"Qualunque cosa sogni d'intraprendere, cominciala. L'audacia ha del genio, del potere, della magia"
Johann Wolfgang von Goethe
È pregna di questi ingredienti la Tosca che ci propone (o forse sarebbe il caso di dire "ri-propone") il Teatro Costanzi, a partire da domenica primo marzo. Genio, potere e magia riscontrabili grazie alla grande audacia del Teatro dell'Opera di Roma, che non si lascia scoraggiare dalla crisi e dalle problematiche ad essa legate di cui tutti siamo al corrente, e investe sulla suggestività. Durante la conferenza stampa del 27 febbraio 2015 tenutasi proprio all'interno del Costanzi, il regista Alessandro Talevi, il direttore d'orchestra Donato Renzetti, il sovrintendente teatrale Carlo Fuortes ed il direttore artistico del teatro dell'Opera di Roma Alessio Vlad, hanno provveduto a sottolineare l'importanza di tale evento, mettendo in risalto il legame storico tra quest'opera e il Costanzi; esso nasce infatti negli ultimi anni dell'800, e la prima della Tosca viene rappresentata il 14 gennaio del 1900.
"Il Teatro Costanzi nasce con la Tosca", chiarisce Alessio Vlad: " riproporre la Tosca come la vide Puccini, significa restituire un'identità al Teatro".
Fuortes durante il suo intervento illustra il progetto intitolato "la memoria", un viaggio attraverso la tradizione reso possibile grazie all'uso di costumi e scenografie fedeli alle originali, usate nelle prime produzioni. L'esigenza di rispettare ed onorare la tradizione è certamente molto più radicata in Italia che in altri paesi, in cui, al contrario, si tende a voler "innovare" il teatro attraverso ambientazioni futuristiche o rivisitazioni delle trame. A tal proposito, Fuortes tiene a sottolineare che Renzetti sia "uno degli ultimi direttori d'orchestra in grado di accompagnare il repertorio italiano" - "Infatti mi hanno messo tre cast", scherza Renzetti, che prende la parola e intraprende anch'egli un discorso a difesa della tradizione.
Interviene per ultimo il giovane regista sudafricano, Alessandro Talevi che, a dimostrazione di quanto appena asserito circa il rapporto dei paesi esteri con la tradizione, ammette di non essere un tradizionalista e di subire tuttavia il fascino dei vecchi mezzi teatrali. "L'Italia vanta i migliori pittori di scenografia di tutto il mondo. L'utilizzo di questi vecchi mezzi, dismessi al giorno d'oggi, fa si che il risultato sia qualcosa di sperimentale". Ma lo sperimentalismo di cui parla Talevi non è insito solamente nell'uso di mezzi datati, ma anche e soprattutto nel rispetto meticoloso e quasi ossessivo di ogni minima didascalia. La vera innovazione si ha in questo caso grazie ad un ritorno al passato: in un'epoca in cui l'innovazione, intesa come stravolgimento dell'opera originale è all'ordine del giorno, la vera innovazione risiede nella tradizione. La tradizione è dunque un traguardo per cui è necessario passare, come dimostra la storia dell'arte europea con il movimento di Rappel a l'ordre nei primi del novecento: dopo l'ondata di sperimentalismo portata dalle avanguardie, successivamente alla prima guerra mondiale si sente il bisogno di ritornare all'ordine, riproponendo la centralità della storia come canone e rifiutando gli estremismi avanguardisti.Quando la modernità si uniforma alla consuetudine, l'unica innovazione possibile rimane un ritorno all'origine, alla tradizione. Ed è proprio una Tosca ORIGINALE quella che il Teatro dell'Opera di Roma ci offre, nel senso più ampio del termine.
Valentina Gargano
1 marzo 2015
Informazioni
TOSCA
Teatro Costanzi
Musica di Giacomo Puccini
Melodramma in tre atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
tratto dal dramma omonimo di Victorien Sardou
Direttore
Donato Renzetti
Regia
Alessandro Talevi
Maestro del Coro
Roberto Gabbiani
Scene
Adolf Hohenstein
ricostruite da
Carlo Savi
Costumi
Adolf Hohenstein
ricostruiti da
Anna Biagiotti
Luci
Vinicio Cheli
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA
con la partecipazione del Coro di Voci Bianche del Teatro dell'Opera
Nuovo allestimento ricostruito sui bozzetti originali della prima esecuzione del 1900
con sovratitoli in italiano e inglese
Prima rappresentazione
domenica 1 marzo, ore 20.00 (turno A)
Repliche
martedì 3 marzo, ore 20.00 (turno B)
mercoledì 4 marzo, ore 20.00
giovedì 5 marzo, ore 20.00 (turno C)
venerdì 6 marzo, ore 20.00
sabato 7 marzo, ore 18.00 (turno D)
domenica 8 marzo, ore 16.30 (turno E)
martedì 10 marzo , ore 20.00 (turno F)
mercoledì 11 marzo, ore 20.00
giovedì 12 marzo, ore 20.00
La recita di sabato 7 marzo in diretta su
Ripresa (fuori abbonamento)
mercoledì 24 giugno, ore 20.00
venerdì 26 giugno, ore 20.00
domenica 28 giugno, ore 16.30
Interpreti (marzo)
Floria Tosca
Oksana Dyka /
Raffaella Angeletti 4, 12 /
Virginia Tola 6, 8, 11
Mario Cavaradossi
Yonghoon Lee /
Massimiliano Pisapia 4, 6, 10, 12 /
Stefano La Colla 8, 11
Il Barone Scarpia
Roberto Frontali /
Claudio Sgura 4, 6, 8, 11
Angelotti
William Corrò
Sagrestano
Domenico Colaianni
Spoletta
Saverio Fiore
Sciarrone
Daniele Massimi
Fabio Tinalli 7, 8, 10, 11, 12
Carceriere
Riccardo Coltellacci /
Giampiero Pippia 7, 8, 10, 11, 12