenda: tra chi d’arte vive e chi la libertà dell’arte vuole imbrigliare e a piacer suo ordinare. Spicca nel secondo atto la figura di Scarpia (Roberto Frontali) che ben veste i panni tratteggiategli dal regista e giunge all’acme del suo sadismo con rigido e severo tono.  

E lucevan le stelle…

…tutt’intorno ad illuminare la notte di Caracalla. Perché il finale è il colpo di coda di un percorso emotivo che insieme alla Tosca si vive all’interno del dipinto delle Terme. La romanza, in si minore, aperta da un nostalgico assolo di clarinetto, la cui melodia è ripresa dal tenore Berrugi, è il rimembrar dei beati momenti felici passati tra Cavaradossi e Tosca (un’energica Tatiana Serjan) e regala il momento di suspense che guarda al tragico aspettato evento. La carica emotiva è alta, forse veloce e rapido il compimento ma in sostanza giusto lo stacco musicale e attoriale che si frappone tra la morte del primo e il suicidio disperato dell’altra.

Insomma, la Tosca del Teatro dell’Opera di Roma tra i sussurri armoniosi, estivi e ascosi delle Terme di Caracalla è innanzitutto un’esperienza unica e da ripetere.

 

Federico Cirillo

25luglio 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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