Domenica, 24 Novembre 2024
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15 giugno 2020 : Il teatro a porte socchiuse

Il 17 maggio, sul decreto firmato dal Presidente del Consiglio, compare la notizia da molto attesa, ovvero la ratificazione sulla ripresa degli spettacoli dal vivo, sia all’aperto che al chiuso, a partire dal 15 giugno.  

Iniziano a circolare le prime notizie sulle riaperture imminenti, come quella attesissima del Globe Theatre di Roma, che accompagna il pubblico romano con i suoi incantati adattamenti a cielo aperto. 

Il decreto riporta nell’allegato 9 le misure specifiche relative al distanziamento e alla modalità di svolgimento degli spettacoli dal vivo:

Allegato 9

Spettacoli dal vivo e cinema

1. Mantenimento del distanziamento interpersonale, anche tra gli artisti.
2. Misurazione della temperatura corporea agli spettatori, agli artisti, alle maestranze e a ogni altro lavoratore nel luogo dove si tiene lo spettacolo, impedendo l’accesso in caso di
temperatura > 37,5 °C.
3. Utilizzo obbligatorio di mascherine anche di comunità per gli spettatori.
4. Utilizzo di idonei dispositivi di protezione individuale da parte dei lavoratori che operano in spazi condivisi e/o a contatto con il pubblico.
5. Garanzia di adeguata periodica pulizia e igienizzazione degli ambienti chiusi e dei servizi
igienici di tutti i luoghi interessati dall’evento, anche tra i diversi spettacoli svolti nella
medesima giornata.
6. Adeguata aereazione naturale e ricambio d’aria e rispetto delle raccomandazioni concernenti sistemi di ventilazione e di condizionamento.
7. Ampia disponibilità e accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani. In particolare, detti sistemi devono essere disponibili accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento.
8. Divieto del consumo di cibo e bevande e della vendita al dettaglio di bevande e generi
alimentari in occasione degli eventi e durante lo svolgimento degli spettacoli.
9. Utilizzo della segnaletica per far rispettare la distanza fisica di almeno 1 metro anche presso le biglietterie e gli sportelli informativi, nonché all’esterno dei luoghi dove si svolgono gli spettacoli.
10. Regolamentazione dell’utilizzo dei servizi igienici in maniera tale da prevedere sempre il
distanziamento sociale nell’accesso.
11. Limitazione dell’utilizzo di pagamenti in contanti, ove possibile.
12. Vendita dei biglietti e controllo dell’accesso, ove possibile, con modalità telematiche, anche al fine di evitare aggregazioni presso le biglietterie e gli spazi di accesso alle strutture.
13. Comunicazione agli utenti, anche tramite l’utilizzo di video, delle misure di sicurezza e di prevenzione del rischio da seguire nei luoghi dove si svolge lo spettacolo.

 

Se le misure adottate prospettano sicuramente un compromesso fra la ripartenza delle attività e il rispetto della sicurezza di fruitori ed artisti, al tempo stesso non si può ignorare una riflessione necessaria: quali sono le ricadute e le reazioni dei diretti interessati?

I pareri all’interno della comunità dei lavoratori dello spettacolo sono variegati, forte è la speranza nel vedere nell’insolita situazione, un’occasione per ripartire con una rinata forza propositiva, come ci dice Monica Guerritore:

“E’ una buona notizia che ci incoraggia ancora di più a creare progetti per sostenere i lavoratori e gli artisti del teatro durante il grande inverno. Io penso che si debba essere e fare il teatro appena possibile e in tutti i modi possibili: Monologhi dove c’è obbligo di distanziamento (e poco pubblico) e parte del guadagno dell’artista accantonato in un fondo di solidarietà per chi non è in scena.” 

Tante sono le riflessioni sviluppate negli ultimi giorni, oltre alle proposte, intorno al tema della riapertura, come ad esempio il documento Teatro Possibile redatto dalla federazione italiana artisti, di cui ci parla Marzo Zordan, direttore artistico, di una piccola, ma pulsante realtà come quella del Teatro Trastevere di Roma:

“Vorremmo approfittare (I membri di Fedidart ndr.) di questo periodo di limbo per riflettere su una seria riforma del comparto spettacolo, votato ad un criterio di dignità e uguaglianza, e un cambiamento dell’ingaggio con il pubblico, un rapporto che va ricreato, analizzando con acume le reali esigenze dello spettatore dello spettacolo dal vivo.”

L’occasione sembra quella per poter dare una nuova linfa al teatro, sperimentarne le potenzialità nella difficoltà, dimostrando l’arcinota resilienza del settore, che oltre agli impedimenti odierni lotta quotidianamente con la costante e anacronistica messa in discussione della sua necessità nel mondo odierno.

Il rischio dietro l’angolo che però non può essere ignorato è che questa anticipatissima riapertura, fonte di gioia e sollievo, rischi di trasformarsi in un poco egualitario specchietto per le allodole. 

Una proposta di ripartenza con queste condizioni rivela una malcelata poca coscienza delle modalità di funzionamento del teatro, agevolando solo la parte più salda e di richiamo della comunità dello spettacolo, dimenticandosi delle realtà indipendenti e in crescita, inevitabilmente danneggiate dalla parzialità della riapertura. 

Oltre ad Attrici, Attori Uniti (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo https://www.laplatea.it/index.php/riflessioni/5470-attrici-attori-uniti-il-dialogo-per-tenere-vivo-il-teatro.html)  le voci che si sono unite per denunciare le incongruenze del decreto aumentano progressivamente, come quella del  collettivo romano Mujeres del Teatro, che in una lettera aperta alle istituzioni parla così: 

“Riaprire il 15 giugno, che per altro è un lunedì, tradizionale giorno di chiusura per il teatro, in un periodo in cui la stagione solitamente si chiude, denota una mancata conoscenza delle condizioni disperate di migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori e una quanto meno distratta valutazione delle pratiche artistiche. Attrici e attori, danzatrici e danzatori, non possono lavorare indossando la mascherina, senza toccarsi, senza avvicinarsi, senza quelle libertà di movimento ed espressione alla base dell’atto teatrale. Sarebbe necessario garantire costantemente i tamponi, non certo a carico di un settore che non possiede la potenza economica di altre realtà, come ad esempio società calcistiche e/o grandi produzioni cinematografiche e televisive.”

Se è il teatro si è dimostrato resiliente in ogni momento storico e l’attesa per le riaperture non può che essere motivo di gioia sia per gli spettatori che per i lavoratori dello spettacolo, ciò che si prospetta dal 15 giugno rischia di trasformarsi una poco soddisfacente vittoria di Pirro, dimentica che quella dello spettacolo è una comunità di persone, fatta di lavoratori “piccoli” e “grandi”, monologanti e collettivi, con necessità specifiche, impossibili da ignorare.

 

 

Mila Di Giulio

25 maggio 2020

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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