Recensione dello spettacolo Tosca in scena a Torre del Lago Puccini il 10 e 19 agosto 2017
Per il secondo anno consecutivo è stato proposto al Festival Puccini di Torre del Lago lo stesso allestimento di Tosca, diretta dal regista Enrico Vanzina, per la prima volta alle prese con l’opera. Come afferma nelle note di regia, ha voluto fare uno spettacolo tradizionale: “Nel libretto di Puccini c’è già tutto. Lui dice come e cosa fare. Quest’anno, addirittura, penso di stare più vicino alla tradizione. E quindi a Puccini. Uno spettacolo super classico.”
Ottima l’esecuzione dell’orchestra del Festival Puccini diretta da Dejan Savic. Anche il coro, guidato da Salvo Sgrò, è risultato eccellente dando vita, alla fine del primo atto, all’esecuzione del Te Deum, scena più riuscita di tutta l’opera.
L’impostazione registica è risultata molto statica, mancava movimento, phatos e feeling tra i cantanti. Meritano la sufficienza He Hui nel ruolo di Tosca e Alberto Gazale in quello del barone Scarpia. Poco convincenti, se non al limite, sono risultati: Dario Di Vietri (Cavaradossi), Francesco Napoleoni (Spoletta) e Davide Mura (Angelotti). Ottima invece l’interpretazione di Claudio Ottino nel ruolo del sacrestano come cantante ed interprete tanto che, anche se è un personaggio minore, ha saputo catturare il pubblico che gli ha tributato giusti applausi.
La scenografia, creata nei laboratori del Festival Puccini, aveva tre elementi di base: due cappelle laterali, una grande scalinata centrale e sul fondale un telo per le videoproiezioni. Di atto in atto venivano inseriti elementi per evidenziare il luogo dove si svolgeva l’azione: nel primo, in cima alla scalinata un altare con croci e candelabri per la chiesa di Sant’Andrea della Valle; nel secondo, una grande vetrata e i vari arredi della camera di Scarpia; per il terzo atto invece, che si svolge a Castel Sant’Angelo, non c’era nessun elemento che rendesse riconoscibile il luogo. A corredo della scenografia le videoproiezioni, utilizzate al meglio nel primo atto con l’immagine del dipinto della Deposizione del Caravaggio, ma assolutamente non riuscite nel finale d’opera per il suicidio della protagonista, troppo tardi è proiettata l’immagine di Castel Sant’Angelo, per non parlare della figura di Tosca che precipita nel vuoto.
Una nota a parte meritano i costumi, veramente belli ed azzeccati, accuratamente creati da Diego Fiorini e Floridia Benedettini nella Fondazione Cerrattelli. Gli abiti più spettacolari quelli indossati dalla protagonista nel primo e secondo atto, arricchiti da strass, per non parlare dei costumi ecclesiastici per il Te Deum, tutti sulle tonalità del viola e riccamente adornati come voleva lo sfarzo della chiesa ai tempi di Napoleone, il periodo storico in cui è ambientata l’opera.
A fine serata, deluse le aspettative del pubblico, scarsi sono stati gli applausi (addirittura con qualche fischio) ai cantanti, ad eccezione di Hui, Gazale e Ottino.
Gabriele Isetto
30 luglio 2017